Salviamo le api e gli agricoltori!
Siamo 1,2 milioni di cittadini europei che chiedono la fine dei pesticidi. L’iniziativa dei nostri cittadini è stata approvata, con 1,05 milioni di voti validi da parte dei cittadini iscritti.
Il 25 novembre 2022 il vicepresidente della Commissione europea Jourová e il commissario Kyriakides hanno ricevuto formalmente le richieste della nostra iniziativa da una delegazione della nostra ICE.
Vogliamo che l’UE assicuri che l’agricoltura sia rispettosa dell’ambiente e priva di pesticidi sintetici. Chiediamo sostegno agli agricoltori per lavorare con la natura.
Con questo accorato appello, 1 milione e 200mila cittadini di tutta Europa hanno dato vita ad un’iniziativa per molti versi eccezionale, perché nata realmente “dal basso”, cioè da soggetti non politici o istituzionali, ma appartenenti alla “cittadinanza attiva”.
Il progetto si chiama Save bees and farmers!, ovvero “Salviamo le api e gli agricoltori!” (con il punto esclamativo alla fine, per trasmettere ancora meglio il senso dell’impegno). Nasce da una rete (ancora in crescita) di oltre 140 ONG ambientali, organizzazioni di agricoltori e apicoltori, fondazioni di beneficenza e realtà scientifiche distribuite in tutta l’Unione europea, che lavorano insieme per conciliare agricoltura, salute e biodiversità.
“Nell’ultimo decennio, un numero significativo di movimenti di cittadini in tutta l’UE è emerso per opporsi ai pesticidi e al modello di agricoltura intensiva che sta distruggendo la biodiversità e quindi i nostri mezzi di sussistenza” scrivono i promotori nella presentazione del progetto. E citano alcuni casi di azione concreta: il referendum popolare organizzato nel paese altoatesino di Malles; i quasi due milioni di cittadini hanno firmato un’iniziativa per salvare le api in Baviera; le azioni mensili “Vogliamo i papaveri” in tutta la Francia. “I cittadini vogliono dimostrare ai loro decisori che non supportano le attuali politiche ambientali, agricole e sui pesticidi”.
Save bees and farmers è dunque una alliance, cioè una rete di diversi soggetti che ha come obiettivo azioni concrete e mirate per introdurre nuove politiche, o modificare o cancellare quelle in essere. “Abbiamo scoperto che i tempi erano maturi per avanzare richieste politiche ambiziose in materia di agricoltura e biodiversità” dichiarano i promotori. “La maggior parte delle crescenti prove scientifiche che sottolineano il nesso cruciale tra agricoltura intensiva, collasso della biodiversità, cambiamento climatico e rapida diminuzione delle aziende agricole a conduzione familiare, non lascia altra scelta che un rapido cambiamento nei sistemi di produzione alimentare”.
La vision di questa alleanza ECI (acronimo che sta per European Citizens Initiative) è quella “di un’Unione europea in cui l’agricoltura sia un vettore del benessere delle persone in termini di occupazione, salute e recupero della biodiversità”. L’obiettivo è dunque quello di “riqualificare aree rurali vivaci in cui le piccole aziende agricole forniscano un lavoro dignitoso agli abitanti dei villaggi producendo cibo sano in equilibrio con la natura, consentendo alla biodiversità di guarire dal disastro ambientale causato dall’emissione di prodotti agrochimici sulla nostra terra per decenni”.
L’ECI è stata presentata ufficialmente alla Commissione Europea da sette cittadini europei:
Annemarie Markt (agricoltrice, Italia), vittima di conseguenze dei pesticidi nella sua fattoria biologica;
Constantin Dobrescu (Romapis, Romania), rappresentante dell’organizzazione nazionale rumena degli apicoltori;
François Veillerette (Générations Futures, Francia), figura di spicco del movimento anti-pesticidi in Francia;
Helmut Burtscher-Schaden (Global 2000, Austria), figura di spicco del movimento europeo per la sostituzione dell’erbicida cancerogeno glifosato con alternative rispettose dell’ambiente;
Karl Bär (Umweltinstitut München, Germania), attivista ambientale, fa ricerca sul trasporto aereo di pesticidi e sostiene le comunità che desiderano proteggersi dai pesticidi
Martin Dermine (PAN Europe, Pesticide Action Network), veterinario, apicoltore e attivista per la biodiversità, la salute, il suolo e l’acqua pulita;
Noa Simon (Bee Life, Belgio), attiva da più di 10 anni per sostenere il settore dell’apicoltura contro i pesticidi tossici e per riformare la Politica Agricola Comune;
Polyxeni Nicolopoulou Stamati (patologo ambientale, Grecia), medico preoccupato per l’impatto negativo dei pesticidi sulla salute umana.
L’ECI è ora ufficialmente rappresentata da Martin Dermine (apicoltore e scienziato belga) e Helmut Burtscher-Schaden come sostituto.
Guarda la lista delle organizzazioni partecipanti:
https://www.savebeesandfarmers.eu/eng/about-us/our-alliance/
I principi e gli scopi di Save bees and farmers
L’iniziativa dei cittadini europei Save Bees and Farmers! vuole essere “un catalizzatore per la trasformazione dell’agricoltura, verso un modello che si basi su principi agroecologici e che quindi promuova la biodiversità”. Un modello agricolo che preservi le risorse naturali, prevenga il degrado e aumenti la fertilità del suolo; che contribuisca alla protezione del clima assorbendo dall’atmosfera più gas serra di quanti ne rilasci. “Un tale modello agricolo” scrivono i promotori “è l’unica risposta possibile alle crescenti sfide poste dalla biodiversità e dalle crisi climatiche, ed è quindi anche il più adatto a garantire l’approvvigionamento alimentare mondiale per le generazioni future”.
L’obiettivo primo è dunque l’eliminazione graduale dei pesticidi sintetici. Quello di lungo termine è la transizione dall’attuale modello agricolo ad alta intensità di input a un modello di miglioramento della biodiversità basato sui cicli naturali.
“L’eliminazione graduale dei pesticidi in 15 anni rappresenta una sfida ambiziosa”, ammettono quelli di Save bees. “La transizione del nostro modello agricolo verso l’agroecologia rappresenta una sfida per tutte le parti interessate, in particolare gli agricoltori”. Essa è possibile solo “con una forte volontà politica”.
Le raccomandazioni degli scienziati già formulate in passato “sono rimaste in gran parte inascoltate”. “Oggi dobbiamo riconoscere che la nostra generazione è l’ultima ad avere il potere di intraprendere azioni efficaci per fermare l’estinzione delle specie e il cambiamento climatico. Che lo facciamo o meno determinerà se il pianeta che ha permesso lo sviluppo della nostra civiltà offrirà le stesse condizioni di vita alle generazioni future. È nostra responsabilità garantirlo”.
Per donare a Save bees and farmers: