“La Groenlandia non è in vendita”. Ma perché fa tanto gola alle superpotenze?

Groenlandia contesa: tra strategie geopolitiche, risorse minerarie e il futuro dell’Artico in un mondo che si riscalda

6 minuti di lettura
immagine by :[jordachelr] © 123RF.com
Team Greentomeet“La Groenlandia non è in vendita”. Ma perché fa tanto gola alle superpotenze?

Non è mai stata così al centro delle cronache dei media internazionali, perlomeno da molti decenni. Chi pensava che fosse solo un’enorme distesa di ghiaccio (in ritirata, purtroppo, come vedremo) senza grande appeal né caratteristiche che la rendano attrattiva, si deve ricredere in questi giorni.

La Groenlandia è nel mirino. Di Trump, prima di tutto, che lo ha dichiarato apertamente in più occasioni. Ma anche delle altre grandi potenze, la Cina fra tutte. Ma che cos’ha di così attraente questa enorme isola (2.166.086 km quadrati) collocata nell'estremo nord dell'oceano Atlantico tra il Canada, l'Islanda, l'Artide e il mar Glaciale Artico?

A chi appartiene politicamente la Groenlandia?

Andiamo con ordine. Prima di tutto, a chi appartiene politicamente? La Groenlandia è un territorio autonomo che fa parte del Regno di Danimarca. Politicamente, gode di un sistema di autogoverno stabilito dalla Legge sull'autogoverno del 2009, che le conferisce ampie competenze su molte questioni interne, come la salute, l'istruzione e la gestione delle risorse naturali.

Alcune aree rimangono sotto il controllo danese: soprattutto la politica estera, la difesa e la sicurezza nazionale.

Perché interessa così tanto le superpotenze?

Un interesse strategico

La posizione geografica della Groenlandia la rende cruciale per le rotte marittime artiche. Con il progressivo scioglimento dei ghiacci, poi, le rotte stanno diventando sempre più praticabili.

Dal punto di vista militare, la Groenlandia ospita basi strategiche, come la Thule Air Base degli Stati Uniti, che è fondamentale per le operazioni della NATO. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di “interessamento” per questa regione, risalente addirittura al XIX secolo. Trump, dunque, ha rinfocolato una polemica politico-strategica vecchia di almeno un secolo e mezzo.

Anche la Cina, però, ha più volte manifestato un forte interesse per la Groenlandia, investendo in progetti infrastrutturali e minerari. Attraverso la sua iniziativa "Via della seta polare", Pechino cerca di stabilire collegamenti più stretti con l'Artico e ottenere accesso alle risorse della regione.

Groenlandia e cambiamento climatico: qual è il legame?

La Groenlandia, che è coperta per circa l'80% da ghiacci, sta vivendo profondi cambiamenti ambientali a causa del riscaldamento globale e delle attività umane. Sono cambiamenti che non solo influenzano la biodiversità locale, ma hanno anche ripercussioni significative sul clima globale e sul livello del mare.

Negli ultimi decenni, la Groenlandia ha subito un'accelerazione senza precedenti nella fusione dei suoi ghiacci. Secondo i rilevamenti, il tasso di scioglimento è quintuplicato rispetto agli anni '90, con una perdita annuale di circa 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio.

Attenzione. Non è un problema solo groenlandese. Questa fusione contribuisce a circa il 30-40% dell'innalzamento globale del livello del mare. Gli scienziati stimano che nel corso di questo secolo la Groenlandia potrebbe perdere più ghiaccio di quanto non ne abbia perso negli ultimi 12.000 anni.

Negli ultimi 30 anni, l'1,6% della superficie della Groenlandia è diventata verde, cioè ha sostituito il ghiaccio con la vegetazione. Questo fenomeno altera i flussi di sedimenti e nutrienti nelle acque costiere, con conseguenze negative soprattutto per le popolazioni indigene che dipendono da ecosistemi stabili per la loro sussistenza.

Le risorse naturali e l'interesse delle superpotenze

L'oro bianco: i minerali della Groenlandia

Con l'aumento della temperatura, nuove aree ricche di minerali e terre rare stanno diventando accessibili. Ecco il principale motivo di interesse dell’amministrazione Trump: le risorse minerarie.

Una nuova, massiccia pressione per l'estrazione mineraria potrebbe causare danni irreversibili all'ambiente e compromettere ulteriormente gli habitat naturali. Contro questa prospettiva, una parte della popolazione ha fatto sentire la sua voce alle recenti elezioni politiche. I partiti ambientalisti che si oppongono a tali sfruttamenti per proteggere l'ambiente e la cultura locale hanno infatti avuto un significativo incremento di consensi.

Il petrolio groenlandese: un tesoro sommerso

E poi c’è la questione petrolio.

E’ ben noto ormai il mantra trumpiano “drill baby drill”: perfora più che puoi, senza badare alle possibili conseguenze, in perfetta linea con il turbocapitalismo dei MAGA. Ma c'è davvero il petrolio in Groenlandia?

La risposta è . Secondo stime dello US Geological Survey, il sottosuolo groenlandese potrebbe contenere almeno 17,5 miliardi di barili di petrolio e 148 trilioni di piedi cubi di gas naturale.

Il fatto è che, fino ad oggi, non è stato estratto nemmeno un barile di petrolio dal sottosuolo groenlandese. Le attività di esplorazione sono state sospese dal governo, che ha adottato una moratoria su nuove concessioni per l'estrazione di idrocarburi. C’è dunque una questione di sovranità e di autonomia politica non indifferente.

Le tensioni geopolitiche continuano

Trump, da parte sua, ha affermato che la popolazione della Groenlandia "vuole stare con noi". Durante un'intervista a bordo dell'Air Force One, ha dichiarato: "Penso che ce la faremo" in riferimento al controllo della Groenlandia, aggiungendo che i 57.000 residenti dell'isola avrebbero espresso il desiderio di unirsi agli Stati Uniti.

La premier danese Mette Frederiksen ha subito preso il telefono per ribadire in un’accesa conversazione con il presidente USA che l'isola fa parte del Regno di Danimarca e non è negoziabile.

Ma Donald sembra non avere intenzione di mollare. Vedremo gli sviluppi.

TAGGATO:
Direttore Editoriale. Alessandro Di Nuzzo è giornalista, scrittore e responsabile editoriale di Aliberti editore dal 2001. Ha curato diversi volumi sulla letteratura italiana e straniera, come Leopardi. Ricette per la felicità (2015); Poeti francesi del vino (2016); Dante e la medicina (2021). Il suo primo romanzo, La stanza del principe (Wingsbert House-Aliberti, 2015), ha vinto il Premio Mazara del Vallo Opera prima. È autore con Alessandro Scillitani del docufilm Centoventi contro Novecento. Pasolini contro Bertolucci (2019). Tra i suoi libri: Francesco da Buenos Aires. La rivoluzione dell'uguaglianza.
2 Recensioni
error: Non puoi fare download !!