E’ con grande piacere che abbiamo organizzato un’intervista online con il professor Orecchini per ottenere una panoramica accurata e senza preconcetti sul panorama dell’auto nel nostro futuro prossimo.
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Solo elettrico per il futuro? – Parleremo con Fabio Orecchini di quattro tipologie di auto e dei loro sistemi di alimentazione. Non mancherà un’importante panoramica sul sistema ibrido, che sembra sfuggito al dibattito ma non al mercato.
Le opzioni in esame hanno un obiettivo comune: l’emissione zero. Questo significa che il livello di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera deve essere ridotta a zero o compensato in modo neutro.
Tra i combustibili di nuova generazione, abbiamo concentrato l’attenzione sull’idrogeno, sui biocombustibili e sui combustibili sintetici conosciuti come e-fuels (il nome richiama il processo di produzione tramite elettrolisi). Questi sono i combustibili su cui aziende e Paesi stanno investendo in varie misure, con l’obiettivo di avere un’alternativa per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti.
In sintesi: i bio-combustibili si basano su una materia di base biologica. Semplicemente, durante la loro crescita le piante assorbono CO2 dall’atmosfera e nel processo riducono la CO2 nell’aria. Quando il biocombustibile viene bruciato e rilascia lo stesso CO2, questo viene compensato da quanto tolto nel processo produttivo. Si tratta quindi di un ciclo sostenibile, appunto a bilancio zero.
Parimenti i combustibili sintetici prelevano il carbonio dall’atmosfera nella loro produzione, che rimettono poi in fase di consumo. La produzione di e-fuel si basa, infatti, sull’estrazione dell’idrogeno, attraverso un processo di elettrolisi.
Questo processo ha lo scopo di scomporre l’acqua in idrogeno e ossigeno. La scomposizione necessità di energia elettrica, da qui il nome e-fuels. Il semilavorato prodotto nel primo passaggio necessita di un secondo step per diventare prodotto. L’idrogeno viene combinato con la CO2 estratta dall’aria e convertita nel combustibile che chiamiamo comunemente e-fuel. Questa riduzione della CO2 si compensa poi con quella immessa in fase di combustione con il risultato di un bilancio a zero.
Una nuova opportunità per il motore a combustione interna
Negli ultimi mesi si registrano sviluppi anche riguardo all’interpretazione delle norme della Commissione europea relative alle riduzione delle emissioni di CO2, che ora sembrano includere anche le zero emissioni aggiuntive. Questo sembra riportare l’attenzione sull’uso dei motori a combustione. Tuttavia questa opportunità, al momento, rimane limitata ai soli combustibili sintetici. In futuro è probabile che questa politica di neutralità della CO2 venga estesa anche ai biocombustibili, ai quali l’Italia è favorevole, insieme ad altri paesi.
La macchina elettrica in Italia è ibrida
Come fa notare il Prof. Orecchini, nelle discussioni sui social ci si concentra solo sull’elettrico come alternativa al motore a combustione, ma è importante ricordare che esiste anche l’auto ibrida. Questo tema è forse sfuggito al dibattito generale ma non al mercato, che pare aumentare a vista d’occhio.
Questo tipo di veicolo sta diventando sempre più popolare, sia nella versione plug-in che mild-hybrid (che non si può definire un vero elettrico). Per i pochi che ancora non lo sanno, un’auto ibrida plug-in ha due motori, un motore a combustione interna e uno elettrico con la possibilità di ricaricare le batterie attraverso una colonnina esterna, come nel caso di una macchina totalmente elettrica.
La ibrida plug-in offre la rassicurazione di avere anche un motore a benzina o diesel per percorrere saltuariamente tratti molto lunghi o in mancanza di corrente elettrica. Ha anche il vantaggio, in fase di movimento in motore termico, di ricaricare la batteria che farà funzionare il motore elettrico.
Un pò come succedeva con la dinamo della nostra bicicletta che pedalando produceva energia per fare luce alla lampadina. La tecnologia ibrida è particolarmente efficiente nei centri urbani e nelle aree extraurbane, dove il motore elettrico e termico possono lavorare in simbiosi.
Il mercato italiano sta dimostrando una crescente preferenza per l’auto ibrida in tutte le sue forme, forse perché più rassicurante per l’utente italiano. Anche se le infrastrutture per la ricarica stanno crescendo a vista d’occhio, a favore di un utilizzo prevalentemente elettrico.
Ma parliamone con il Professore.
Il Prof. Orecchini è anche un divulgatore nel settore automotive. Lo potete seguire sul suo sito https://www.fabioorecchini.it o sul suo canale youtube.