Vacanze Estive 2024: Scopri le Località Alpine Premiate con le Bandiere Verdi (ma anche Nere) da Legambiente

Per il sesto anno consecutivo, il Piemonte conquista 5 vessilli green. Seguono Valle D’Aosta e Lombardia. Ma c’è una brutta notizia: le Bandiere nere sono ben dieci

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Vacanze estive 2024 – La buona notizia è che le Alpi sono (nonostante il cambiamento climatico che mette a dura prova e sotto stress i suoi ambienti) sempre più green, e cioè attente alla sostenibilità.

Quella meno buona, anzi cattiva, è che ci sono ancora delle notevoli difformità di pratiche da località a località: e addirittura dieci potenziali paradisi montani le cui autorità preposte, evidentemente, non stanno facendo il loro dovere.

Le Bandiere verdi di Legambiente – un riconoscimento nato sulla scia di quello assegnato alle località marine per le buone pratiche di difesa e promozione dell’ambiente, esteso al territorio montano – arrivano per il 2024 a quota 23. Si tratta di un buono +15,7% rispetto alle 19 dell’anno precedente.

Il criterio dell’assegnazione è quello di premiare tutte quelle comunità, territori, cittadini, associazioni e amministrazioni dell’arco alpino italiano capaci di puntare su sostenibilità e innovazione, “dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo”.

Il Piemonte si conferma per il sesto anno consecutivo al vertice delle buone pratiche con 5 bandiere green. Seguono la Valle D’Aosta e la Lombardia, entrambi con 4 bandiere. Veneto e Friuli Venezia-Giulia hanno conseguito tre bandiere a testa; il Trentino, l’Alto Adige e la Liguria, una bandiera (un po’ poco per le prime due, considerando l’ampiezza e l’importanza del loro territorio alpino).

E’ stato l’VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi, tenutosi il 25 maggio scorso a Chiavenna (SO) insieme al convegno “Comunità in transizione”, ad incoronare le località virtuose di quest’anno.

Nel campo dell’agricoltura sostenibile, sono stati premiati, tra gli altri, il progetto piemontese Reaction sulla manutenzione dei castagneti attraverso una gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno; la Valchiavenna in provincia di Sondrio, dove ben sei realtà sono impegnate nel recupero dell’agricoltura montana e nella valorizzazione delle varietà agronomiche locali.

Nel campo del turismo consapevole, sono certamente da segnalare il trekking letterario in Veneto, con l’Alta Via dell’Orso, ideato dallo scrittore padovano Matteo Righetto insieme all’associazione turistica di Colle Santa Lucia. E poi l’Alta Via dei Monti Liguri (GE) e la vicina val Borbera (AL), che grazie al Cammino dei Ribelli sta rilanciando una terra spopolata, quasi sconosciuta e invece meravigliosa.

C’è il tema dell’edilizia nei luoghi montani, ahinoi quanto mai spinoso. In Piemonte, il comune di Moncenisio (TO) ha messo mano al recupero e alla trasformazione delle Casermette, che insieme all’Ecomuseo “Le terre al Confine”, saranno il centro di un processo di rinascita per il territorio.

Poi c’è il filone convivenza uomo-grandi predatori, di scottante attualità. Qui, fra i premiati, il Parco delle Dolomiti Bellunesi con il progetto “Convivere con il lupo si può”, e il progetto Pasturs che affronta insieme ai pastori i problemi connessi alla “monticazione”, ovvero al pascolo degi animali in alpeggio.

Se per l’elenco completo delle 23 realtà virtuose rimandiamo più sotto in questa pagina, non dobbiamo invece tacere le “bandiere nere”.

Legambiente le ha assegnate “a quelle realtà che non percorrono la retta via aggredendo la montagna”.

I dieci vessilli neri sono così distribuiti: 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto. I motivi della segnalazione sono essenzialmente di due tipi: quelli legati all’industria dello sci nell’era del riscaldamento globale e quelli di natura trasportistica e viabilistica.

Ovvero le due criticità che ogni frequentatore consapevole della montagna ben conosce e da molti anni: e che evidentemente solo a certe amministrazioni continuano a “sfuggire”.

Il caso forse più eclatante, sul quale si sta combattendo una difficile battaglia di sensibilizzazione, è forse quello del ghaicciaio Teodulo in Valle d’Aosta, dove fra Zermatt e Cervinia le ruspe al lavoro hanno già inferto pesanti ferite al sempre più delicato ambiente glaciale per ampliare i domaines skiable, con il miraggio di farne una futura area per le competizioni agonistiche.

Le Bandiere Verdi e Nere 2024 della montagna italiana

PIEMONTE – 5 Bandiere Verdi: progetto REACTION per la gestione sostenibile della filiera del Castagno; Comune di Moncenisio (TO) per il recupero e la trasformazione delle Casermette al lavoro messo in campo da associazioni e realtà territoriali del Cammino dei Ribelli, a Val Borbera (AL), per far conoscere il territorio attraverso il Cammino dei Ribelli. Vessillo green anche alla Regione Piemonte per l’operazione “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000” del PSR 2014-2022.

3 Bandiere Nere: al Comune Chiusa Pesio (CN) per la costruzione della pista skiroll in Valle Pesio; alla Provincia di Torino per il malfunzionamento della linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo-Chivasso. Al comune di Bardonecchia (TO) per il mancato contenimento dei mezzi motorizzati che in estate invadono sentieri e strade di montagna.

VALLE D’AOSTA – 4 Bandiere Verdi: si va dal comune di Champdepraz (AO) per il suo percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti Zero” alla Cooperativa sociale ExEat per la riapertura del rifugio Alpe Bonze unendo sostenibilità e inclusione sociale prevedendo anche opportunità di formazione professionale per i ragazzi disabili. Dal comune di Courmayeur (AO) per l’istituzione di un servizio navette di collegamento con le valli al progetto agricolo Paysage à Manger, a cura della società Semplice Agricola, per la tutela e valorizzazione della biodiversità agricola.

2 Bandiere Nere: la prima al progetto di strada poderale intervalliva voluto dai Comuni di Brusson e Gressoney Saint Jean e dalla Regione Valle D’Aosta (AO); la seconda alla Cervino S.p.A per l’aggressione al ghiacciaio del Teodulo con il progetto Matterhon Cervino Speed Opening.

LOMBARDIA – 4 Bandiere Verdi: dalla Valchiavenna con sei realtà premiate per il recupero dell’agricoltura montana e la valorizzazione delle varietà agronomiche locali alla società Economica Valtellinese, a Sondrio (SO), per i percorsi formativi Montagna 4.0 – FUTURe ALPS. Dal Museo del latte di Vendrogno, a Bellano (LC), alla cooperativa Sociale Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, WWF Italia e WWF Bergamo-Brescia, Parco Orobie Bergamasche (e Parco Mont Avic-AO) per aver avviato azioni concrete di miglioramento della convivenza tra allevamento e grandi predatori.

1 Bandiera Nera: alla Società RSI srl controllata da Valle Decia (BG) per la recente riproposizione di un progetto di collegamento intervallivo per il turismo dello sci, vecchio di 25 anni, tramontato per problemi finanziari e ambientali.

VENETO –  4 Bandiere Verdi: Dal trekking letterario promosso dallo scrittore Matteo Righetto e dall’Ufficio Turistico di Colle Santa Lucia (BL) con l’Alta Via dell’Orso al progetto “Convivere con il lupo si può” del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (BL). Dal Gruppo Archeologico Cadorino, a Calalzo (BL), impegnati nella difesa e rivalutazione del patrimonio archeologico esistente, all’associazione La Calantina e Avviso Pubblico per il recupero e la cura della casa colonica alpina a Calalzo di Cadore (BL).

1 Bandiera Nera: all’Unione Montana Alto Astico per l’approvazione del contratto di concessione dell’area “Fratte”  per la realizzazione della nuova seggiovia Le Fratte – Monte Campolon.

FRIULI VENEZIA-GIULIA –  3 bandiere verdi. Al Geoparco delle Alpi Carniche, a Tolmezzo (UD), per favorire la conoscenza del patrimonio geologico e paesaggistico delle Alpi Carniche. Alla Cooperativa CRAMARS, e ai Comuni di Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Comeglians, Resia, Resiutta, Stregna e Savogna, per aver saputo ricucire le relazioni della comunità attraverso il progetto “Riabitare la Montagna” a partire dalle esigenze di chi ci abita.

2 Bandiere nere: a Friuli-Venezia Giulia Strade e Consiglio comunale di Verzegnis (UD) per la realizzazione di una costosa ed inutile rotatoria in località Avons; altra bandiera nera all’assessorato alle attività produttive e turismo e Promoturismo Friuli Venezia Giulia per i progetti di nuove infrastrutture nel Tarvisiano dedicate allo sci.

LIGURIA, 1 bandiera verde: all’associazione Alta via dei monti liguri per la realizzazione e gestione dell’omonimia alta via, in un’ottica di destagionalizzazione e distribuzione più equilibrata dei flussi turistici.

PROVINCIA DI TRENTO – 1 bandiera verde alla Cooperativa Edera per aver fornito un’opportunità di mercato ai piccoli produttori biologici rendendoli un punto di aggregazione nel quartiere.

PROVINCIA DI BOLZANO – 1 bandiera verde al Gruppo ambientalisti Val Venosta; AmUm-MeranO; Gruppo ambientalisti Caldaro; Gruppo ambientalisti Val Isarco Hyla; Ufficio Natura Provincia Autonoma di Bolzano; Thomas Wilhalm, ideatore e coordinatore (Gruppo ambientalisti Val Venosta) per l’adozione di aree protette (biotopi) da parte di volontari.

1 Bandiera nera: al Comune di Caldaro (BZ) per la progettazione di bacini di accumulo che comportano la perdita e distruzione di 14,9 ettari di bosco di alto valore naturalistico.

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Da G.T.M.
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