Con l’ombra sempre più marcata del cambiamento climatico e l’impellente necessità di azioni concrete per affrontare le sfide ambientali, i partiti verdi in Europa emergono come protagonisti chiave del dibattito politico. Il continente assiste a una marea verde in costante crescita, con partiti come “Die Grünen” in Germania, il “Green Party” in Irlanda e “Europe Écologie Les Verts” in Francia. In questo contesto, sorge spontanea la domanda: quale sarà il ruolo dei partiti verdi nelle prossime elezioni europee del 2024?
In Italia, i partiti verdi non hanno ottenuto gli stessi risultati. Abbiamo già approfondito questa questione attraverso un’intervista al Prof. Panarari, a cui facciamo riferimento: https://www.greentomeet.com/massimiliano-panarari-i-partiti-verdi/
Il partito verde più votato in Europa è “Die Grünen” in Germania, che alle elezioni europee del 2019 ha ottenuto circa il 20% dei voti, diventando il secondo partito del paese.
Il partito affonda le sue radici nei movimenti sociali e ambientalisti degli anni ’70. Fondato nel 1980 è nato dalla fusione di diverse organizzazioni ecologiste e pacifiste, che hanno unito le forze per trasformare la politica tedesca.
Il percorso verso la rappresentanza parlamentare si concretizzò solo nel 1983, quando riuscirono a eleggere il loro primo deputato, segnando un traguardo significativo. Tuttavia, il punto di svolta arrivò nel 1987, quando l’incidente nucleare di Chernobyl e la lotta contro la deforestazione catalizzarono un sostegno senza precedenti. Alle elezioni parlamentari di quell’anno, il partito raggiunse un notevole 8,3% dei voti, sottolineando la crescente preoccupazione per le questioni ambientali.
Gli anni ’90 rappresentano un periodo cruciale nella storia di “Die Grünen”. Sotto la leadership di Joschka Fischer, che svolse un ruolo determinante nella trasformazione del partito da movimento di protesta a forza politica rilevante, i Verdi consolidarono la loro posizione nella politica tedesca.
Nel 1990, il Partito Verde ottenne una significativa vittoria nelle elezioni in Assia, consolidando il suo ruolo nelle istituzioni politiche. La loro partecipazione al governo federale nel 1998, in coalizione con il Partito Socialdemocratico (SPD), segnò un momento storico. Joschka Fischer divenne Ministro degli Esteri, un incarico di grande rilevanza che ne confermò il peso politico.
Durante questo periodo, i Verdi affrontarono questioni ambientali cruciali, concentrandosi sulle politiche di sostenibilità e sulla lotta contro il cambiamento climatico. La loro presenza nel governo federale diede impulso a iniziative green, spingendo per leggi e politiche orientate all’ambiente.
Tuttavia, la partecipazione al governo portò anche a tensioni interne e adattamenti alla politica mainstream. Alcuni membri del partito criticarono il compromesso con la realpolitik, mettendo alla prova l’equilibrio tra principi ambientalisti e responsabilità governativa.
Gli anni 2000 hanno rappresentato un periodo di consolidamento e riflessione per il Partito. Questo periodo ha visto il Partito Verde tedesco adattarsi alle mutevoli esigenze della società civile. Le sfide globali del ventunesimo secolo hanno richiesto una risposta più ampia, andando oltre la sfera ambientale e coinvolgendo tematiche sociali di rilevanza crescente, dimostrando la sua capacità di adattamento aprendosi a nuove generazioni di politici, dando spazio a idee innovative e ampliando il suo raggio d’azione.
Nel 2022, sono stati eletti i nuovi leader; tradizionalmente, il partito è guidato da una doppia leadership, composta da Ricarda Lang e Omid Nouripour.
Secondo la biografia ufficiale del partito, disponibile su https://www.gruene.de/leute/ricarda-lang, Ricarda è nata a Filderstadt nel 1994: il che la rende la più giovane leader nella storia del partito. Entrata a far parte del partito nel 2012, all’età di 18 anni, ha ricoperto diverse posizioni, tra cui co-portavoce del Green Youth dal 2017 al 2019 e co-vice leader del partito e portavoce per la politica delle donne dal 2019 al 2021.

Ricarda Lang è considerata rappresentante dell’ala sinistra del partito, con un focus particolare sulla giustizia sociale e la politica climatica. Sostiene attivamente il femminismo, la positività del corpo e la politica queer. Nelle sue posizioni politiche, Lang si mostra critica verso gli approcci individualisti alle politiche, favorendo invece la necessità di affrontare cambiamenti strutturali per combattere il cambiamento climatico e altre questioni sociali.
La sua biografia rivela che sua madre era un genitore single e lavorava in un rifugio per donne. In tal senso, Lang afferma: “So cosa significa faticare ad arrivare a fine mese nonostante si lavori per molte ore e si sia socialmente rilevanti.” Questa dichiarazione conferma la sua forte sensibilità non solo verso le questioni ambientali, ma anche verso quelle sociali.
Omid Nouripour, secondo la sua biografia ufficiale disponibile su https://www.gruene.de/leute/omid-nouripour è cresciuto in Iran. La sua famiglia si trasferì a Francoforte, in Germania, quando Omid aveva circa 13 anni.
Il coinvolgimento di Nouripour nella politica è iniziato con il Partito Verde giovanile e ha successivamente portato alla sua elezione al Bundestag (Parlamento tedesco) nel 2006. La sua attività politica si è concentrata principalmente sulla politica estera, difesa e sicurezza.

Un momento significativo nella sua carriera è stato l’incarico come portavoce del gruppo parlamentare verde per gli affari esteri. In questo ruolo, Nouripour ha affrontato questioni cruciali, tra cui la partecipazione tedesca alle missioni internazionali e la gestione delle crisi globali.
ll Partito Verde tedesco emerge nel panorama politico europeo, posizionandosi al centro di una crescente consapevolezza ambientale e sociale. Il suo successo è, probabilmente, il frutto di una storia lunga e impegnata ed ad una capacità di adeguarsi alle mutevoli priorità dell’opinione pubblica tedesca.
Le prossime elezioni europee del 2024 rappresentano l’imminente appuntamento cruciale per tutti i partiti verdi europei, i quali saranno chiamati non solo a incarnare gli ideali ambientalisti, ma anche a navigare nelle acque complesse della realpolitik.