Inquinamento atmosferico: ‘Non si respira’, lo confermano i rapporti di Legambiente e Kyoto Club

L’aria di molte città italiane è sempre più compromessa dall’inquinamento: i dati 2024 di Legambiente e Kyoto Club confermano che servono azioni urgenti. Un appello per ripensare la mobilità e tutelare la salute.

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Greentomeet Media TeamInquinamento atmosferico: 'Non si respira', lo confermano i rapporti di Legambiente e Kyoto Club

Il 7° Rapporto MobilitAria 2024, realizzato da Kyoto Club e CNR-IIA e presentato lo scorso maggio, si affianca al rapporto "Mal’Aria di città 2024" di Legambiente, offrendo un quadro completo e aggiornato sull'inquinamento atmosferico e sulla mobilità nelle città metropolitane italiane.

L’analisi delle polveri sottili PM10 e PM2.5 conferma il superamento dei limiti annuali in molte aree urbane, in particolare durante i mesi invernali. Tuttavia, nonostante le concentrazioni di PM10 e PM2.5 siano calate leggermente rispetto agli anni passati, l’impatto sanitario rimane rilevante: si registrano ancora numerose morti premature e una perdita considerevole di anni di vita (YLL) legati all'inquinamento atmosferico. A livello economico, la riduzione dell'inquinamento potrebbe portare benefici significativi, con stime di risparmio che arrivano a miliardi di euro all’anno in costi sanitari e produttività​

Il rapporto pone inoltre attenzione alle città NETZERO 2030, tra cui Milano e Firenze, più vicine agli obiettivi di decarbonizzazione e vivibilità urbana stabiliti dall'Unione Europea per il 2030. Questi centri stanno integrando misure di mobilità sostenibile, come l’espansione delle piste ciclabili e l’aumento dei punti di ricarica per veicoli elettrici. Tuttavia, il Rapporto MobilitAria evidenzia che, in generale, la mobilità urbana in Italia resta eccessivamente dipendente dall’auto privata, fattore che contribuisce a mantenere elevato il tasso di motorizzazione nazionale​

Per invertire la tendenza, MobilitAria propone l’implementazione di “Zone a Bassa Emissione” e “Città a 30 all'ora,” come già sperimentato a Bologna, per favorire la mobilità dolce e ridurre l'inquinamento e l'incidentalità stradale. Il rapporto suggerisce inoltre di incentivare il trasporto pubblico e la micromobilità sostenibile attraverso una riforma del Codice della Strada che renda più sicuri gli spostamenti per ciclisti e pedoni.

Risultati di studi recenti sottolineano l'importanza di un'azione strutturale e multidisciplinare per migliorare l'aria nelle città italiane. Negli ultimi decenni, infatti, le normative per il controllo dell'inquinamento hanno portato a una riduzione significativa delle malattie legate alle polveri sottili PM2.5, ma l'inquinamento da ozono resta critico e in aumento dal 2010, richiedendo quindi misure più rigorose​​

L'Istituto Nazionale di Studi Urbani (INU) evidenzia che, per garantire una mobilità sostenibile, le città devono ridisegnare i propri spazi con percorsi pedonali e ciclabili, aree verdi e spazi pubblici rigenerati, creando ambienti non solo più salubri, ma anche più vivibili e resilienti di fronte ai cambiamenti climatici​

.Gli esperti sottolineano che la transizione verso una mobilità più sostenibile può generare benefici economici significativi, riducendo i costi sanitari e migliorando la qualità della vita dei cittadini. Interventi mirati, come il potenziamento del trasporto pubblico e la limitazione del traffico in aree ad alta densità, sono essenziali per rendere le città italiane più sane e in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e della neutralità climatica entro il 2030​

fonti:

Legambiente

Kyoto club

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