Non più solo turismo enogastronomico: è nato l’oleoturismo

Da qualche anno a questa parte, accanto al turismo enogastronomico, sta prendendo piede anche l’oleoturismo, per il cui sviluppo l’Italia ha svolto un ruolo di apripista a livello europeo.

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L’oleoturismo è una specifica forma di turismo enogastronomico che si concentra sulla produzione dell’olio di oliva e sulle tradizioni legate ad esso. Chi compie un tour oleoturistico ha, dunque, la possibilità di vivere un’esperienza che lo porta a scoprire i segreti dell’olio, a degustarne assaggi di alta qualità, e a immergersi nella cultura e nelle usanze legate al mondo dell’olivicoltura.

L’importanza della diffusione di questa nuova forma di turismo, tuttavia, sta anche nella capacità che essa ha di tutelare e di valorizzare la grande varietà di ulivi e di olio che contraddistingue il nostro Paese, contribuendo a preservarne la biodiversità.

In un’epoca in cui l’industria agroalimentare tende ad omologare i prodotti gastronomici, e a standardizzare i processi di produzione, l’oleoturismo rappresenta, pertanto, un modo per riscoprire le radici della nostra cultura alimentare e per valorizzare le produzioni locali di alta qualità.

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Ma quando nasce l’oleoturismo?

Sebbene da diversi anni alcuni produttori di olio extravergine di oliva hanno iniziato, un po’ in sordina, ad aprire ai visitatori le porte delle proprie aziende agricole, possiamo affermare che la data di nascita ufficiale dell’oleoturismo sia il 2019.

Proprio nella Legge di Bilancio di quell’anno, in effetti, si definisce “l’oleoturismo”, che, in breve, consiste in attività di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione, in visite nei luoghi di coltura, in degustazioni, e in iniziative a carattere didattico e ricreativo sull’olio (art. 1, commi 513 e 514, Legge di Bilancio 2019).

Da allora, l’oleoturismo si è diffuso in tutta Europa, diventando una forma di turismo sempre più popolare tra gli amanti della buona cucina e della cultura gastronomica. In particolare, Spagna, Grecia e Croazia, maggiori produttori d’olio europei assieme all’Italia, hanno seguito l’esempio, dando vita a numerose iniziative legate all’oleoturismo, e contribuendo a renderlo un fenomeno noto e diffuso.

Tra le attività di oleoturismo più popolari ci sono le visite guidate alle aziende agricole, durante le quali i visitatori possono assistere alle fasi di raccolta delle olive, di spremitura e di filtraggio dell’olio; i laboratori di degustazione, nei quali si assaggiano diversi tipi di olio e si impara a riconoscerne le caratteristiche organolettiche; infine, attività di ricerca e di valorizzazione di metodi di olivicoltura tradizionale. Ma vediamo qualche esempio concreto.

Il Parco Regionale dell’Olio di Venafro

Tra i luoghi più attivi circa la promozione delle nostre tradizioni di olivicoltura vi è senz’altro il Parco Regionale dell’Olio di Venafro, presso Isernia, in Molise (Parco Regionale Olivo di Venafro). Si tratta della prima area protetta in Italia dedicata all’ulivo, e rappresenta un unicum a livello europeo.

L’olivicoltura a Venafro, in effetti, si pratica da millenni! E non è un modo di dire: furono proprio gli antichi romani a incominciare questa attività, come ci testimonia il poeta latino Plinio il Vecchio, che elogiò in un suo scritto la pregiata qualità del prezioso nettare molisano.

Un’eredità non male quindi, che l’istituzione dell’area protetta ha contribuito a preservare e promuovere. Le attività che l’Ente Parco mette in campo, durante tutto l’anno, per mantenere viva questa millenaria tradizione sono diverse: accanto alle più consuete, spicca una costante attenzione per la ricerca e per la tutela delle tecniche di olivicoltura tradizionale.

A tal proposito, è stato creato Venolea, un festival dell’olio e dell’ulivo che si svolge ogni anno, e che vede coinvolti l’Ente Parco e decine di olivicoltori e artigiani della zona. Iniziative come queste, hanno permesso a un territorio, per anni abbandonato all’incuria, di rinascere attraverso la tutela e la valorizzazione della biodiversità e della cultura agricola tradizionale.

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Il Parco Regionale dell’Olio di Venafro è, in definitiva, un luogo magico dove la natura, la storia e la tradizione si fondono creando un’atmosfera unica e suggestiva.

Le strade dell’olio in Puglia

Le strade dell’olio in Puglia sono un vero e proprio tesoro da scoprire per gli amanti dell’olio extravergine di oliva. Si tratta di itinerari da percorrere perlopiù in bicicletta, che permettono ai visitatori di scoprire i luoghi in cui viene prodotto l’olio, di assaggiarne diverse varietà e di immergersi nella cultura locale legata all’olivicoltura.

I percorsi seguono le antiche vie commerciali, note anche come “vie dell’olio”, che venivano utilizzate in passato per trasportare merci e prodotti alimentari, tra cui il pregiato olio pugliese.

Una delle più famose è la via Traiana, che prende il nome dall’imperatore romano Traiano. Realizzata nel II secolo d.C., collegava Benevento a Brindisi e permetteva di esportare nel Mediterraneo l’olio prodotto nelle campagne della Puglia.

Ancora oggi, la via Traiana rappresenta un percorso affascinante che permette di immergersi nella storia e nelle tradizioni della Regione. Lungo la strada romana è possibile, infatti, visitare i numerosi oliveti che la costeggiano, compiendo tour oleoturistici

L’oleoturismo, in definitiva, permette di riscoprire il nostro territorio, promuovendo pratiche sostenibili, legate alle radici della nostra cultura alimentare, e capaci di preservare la biodiversità della nostra Penisola. Non resta, pertanto, che augurarsi che possa diffondersi sempre di più, per un futuro più local e più green.

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Da G.T.M.
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