Tra il 24 e il 25 settembre 2024, le autorità americane hanno diffuso un messaggio forte, chiaro e urgente attraverso ogni canale disponibile
"L'uragano Helene, attualmente di categoria 4, si sta dirigendo verso la costa della Florida. Con venti superiori a 225 km/h e mareggiate letali previste, le comunità costiere sono in pericolo immediato. Le autorità federali hanno emesso una dichiarazione di emergenza. Si prevede che la tempesta porti inondazioni devastanti, con un rischio estremo per la vita. Ora è il momento di agire. Evacuate immediatamente le zone a rischio, seguite i piani di emergenza e preparatevi al peggio. Questa tempesta è una minaccia diretta e senza precedenti."
Più o meno queste erano le parole che hanno fatto capire alla popolazione che la tempesta stava già bussando alla porta. L'uragano Helene, con i suoi venti furiosi e le onde di tempesta, era già una minaccia concreta.
Mentre le strade si svuotavano e le case venivano abbandonate in fretta, il cielo sopra la Florida si faceva sempre più cupo. Le persone hanno visto il vento alzarsi, la pioggia diventare una cascata di acqua incessante. Le onde, alimentate dalla furia dell'uragano e dall'acqua torrenziale, hanno cominciato a divorare la costa, e le prime inondazioni hanno iniziato a riempire strade e case.
In quel momento ogni rifugio è diventata una speranza, ogni sirena una mano tesa a cui aggrapparsi.
Nonostante gli sforzi delle squadre di soccorso, l'uragano si è preso molte vite, si stimano più di 200 vittime in 6 stati, superando in tragica misura altri uragani devastanti come Andrew nel 1992. Quando Helene ha toccato terra, la furia della natura si è abbattuta su un'ampia fascia di territori: North e South Carolina, Georgia, Florida, Tennessee e Virginia, portando con sé distruzione e morte.
L'uragano ha lasciato migliaia di persone senza casa, milioni senza energia elettrica, costringendo molti a cercare rifugio nei centri di emergenza allestiti in tutte le regione. Le autorità locali, supportate dalla FEMA(Federal Emergency Management Agency) hanno rapidamente organizzato squadre di primo soccorso, distribuito cibo e acqua e fornito assistenza medica alle persone evacuate.
Ma come è nato Helene, e cosa lo ha reso così distruttivo?
L'uragano Helene è stato il risultato di condizioni atmosferiche estreme nel Golfo del Messico, alimentato da acque insolitamente calde che hanno intensificato la sua potenza. Partito come una semplice depressione tropicale, Helene si è trasformato rapidamente in un uragano di categoria 4 mentre si avvicinava alle coste della Florida.
Questo fenomeno di "rapida intensificazione" è diventato sempre più comune, e molti scienziati lo collegano al cambiamento climatico. Il calore delle acque del Golfo ha fornito energia a Helene, spingendolo a livelli di potenza devastanti.
Perché queste inondazioni hanno causato così tante vittime?
Le inondazioni sono state particolarmente gravi. Una combinazione di fattori ha reso Helene estremamente letale: la quantità di pioggia caduta in poche ore ha travolto i sistemi di drenaggio, soprattutto nelle aree urbane e rurali che non erano preparate per un evento di tale portata. Le città come Miami e Tampa hanno subito enormi danni, poiché le infrastrutture erano già al limite per il sovraccarico causato dalle piogge precedenti.
Molte persone sono rimaste intrappolate nelle loro case o nelle auto, quando la pioggia ha trasformato le strade in torrenti improvvisi. Anche le evacuazioni, nonostante fossero state ordinate, non sono state sufficienti per salvare tutti.
La rapidità con cui Helene si è intensificato ha sorpreso molti residenti. La crescita demografica nelle zone costiere della Florida che ha esposto più persone ai rischi delle inondazioni potrebbe avere contribuito ad aumentare il numero
Molti edifici e infrastrutture, costruiti anni fa, non erano progettati per resistere a uragani di questa potenza. Secondo un rapporto della FEMA, l'80% degli edifici colpiti non era conforme agli standard anti-uragano aggiornati, rendendoli vulnerabili al passaggio di Helene.
Un altro fattore chiave è stata la mancanza di preparazione nelle aree più vulnerabili, dove il soccorso è stato reso difficile dalla distruzione delle strade e delle comunicazioni.
Alla base di tutto questo, purtroppo, ci sono anche i cambiamenti climatici. Come sottolineato da studi come quello di Texas A&M Today, il riscaldamento globale sta rendendo gli uragani più potenti e frequenti. Il riscaldamento delle acque oceaniche sta alimentando tempeste sempre più devastanti, e Helene ne è l'ultimo esempio. Con l'aumento delle temperature, si prevede che questi eventi estremi diventeranno sempre più comuni, e le comunità costiere dovranno affrontare una sfida crescente per proteggersi.
Tuttavia, alcuni esperti avvertono che, nonostante l'aumento di eventi estremi sia innegabile, non tutti i singoli uragani possono essere attribuiti esclusivamente al cambiamento climatico. Eventi meteorologici come Helene sono complessi e spesso influenzati da variabili multiple.
Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, la variabilità climatica naturale gioca ancora un ruolo importante nella formazione e nell'intensità di tempeste come questa. Pertanto, mentre il cambiamento climatico amplifica questi eventi, ci sono molteplici fattori che contribuiscono alla loro genesi.
Adattamento
Inoltre, resta aperta la discussione su quanto velocemente le comunità costiere possano adattarsi a queste nuove condizioni climatiche. Alcuni critici ritengono che l'investimento in infrastrutture moderne non stia tenendo il passo con la velocità del cambiamento climatico e che potrebbero essere necessarie misure più immediate e concrete per prevenire future tragedie.
Si stima che i danni economici causati da Helene siano di decine di miliardi, includendo la perdita di proprietà, danni alle infrastrutture e interruzioni delle attività economiche.