Una buona notizia per il turismo nazionale – di quelle davvero buone, per qualità prima che per quantità.
La splendida Sardegna si avvia a diventare, oltre al paradiso che già è, anche un vero paradiso del cicloturismo.
Tutti in bicicletta. Sono passati sei anni da quando, nel 2017, l’Assessorato dei Lavori Pubblici ha ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’inserimento di una parte consistente della Rete Ciclabile Regionale nel Sistema Nazionale delle Ciclovie, inaugurando ufficialmente il progetto “Ciclovia della Sardegna”.
Quasi 1.150 km ciclabili, di cui 1.120 km su ciclovia e 30 km lungo un itinerario bici+treno da Sassari ad Alghero. Un sogno per turisti e abitanti di uno dei più straordinari territori al mondo.
Nel 2020 un altro passo importante. La definizione della Direttrice Fondamentale, di circa 538 km., da Cagliari ad Alghero.
Ora siamo (finalmente) alla fase di progettazione definitiva dei lotti funzionali. Il che significa che presto (anche se non si può dire esattamente quando) potremo avere i primi lunghi percorsi concretamente fruibili.
La Ciclovia è un grande anello pensato per unire tutte e quattro le province sarde, Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, passando per la Città Metropolitana di Cagliari e 115 comuni.
Saranno circa 20 gli itinerari previsti, e toccheranno ben 45 aree di interesse naturalistico: 37 siti della Rete Natura 2000, 3 Parchi nazionali, 3 Parchi regionali, 1 Sito Unesco, 1 Area marina protetta.
L’anello ciclabile collegherà anche i principali porti, aeroporti e stazioni ferroviarie dell’isola, con diversi nodi di interscambio ferroviario ed automobilistico.
I 19 itinerari finora individuati sono: Sassari-Alghero, Alghero-Porto Torres, Porto Torres-Badesi, Badesi-Santa Teresa di Gallura, Santa Teresa di Gallura-Arzachena, Arzachena-Olbia, Olbia-Siniscola, Siniscola-Dorgali, Dorgali-Tortolì, Tortolì-Villaputzu, Villaputzu-Villasimius, Villasimius-Cagliari, Cagliari-Barumini, Barumini-Oristano, Oristano-Bosa, Flussio-Macomer, Macomer-Illorai/Tirso, Illorai/Tirso-Ozieri/Chilivani, Ozieri/Chilivani-Sassari.
Riqualificazione dei territori; destagionalizzazione della domanda turistica della regione; turismo più sostenibile e meno impattante di quanto non sia oggi. Questi gli obiettivi principali della “rivoluzione ciclabile” della mobilità in Sardegna.
Accanto al miglioramento delle piste ciclabili esistenti (soprattutto con impianti per la sicurezza come parapetti e attenuatori d’urto), ci sarà un grosso sforzo di costruzione di nuove vie, dotate di opportuna segnaletica e di frequenti aree di sosta e di cicloservizi.
Qualcuno si sarà già spaventato, pensando alla conformazione del territorio sardo e alla sua orografia? Niente paura, la ciclovia è pensata per il cicloturista “di base” (quello poco allenato e con poca gamba: anche se un po’ di allenamento è sempre consigliato e anzi richiesto per un’attività fisica come questa).
Su tutto il tracciato, non più del 4% presenta una pendenza superiore al 6%, mentre circa l’80% è minore del 3%. La pendenza media è inferiore al 2%.
E la sicurezza(fondamentale, tanto più che saremo in vacanza e non vorremo proprio pensieri)?
Il 45% della Ciclovia della Sardegna si svilupperà su piste ciclabili in sede propria, corsie riservate o percorsi ciclopedonali. Il 46% esarà composto da tratti in sede promiscua su strade urbane a velocità moderata (≤30 km/h) e strade extraurbane comunque caratterizzate da bassi livelli di traffico veicolare (≤500 veicoli/giorno).
Resterà il 9% in sede promiscua su strade extraurbane statali e provinciali, con velocità massima di 50 km/h.
Ultimo argomento (sempre dolente): i costi. Al 2021 il costo per la realizzazione della Ciclovia della Sardegna era di 355.000.000 euro in totale (di cui 263.000.000 per lavori).
ARST è stato nominato da Regione Sardegna come Soggetto Attuatore dei primi due interventi funzionali. Il primo, l’itinerario Cagliari – Barumini (CS 13 di 84 km) con i tratti Cagliari – Elmas (lungo 4 km) e il tratto Samassi – Barumini (che si estende per 38 km), che si innestano in quelli che saranno realizzati con fondi europei (POR: Elmas-Villasor) e regionali (PRI: Villasor-Samassi) avrà destinati 16.662.512 euro.
Il secondo intervento, che si estende complessivamente per 120 km, avrà i fondi PNRR, pari a 33.000.00 per gli itinerari Barumini – Oristano (CS 14) e Oristano – Bosa (CS 15), in continuità con il primo intervento.
Scaldiamo i polpacci, dunque. I prossimi anni vedremo meno auto in giro per la Sardegna, e molte più due ruote sostenibili!