Il Regolamento Benchmark 2024

Il Regolamento Benchmark regola la trasparenza degli indici finanziari e l'inclusione di criteri ESG. Le proposte 2023-2024 mirano a semplificare le norme, riducendo gli oneri e focalizzandosi sui benchmark più rilevanti per l'UE.

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Gli investimenti e il Regolamento Benchmark

Soffermiamoci adesso sul ruolo dei Benchmark in questo contesto di cambiamenti. Più precisamente ci soffermeremo sul motivo per cui il regolamento benchmark potrebbe avere un’influenza sugli investitori.

A seguito del Piano d’azione dell’UE, la normativa UE esistente sui benchmark (EU 2016/2011) è stata modificata in due aspetti.

Per prima cosa, tutti i benchmark degli investimenti dovranno comunicare se e come integrano i criteri ESG nei propri processi. Oltre a questo, sono stati creati nuovi standard riguardanti i prodotti finanziari “a basse emissioni” attraverso due tipi di benchmark climatici che intendono aiutare gli investitori a capire meglio l’impatto in termini di emissioni dei propri investimenti.

I Benchmark climatici

Sono indici di mercato con un particolare focus sulla limitazione delle emissioni e sul contenimento dell’aumento delle temperature, affinché l’investitore con le proprie scelte possa agire concretamente contro il cambiamento climatico. A questa famiglia appartengono due tipi di indici:

  1. EU Paris Aligned Benchmark: hanno come obiettivo quello di minimizzare le emissioni di CO2 in modo da contenere a 1,5° l’aumento delle temperature mondiali, come previsto dagli accordi di Parigi sul clima (2016), selezionando i componenti tra i settori a minor impatto ambientale;
  2. EU Climate Transition Benchmarks: hanno come obiettivo quello di favorire la transizione energetica e la riduzione di emissioni selezionando i componenti tra tutti i settori e selezionando le società con piani di decarbonizzazione.

Gli EU PAB sono caratterizzati da strategie di investimento molto ambiziose legate al clima e da requisiti minimi molto rigorosi. Sono dunque adatti agli investitori istituzionali che vogliono sostenere attivamente la transizione verso un’economia sostenibile.

Nel suo rapporto finale, il gruppo di esperti tecnici (TEG) ha definito gli standard tecnici minimi che ogni amministratore che intende commercializzare un benchmark climatico è tenuto a rispettare dal 30 aprile 2020. I benchmark che rispettano i requisiti tecnici minimi potranno quindi definirsi come un “EU Paris-Aligned Benchmark” o “EU Climate Transition Benchmark”. Il Regolamento europeo ha anche previsto che dal 1° gennaio 2022, gli amministratori dei principali benchmark nell’UE forniscano uno o più Climate Transition Benchmark.

Le novità sui benchmark

Nel 2023 e 2024, la Commissione Europea ha proposto una revisione del Regolamento Benchmark per ridurre il carico regolamentare sugli utenti e amministratori dei benchmark. Le modifiche proposte puntano a limitare l’ambito delle regole solo ai benchmark significativi per i mercati dell’UE. Un benchmark è considerato significativo se è utilizzato per strumenti finanziari o contratti con un valore complessivo superiore a 50 miliardi di euro. Questa revisione mira a semplificare la conformità, garantendo comunque la trasparenza e la protezione degli investitori.

Le modifiche includono anche la riduzione della portata delle regole per i benchmark di paesi terzi, limitandole a quelli rilevanti per i mercati dell’UE, e rimuovendo l’obbligo per gli utenti nell’UE di verificare individualmente lo stato regolamentare degli indici. Questo approccio mira a evitare la perdita di accesso a numerosi benchmark che sono fondamentali per le operazioni quotidiane dei partecipanti al mercato nell’UE, mantenendo un livello adeguato di protezione degli investitori e garantendo parità di condizioni tra i benchmark UE e quelli di paesi terzi​

Il lavoro dei tecnici finanziari europei è stato dunque notevole. Rimangono tuttavia alcune questioni da definire meglio. Prima fra tutte quella circa la qualità e disponibilità di dati sulle emissioni. Nonostante i molti passi avanti in materia compiuti negli ultimi anni, gli esperti del settore stimano che la qualità dei dati sia ancora abbastanza bassa, così come non sono pienamente affidabili i modelli di stima. Inoltre, la standardizzazione dei metodi di raccolta e reporting dei dati rimane una sfida, complicando ulteriormente la valutazione accurata dell’impatto ambientale degli investimenti finanziari.

Per maggiori dettagli, puoi consultare le FAQ della Commissione Europea sul Regolamento Benchmark qui e i report del TEG sulla finanza sostenibile disponibili sui siti ufficiali della Commissione e dell’ESMA.

Fonti di approfondimento:

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