Il termine “Net Zero” risuonava come un mantra nelle sale della COP 28 e nei corridoi del potere globale. Se il 2024 si prospetta come l’anno di svolta verso un futuro più sostenibile, un obiettivo ambizioso che ci chiamerà tutti a contribuire da diligenti cittadini eco-consapevoli sarà proprio “Net Zero”.
Mentre il 2050 appare nell’orizzonte temporale come il traguardo per l’eliminazione completa di questi combustibili, il 2024 si afferma come il momento critico per definire strategie aziendali, consolidare impegni e mettere in moto le azioni concrete verso il mercato per non rischiare di rimanere “fuori dai giochi”.
Nel marketing, Net Zero diventerà una parte integrante dell’identità aziendale. Le aziende adotteranno sempre di più un posizionamento che enfatizzi l’impegno per la sostenibilità, per attrarre consumatori sempre più consapevoli del cambiamento climatico. Spinte non solo dalle normative, ma anche dalle aspettative dei consumatori e degli investitori, le imprese dovranno dimostrare un vero impegno per la sostenibilità, facendo del marketing un veicolo per mostrare i loro sforzi.
Le aziende devono rivedere i propri processi produttivi per ridurre al minimo le emissioni di gas serra. Questo passaggio implica spesso un investimento iniziale in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di innovare processi e prodotti. La transizione verso energie rinnovabili e l’adozione di tecnologie più efficienti sono ormai non solo un imperativo etico ma anche economico.
La trasparenza e la comunicazione sono pilastri fondamentali nell’ambito delle iniziative ambientali, specialmente per quanto riguarda il percorso verso Net Zero. Sviluppare questi concetti richiede un approccio olistico che coinvolga ogni livello dell’organizzazione.
Un dialogo costruttivo con le parti interessate, inclusi clienti, investitori, comunità locali e gruppi ambientalisti, in questo senso è cruciale. Ciò può avvenire attraverso forum pubblici, consultazioni, incontri e piattaforme di social media, permettendo alle aziende di ricevere feedback e adattare le loro politiche di sostenibilità di conseguenza.
Le attività produttive e commerciali dovrebbero poi impegnarsi nella formazione e nell’educazione dei propri dipendenti in materia di sostenibilità. Dipendenti ben informati possono contribuire a diffondere i valori dell’azienda.
Fondamentale sarà anche evitare la “greenwashing”, cioè l’atto di promuovere false percezioni di impegno ambientale, con il risultato di un ritorno negativo sull’immagine aziendale.
Sarà sempre più importante, invece, comunicare proattivamente gli obiettivi di sostenibilità e le strategie per raggiungerli, nonché i progressi fatti e le lezioni apprese lungo il percorso. Questo include la condivisione di successi e fallimenti, creando un dialogo aperto e onesto con i consumatori e le parti interessate.
Utilizzare il racconto di storie reali e casi studio, attraverso i social, il web o altri supporti mediatici può rendere l’impegno dell’azienda più tangibile e comprensibile. Storie di come specifici cambiamenti abbiano avuto un impatto positivo sull’ambiente o su comunità locali, possono essere un messaggio molto potente.
L’obiettivo non è privo di difficoltà e ostacoli; ma offre un’opportunità senza precedenti per le aziende di riorientare il loro futuro su basi più verdi e responsabili. L’adozione di politiche Net Zero diventa quindi un investimento nel brand aziendale, una garanzia di longevità in un mercato in rapida evoluzione e un biglietto da visita imprescindibile da offrire ai propri clienti consolidati o potenziali.
Alla base ci deve essere la sfida di comunicare in modo efficace e sincero l’impegno verso la sostenibilità. Sarà quindi sempre più importante la comunicazione attraverso la quale le aziende potranno, come si è detto, costruire una relazione di fiducia con i propri stakeholder, dimostrando che la loro missione di sostenibilità va oltre il mero adempimento normativo o di marketing.
Man mano che il Net Zero si trasforma da concetto a pratica quotidiana, andranno delineandosi anche nuove figure professionali, nuovi standard di misurazione del successo aziendale e un nuovo linguaggio con cui comunicare. Questo passaggio epocale non è solo responsabilità delle aziende, ma un compito collettivo che vede coinvolti consumatori, politiche pubbliche e ogni singolo individuo.