Una delle maggiori piaghe che affliggono i paesi occidentali nel nostro tempo è lo spreco alimentare. Purtroppo, milioni di persone nel mondo soffrono la fame, mentre tonnellate di cibo commestibile vengono gettate ogni giorno. Combattere questa cultura del rifiuto, del consumismo sfrenato, è una sfida che, pian piano, la nostra società sta cominciando ad affrontare, anche grazie a iniziative come quella di Too Good To Go.
Il progetto Too Good To Go è nato nei Paesi Bassi nel 2015, ma ha presto avuto una risonanza internazionale. Si tratta di un’applicazione, scaricabile sui propri smartphone, che collega i ristoranti, i negozi di alimentari, e gli altri esercizi di vendita di cibo che aderiscono all’iniziativa con i consumatori che desiderano acquistare alimenti a prezzi scontati, evitando al contempo lo spreco di cibo.
L’idea dietro Too Good To Go è semplice, ma incredibilmente efficace: i negozi caricano sull’app delle box sorpresa, contenenti cibo non acquistato durante la giornata, che altrimenti andrebbe buttato, e le mettono a disposizione degli utenti, che possono prenotarle e pagarle attraverso l’app. In questo modo, invece di finire nel cestino dell’immondizia, il cibo viene consumato, e gli esercenti recuperano almeno una parte dei costi.
Per i clienti i vantaggi sono diversi. In particolare, parlando per la categoria che rappresento, cioè quella dello studente fuori sede, i risparmi sono notevoli, anzi, talvolta le box sorpresa contengono alimenti che, a prezzo pieno, uno difficilmente potrebbe permettersi con frequenza. Penso, ad esempio, a formaggi e salumi di qualità, a frutta secca, a pasticcini. Inoltre, Too Good To Go è un’ottima soluzione salva cena: dopo una giornata di studio o di lavoro, fermarsi in una pizzeria e ritirare una box è un modo rapido ed economico per svoltare, senza fare file ai supermercati.
Certo, deve piacere l’effetto sorpresa, poiché il cliente, prenotando la box, sa solo a grandi linee cosa può trovarci dentro, ma se si è dei tipi curiosi, il problema è risolto.
L’impatto di Too Good To Go, oltretutto, non si limita solo al contrasto dello spreco di cibo, poiché l’app supporta attivamente l’economia locale. Molte delle attività che partecipano all’iniziativa sono, infatti, piccoli esercizi, come panetterie, ristoranti indipendenti, e negozi di alimentari di quartiere. Collaborando con loro, Too Good To Go li aiuta a promuoversi e a evitare sprechi economici. Questa forma di sostegno alle piccole realtà locali è fondamentale, specialmente dopo la pandemia, che, com’è ben noto, ha causato gravi difficoltà a molte piccole imprese.
Che la si usi o no, Too Good To Go è un’app che, in ogni caso, fa riflettere sull’importante e attuale questione della riduzione degli sprechi, promuovendo stili di vita sostenibili. Lo scopo dell’iniziativa è, infatti, anche quello di sensibilizzare gli utenti sulla quantità di cibo che viene gettata inutilmente ogni giorno, e di incoraggiarli a compiere azioni concrete per lottare contro questa nefasta tendenza.
L’iniziativa di Too Good To Go ha, in effetti, guadagnato popolarità in tutto il mondo, con diversi milioni di utenti in varie nazioni. L’Italia, vista la sua cultura enogastronomica e, in generale, la sua attenzione per la qualità del cibo, è uno dei paesi in cui l’applicazione è particolarmente apprezzata.
Chi usa Too Good To Go sa che gli esercenti che se ne servono sono diffusi in maniera piuttosto capillare sul territorio nazionale, e per individuarli basta aprire l’applicazione e visualizzare i più prossimi sulla mappa.
Too Good To Go è, dunque, un’app comoda e intuitiva, che permette di risparmiare sull’acquisto di cibo e, allo stesso tempo, di contrastarne lo spreco, sostenendo l’economia locale e adottando stili di vita sostenibili.
Con il suo successo in tutto il mondo, Too Good To Go dimostra che l’adozione di soluzioni innovative può fare la differenza nel creare un futuro più equo e sostenibile. Utilizzando Too Good To Go, possiamo tutti contribuire a un cambiamento positivo e diventare parte di una tendenza globale per un uso più consapevole delle risorse alimentari.