La Politica Agricola Comune (PAC) è una delle politiche chiave dell’Unione Europea (UE), concepita per gestire l’agricoltura e sostenere gli agricoltori dei paesi membri.
Istituita nel 1962 quando l’UE era ancora nota come Comunità Economica Europea (CEE), la PAC è stata progettata per aumentare la produttività agricola, garantire un tenore di vita equo per la popolazione agricola, stabilizzare i mercati, assicurare la disponibilità di forniture e fornire ai consumatori cibo a prezzi accessibili.
Nel 1962 non esisteva ancora l’Unione Europea così come la conosciamo oggi. La Politica Agricola Comune (PAC) è stata istituita all’interno della Comunità Economica Europea, che è stata fondata nel 1957 dai Trattati di Roma che mirava a promuovere l’integrazione economica tra i suoi stati membri.
Ricordiamo che la CEE inizialmente includeva sei paesi: Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi e solo con il passare del tempo e attraverso vari trattati e processi di espansione, la CEE si è evoluta in quella che conosciamo oggi come Unione Europea, un’entità politica ed economica più ampia e integrata.
Quindi, quando si parla della creazione della PAC nel 1962, si fa riferimento al contesto della Comunità Economica Europea in un periodo storico ben diverso da quello odierno.
È facile comprendere che dalla sua creazione ad oggi, la PAC ha subito diverse riforme significative per adattarsi alle mutevoli esigenze economiche, sociali e ambientali di questi 62 anni.
Tra i passaggi storici più rilevanti:
Tra gli anni 1960-1980 quando si cercavano risposte alla crisi alimentare e all’instabilità dei mercati. In quel periodo le sfide del dopoguerra erano indirizzate ad affrontare la crisi alimentare e l’instabilità dei mercati agricoli.
Negli anni 1980-1990 le riforme orientate al controllo della produzione e della sovraproduzione. I meno giovani ricorderanno certamente la vicenda delle cosiddette “quote latte” iniziata nel 1984 che fu causa subito, e negli anni successivi, di un grande dissenso da parte degli agricoltori. L’intervento aveva lo scopo di limitare e ridurre gli eccessi di mercato nel settore lattiero-caseario.
Sempre in quegli anni (1992) interventi come il disaccoppiamento dei pagamenti diretti della produzione. Prima di allora i pagamenti diretti erano spesso legati alla produzione, il che incentivava la sovrapproduzione e portava a eccedenze di mercato. Ma anche le riforme dei prezzi di intervento e le misure per ridurre i costi della PAC.
Solo dagli anni 2000 la PAC ha iniziato a spostare la sua attenzione verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sono state introdotte misure per promuovere pratiche agricole sostenibili e lo sviluppo rurale.
Dal PAC post-2013 ai giorni nostri il “greening”
Le indicazioni e le norme della UE di questi ultimi anni definito come (PAC post-2013) che ha avuto luogo il 16 dicembre 2013 ed entrato in vigore dal 2014 ha cambiato ulteriormente il paradigma o forse possiamo dire che ha rafforzato, alcune norme, che già esistevano, in una forma embrionale nei PAC precedenti, quelle relative alla salvaguardia dell’ambiente.
Secondo i dati del sito del consiglio europeo il bilancio della PAC PER IL 2014-2020 rappresentava il 38% circa del bilancio generale della UE pari a 408,31 miliardi di euro per il periodo di 7 anni con l’obiettivo di una diminuzione del 15% rispetto al 2013.
Questa riforma introduceva cambiamenti significativi nel modo in cui venivano erogati i pagamenti diretti agli agricoltori, rafforzava il legame tra il sostegno agricolo e la sostenibilità ambientale e cercava di semplificare e rendere più trasparenti le procedure amministrative della PAC.
Sono state introdotte, per esempio, una serie di misure “verdi” volte a promuovere pratiche agricole sostenibili e a tutelare l’ambiente, come la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e la conservazione delle zone ecologicamente significative.
PAC 2023 – 2027
La UE definisce la nuova politica agricola comune come: più equa, più verde e maggiormente orientata ai risultati” ed entra in vigore da gennaio 2023. Le norme di fatto rappresentano una continuità delle riforme precedenti ed introduce obiettivi più ampi che si allineano a quelli del Green Deal Europeo.
Le politiche agricole sono fortemente indirizzate a fornire un reddito stabile agli agricoltori attraverso pagamenti diretti e misure di mercato per compensare le fluttuazioni dei prezzi e dei costi di produzione.
A promuovere pratiche agricole sostenibili per proteggere l’ambiente, preservare la biodiversità e combattere i cambiamenti climatici.
A stimolare l’economia delle aree rurali promuovendo l’innovazione, la digitalizzazione e la diversificazione delle attività economiche.
Assicurare la produzione di cibo di alta qualità, sicuro e tracciabile, rispettando standard elevati di benessere degli animali e salute delle piante.
Si introduce una nuova “green architecture” per i pagamenti diretti, con l’obiettivo di integrare la sostenibilità in tutte le fasi della produzione agricola. Gli agricoltori sono tenuti a rispettare requisiti ambientali e climatici più rigorosi per accedere ai pagamenti diretti, come la protezione delle zone umide, la gestione sostenibile delle terre agricole e la promozione della biodiversità che si concretizza per esempio nel mantenere “ferme” il 4% delle superfici agricole.
Si introducono nuovi obiettivi per promuove la digitalizzazione e l’innovazione nel settore agricolo, con l’obiettivo di migliorare la competitività, la resilienza e la sostenibilità dell’agricoltura europea. Sono stati stanziati fondi per investimenti in tecnologie digitali, robotica agricola, agricoltura di precisione e altre soluzioni innovative.
Le nuove disposizioni precisano che ogni Stato membro dell’UE deve effettuare un’analisi di ampio respiro per individuare le proprie esigenze specifiche e mettere a punto un piano strategico della PAC. Questo piano deve illustrare come intende utilizzare i finanziamenti. Ogni piano deve essere approvato dalle UE. Ogni paese deve poi presentare i risultati per valutarne i risultati ottenuti.
La pac con tutte le sue modifiche ha influenzato per oltre 60 anni gli agricoltori europei che sono stati guidati dalle politiche nazionali ed oggi più che ieri europee. Le politiche di questi ultimi anni hanno dato un grande peso alla sostenibilità, al mantenimento del territorio e al benessere pubblico.
Sono politiche ambiziose. Tuttavia, resta da vedere come queste nuove politiche e misure saranno implementate e quali saranno i loro effetti sul “terreno”. La valutazione dell’efficacia e dell’impatto della PAC 2023-2027 richiederà tempo e monitoraggio costante da parte delle autorità competenti e degli stakeholder del settore agricolo e dell’informazione.
fonti: consiglio europeo