Il microbiota intestinale già da qualche anno sta diventando un argomento sempre più centrale nella medicina e la ricerca sta scoprendo interessanti implicazioni che questo ha sulla nostra salute e il nostro benessere.
Il microbiota intestinale è l’insieme di microbi contenuti nel nostro intestino, che sono un numero enorme, addirittura nell’ordine di 10 alla 14 e si stima rappresentino 1-1,5 kg del nostro peso corporeo. È un complesso ecosistema che si costituisce fin dalla nascita e che è sempre in continua evoluzione. La sua funzione è quella sia di consentire l’assorbimento di vari nutrimenti, sia di protezione contro microrganismi patogeni che possono danneggiare l’organismo. È un po’ il nostro esercito di batteri buoni. In questo articolo parliamo in particolare del microbiota intestinale, ma dobbiamo tenere presente che esistono anche altre popolazioni di batteri buoni nel nostro corpo, come sulla pelle o all’interno della vagina.
Non è costituito solo da batteri, ci sono infatti anche virus, che sono soprattutto batteriofagi, ovvero i virus dei batteri, che regolano sia l’omeostasi, quindi l’equilibrio, sia quantitativo sia qualitativo dei batteri presenti nell’intestino e inoltre favoriscono anche la ricombinazione genetica tra batteri del nostro intestino. Poi ci sono anche funghi, anche se di questi ancora non conosciamo benissimo la funzione.
I batteri comunque sono il 98% della popolazione del microbiota e ogni tipologia ha un suo ruolo. Ad esempio c’è una tipologia di batteri che produce acidi grassi a catena corta, gli SCFA, che hanno la funzione di nutrire le cellule del colon e hanno funzione antinfiammatoria, oppure batteri che regolano l’assorbimento di vari nutrienti ecc.
Insomma la popolazione batterica del nostro microbiota ha una funzione che si sta scoprendo sempre più centrale nel nostro organismo. Secondo vari studi effettuati sui topi il microbiota può influenzare addirittura i nostri comportamenti. Topi privati di microbiota, detti germ-free, che sono stati tenuti fin dalla nascita in ambienti sterili, si è visto come hanno comportamenti più impulsivi rispetto ai topi con microbiota.
Inoltre sembra che i nostri amici batteri possano avere anche un ruolo nella scelta dei cibi, in quanto si teorizza che essendoci popolazioni batteriche diverse, alcune di queste, nutrendosi di alcuni cibi più di altri, “richiedano” quel cibo, mandando segnali che ci spingono a consumarli.
Sempre per quanto riguarda l’asse intestino-cervello, si è visto che trapiantando il microbiota di persone affette da depressione in topi, questi ultimi assumevano atteggiamenti tipici sintomatici di depressione. Quindi si sta vedendo sempre di più come la nostra testa sia influenzata dal nostro intestino e viceversa.
Importantissime sono anche le potenziali conseguenze sull’obesità. Si è visto come i topi germ-free, nonostante diete ipercaloriche rimanessero sempre magri. È stato inserito poi in questi topi il microbiota di un topo magro e in un altro topo germ-free il microbiota di un topo corpulento e si è visto come a parità di dieta, il topo magro rimaneva tale e quello corpulento tendesse a ingrassare. La spiegazione è che il microbiota è fondamentale nella modalità di assimilazione dei nutrienti. Questa potrebbe essere una nuova frontiera nel trattamento dell’obesità.
Ma come si forma il microbiota? Fin dalla nascita, inizia dal passaggio per il canale del parto, poi con l’allattamento al seno e poi con tutto quello con cui viene in contatto il bambino. Poi chiaramente è importantissima l’alimentazione. È per questo motivo che ognuno di noi ha un microbiota sotto certi aspetti differente.
Il microbiota è anche fondamentale nella modulazione del sistema immunitario e nell’immunità in generale. Tant’è che si stanno studiando le correlazioni che ci sono tra malattie autoimmunitarie e varie allergie con le differenze di esposizione a vari batteri che poi compongono il microbiota, come ad esempio parto cesareo o naturale.
Il microbiota è influenzato da tanti aspetti, prima di tutto l’alimentazione e le abitudini di vita, poi infezioni, farmaci, alterazioni ormonali, sistema immunitario e permeabilità intestinale e sistema nervoso enterico. Con l’alimentazione noi dobbiamo sempre considerare che andiamo a nutrire specifiche specie batteriche più di altre ed è per questo che bisogna cercare di preferire una dieta il più possibile costituita da alimenti non processati, frutta, verdura, pochi zuccheri ecc. perché queste sostanze andranno ad avere effetti diversi sul nostro microbiota.
In persone predisposte alterazioni del microbiota possono portare a sindrome dell’intestino irritabile, rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn ecc. quindi attenzione a quello che si mangia. Ci sono cibi notoriamente pro-infiammatori come gli zuccheri e cibi anti-infiammatori come verdura.
Per prendersi cura del nostro microbiota ci sono probiotici e prebiotici che possono essere utilizzati in caso di alterazioni, come quando si prende un antibiotico e si rischia di avere delle disbiosi intestinali. I probiotici sono direttamente il ceppo di batteri, i prebiotici invece sono il nutrimento che si dà a determinati batteri. Esistono anche i postbiotici che sono direttamente le sostanze prodotte dai batteri e i simbiotici che sono formulazioni di pre e probiotici insieme. Chiaramente l’integrazione va considerata sotto consiglio di un professionista.
Insomma curare la nostra alimentazione e il nostro stile di vita significa curare il nostro microbiota, che è come se fosse un direttore d’orchestra della nostra salute generale.