Riguardo la sostenibilità ambientale in Europa e nel mondo, sorge spontanea una domanda: Qual è la nazione più sostenibile? L’Environmental Performance Index (EPI), elaborato dalle università di Yale e Columbia e pubblicato biennalmente, fornisce una risposta, classificando i paesi in base al loro impegno ambientale.
L’indice valuta vari aspetti della sostenibilità, dalla lotta ai cambiamenti climatici alla salute ambientale. L’ultima edizione risale al 2022, mentre l’edizione aggiornata è attesa per l’estate 2024. Sorprende notare che il paese più sostenibile, secondo l’EPI, non ha un partito verde tradizionale.
Ma andiamo per ordine.
L’Environmental Performance Index (EPI) è un indice creato da un team di ricerca congiunto del Yale Center for Environmental Law & Policy e del Center for International Earth Science Information Network dell’Earth Institute presso la Columbia University. Questo indice valuta 180 paesi su una varietà di fronti legati alla sostenibilità ambientale, come la salute, la vitalità dell’ecosistema e la gestione delle risorse naturali.
Utilizza 40 indicatori di prestazione distribuiti in 11 categorie di problemi per fornire una valutazione complessiva delle prestazioni ambientali di ciascun paese, riflettendo quanto essi siano vicini agli obiettivi politici ambientali stabiliti a livello globale.
Secondo questo indice il paese che raggiunge il migliore risultato è la Danimarca.
La Danimarca è una monarchia costituzionale nella Scandinavia settentrionale, è rinomata per la sua qualità della vita elevata, l’istruzione avanzata, e un’economia forte basata su un modello di welfare sociale. È un leader nell’energia eolica e si impegna fortemente per ridurre la sua impronta di carbonio.
Culturalmente ricca, con una storia di vichinghi, re e esploratori, la Danimarca è anche nota per il design, la letteratura e una cucina che enfatizza prodotti locali e sostenibilità. Ha un parlamento, chiamato Folketing, nel quale sono insediati 7 partiti:
- Socialdemokratiet (Partito Socialdemocratico): Tradizionalmente uno dei partiti più grandi e spesso alla guida del governo.
- Venstre (Partito Liberale): Un partito di centro-destra con una forte enfasi sull’economia di mercato e le riforme liberali.
- Dansk Folkeparti (Partito Popolare Danese): Un partito di destra con una politica di forte controllo dell’immigrazione.
- Det Konservative Folkeparti (Partito Popolare Conservatore): Un partito conservatore con focus su economia di mercato e valori tradizionali.
- Socialistisk Folkeparti (Partito Popolare Socialista): Un partito di sinistra con un’attenzione particolare alle questioni ambientali e di giustizia sociale.
- Enhedslisten (La Lista di Unità): Un’alleanza di partiti di sinistra e socialisti.
- Radikale Venstre (Partito Radicale Liberale): Un partito di centro con una visione liberale e progressista.
Tra questi partiti non c’è un partito dichiaratamente verde, almeno non nel significato più tradizionale del termine. Se è pur vero che le istanze verdi del paese sono maggiormente rappresentate dal Socialistisk Folkeparti (Partito Popolare Socialista) e la Lista di Unità (Enhedslisten) la cultura della sostenibilità è diffusa in ogni partito. Questo è, probabilmente, Il motivo per cui non è stato necessaria la formazione di un partito verde
Le questioni ambientali sono ampiamente integrate nelle politiche dei partiti principali. Ciò significa che le politiche verdi vengono promosse attraverso un’ampia gamma di partiti politici, non solo tramite un singolo partito verde. L’ampia accettazione e il sostegno alle politiche ambientali da parte dei partiti esistenti, sembra soddisfare le esigenze degli elettori.
La cultura verde e l’ambientalismo sono profondamente radicati nella società. Questo forte senso di responsabilità ambientale tra i cittadini influisce sulla politica in modo significativo. I politici, rispondendo ai valori e alle aspettative dei loro elettori, tendono a integrare politiche sostenibili e ambientali nei loro programmi, indipendentemente dalla loro appartenenza politica.
Questo approccio trasversale garantisce che la sostenibilità sia un obiettivo comune a livello nazionale, piuttosto che un argomento confinato a un singolo partito politico. In questo modo, la cultura e i valori dei cittadini plasmano direttamente l’agenda politica del paese.
Forse qualcuno si starà chiedendo in che posizione si colloca l’Italia in questa classifica?. Siamo al 23° posto. Un risultato che testimonia che c’è da lavorare ancora sulla cultura della sostenibilità.
fonti: EPI visonabili qui