Quante volte vi è capitato di sentir parlare di “zone umide”? Sicuramente non abbastanza, anche se il tema è molto più importante di quello che si pensi.
Zone umide: cosa sono?
Ma cosa sono esattamente le zone umide? Stando alla definizione fornita dal WWF, “le zone umide sono aree temporaneamente o permanentemente allagate” che possono essere sia di origine naturale sia artificiale. Pertanto, rientrano in questa categoria paludi, acquitrini, lagune, stagni, torbiere, saline e anche laghi.
L’acqua può essere sia dolce sia salmastra e può provenire da fonti naturali, come piogge, fiumi o falde, oppure da inondazioni stagionali o maree. Il continuo contatto con essa dà vita a una vegetazione tipica: canneti, alberi di mangrovie e piante acquatiche sono, ad esempio, le specie più comuni in queste zone.
Un toccasana per il pianeta
I benefici che questi ambienti apportano al nostro pianeta sono davvero sorprendenti: sempre il WWF ci informa, ad esempio, che la presenza di aree umide aiuta a mantenere i livelli di falda, a controllare l’erosione delle rive, e a prevenire le inondazioni. L’effetto è quello di una spugna: durante i periodi di piogge intense o di piene, queste aree sono, infatti, in grado di assorbire grandi quantità di acqua, riducendo i rischi. Pensiamo a quanto sia attuale questo tema, visto il disastro che ha colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni, a poco più di un anno di distanza dall’alluvione del 2023!
Allo stesso tempo, le zone umide aiutano a contrastare anche il problema opposto, quello della siccità, poiché alimentano le falde del territorio e mantengono costante il flusso idrico di laghi e fiumi.
Un’altra funzione fondamentale è la capacità di purificare le acque: gli ambienti umidi sono, infatti, veri e propri filtri naturali che trattengono sedimenti e assorbono nutrienti in eccesso quali, ad esempio, azoto e fosforo provenienti da attività industriali o agricole. Il risultato è la riduzione dell’inquinamento delle acque e il miglioramento della qualità degli ecosistemi acquatici.
A trarre beneficio da queste zone è ovviamente anche la qualità dell’aria, visto che la vegetazione, molto florida grazie al contatto costante con l’acqua, è capace di assorbire una grande quantità di Co2, mitigando le emissioni nocive nell’aria.
Le zone umide sono, infine, uno scrigno di biodiversità: da pesci fino a uccelli passando per anfibi, insetti e mammiferi, sono tantissime le specie, talvolta anche protette, che trovano rifugio in queste aree, luoghi sicuri e ottimali per nidificare, riprodursi, sostare e alimentarsi.
Un patrimonio da proteggere
Tuttavia, nonostante gli innumerevoli benefici elencati finora, le zone umide sono, ahimè, tra gli ecosistemi più minacciati al mondo: si pensi che, secondo il WWF, negli ultimi cinquant’anni anni, in Europa, ne sono scomparse circa il 66%. La causa? Principalmente…noi! Di fatti, tra i fattori principali di rischio vi sono l’urbanizzazione, l’agricoltura intensiva, l’inquinamento e il cambiamento climatico: tutti problemi per cui l’uomo ha una certa dose di responsabilità.
C’è da dire, però, che la consapevolezza dell’importanza di queste aree sta ultimamente crescendo a livello globale, grazie all’operato di molti enti e organizzazioni internazionali. La Bibbia per chi vuole difendere questo prezioso patrimonio naturalistico è la Convenzione di Ramsar (Iran), un trattato internazionale adottato nel 1971 che ha come oggetto proprio la salvaguardia degli ecosistemi umidi. Tra i paesi firmatari, in tutto 172, c’è fortunatamente anche l’Italia.
Tre zone umide in Italia da non perdere
Ma dove sono queste zone umide? Nel nostro Paese ce ne sono di bellissime, che spesso organizzano anche numerose attività di sensibilizzazione, come visite guidate, trekking, birdwatching, passeggiate o percorsi in bicicletta. Insomma, una meta ideale per chi ama la natura e il pianeta! Eccone tre consigliate, tra Nord, Centro e Sud:

- Tra Emilia Romagna e Veneto si estende il vastissimo Parco del Delta del Po, una delle più grandi zone umide in tutta Europa e un vero e proprio paradiso per gli amanti del birdwatching. Qui, infatti, è possibile ammirare aironi, fenicotteri e cavalieri d’Italia;
- In Umbria c’è, invece, il quarto lago più grande d’Italia: il Trasimeno, e la visita alle sue isolette (Isola Maggiore e Isola Polvese) vale veramente un viaggio. Immerse nella natura, offrono paesaggi suggestivi, borghi antichi e tanta biodiversità;
- Infine, le Saline di Margherita di Savoia, in Puglia, sono un paradiso per chi ama i fenicotteri rosa. Qui, tra gli specchi d’acqua e le montagne di sale, ce ne sono tantissimi che, soprattutto al tramonto, rendono davvero magico questo luogo.
Dopo una visita in uno di questi posti, così belli e preziosi per il nostro pianeta, non si potrà che convenire che essi meritano decisamente più attenzione e protezione, anche nell’interesse delle future generazioni.