Il lago di Lod in Valle d’Aosta non verrà più depredato delle sue acque.

Uno dei più gravi scandali ambientali degli ultimi anni potrebbe essere sanato, il lago di Chamois è salvo. Il 2024 si apre, una volta tanto, con una bella notizia per l’ambiente della nostra montagna e del nostro Paese.

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[lcodacci] © 123RF.com]. Lago D’arpy Valle D'Aosta

L’udienza predibattimentale tenutasi il 29 gennaio per il danneggiamento ambientale, paesaggistico e il furto d’acqua al Lago di Lod – un piccolo e incantevole specchio d’acqua che si apre sotto il Cervino nel comune di Chamois, in Valle d’Aosta – si è conclusa con una vittoria per Legambiente. L’associazione ambientalista è stata infatti ammessa come parte civile nella parte di procedimento che riguarda il danneggiamento.


Il gup di Aosta ha assolto l’ex presidente del Consorzio di miglioramento fondiario e il responsabile operativo. Le ipotesi di reato erano furto d’acqua, deturpamento di bellezze naturali e l’intervento non autorizzato su bene paesaggistico.

La lunga vicenda, che da questione locale è diventata ben presto un simbolo delle battaglie nazionali per la difesa dell’ambiente – stante l’incredibile bellezza del luogo e l’altrettanto incredibile danno che si andava a perpetrare – è cominciata nella primavera del 2022, quando le acque del Ru de Novales (che affluiscono al lago di Lod) erano state dirottate altrove: l’azione aveva causato un notevole abbassamento del livello e provocato danni floro-faunistici e all’equilibrio biologico generale dell’ecosistema.

La denuncia per il prelievo d’acqua non autorizzato era partita da Legambiente e dal Comitato creato per la difesa del lago .

Nel frattempo è arrivata un’altra importante sentenza per il futuro del lago. Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma ha deciso relativamente al ricorso presentato da Legambiente e da alcuni residenti, proprietari e consorzisti di Chamois. Questi chiedevano l’annullamento delle delibere di concessione idroelettrica che prevedevano l’uso del Lago di Lod come bacino di accumulo dell’acqua per due centrali idroelettriche nel territorio di Chamois.


La sentenza ha dichiarato “una sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione del ricorso” poiché nel frattempo vi è stata la rinuncia all’utilizzo del lago come bacino d’accumulo.
La sentenza ha specificato anche – e questo è il punto più importante sul piano ambientale – che, in un eventuale futuro nuovo progetto, il lago “non potrà più assumere alcuna funzione”, e che la necessaria nuova Valutazione di Impatto Ambientale dovrà tenere conto della non disponibilità del lago.


Si può forse tirare un sospiro di sollievo: il lago di Chamois è salvo. Quantomeno non c’è più rischio che venga utilizzato come bacino d’accumulo. Il 2024 si apre, una volta tanto, con una bella notizia per l’ambiente della nostra montagna e del nostro Paese.

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Da G.T.M.
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