Il manifesto di Green to meet

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La crisi climatica sta cambiando il mondo.

Non solo l’ambiente, ma anche la politica, l’economia e la società sono state investite, quasi travolte da questa trasformazione e da tutte le minacce globali che porta con sé.
Qualcosa però si sta muovendo. Basterà? La nostra coscienza della necessità di un cambiamento in positivo per contrastare il cambiamento negativo è sincera e profonda, oppure è ancora solo superficiale?

Le nuove generazioni sembrano sempre più consapevoli dell’allarme globale e dell’importanza decisiva, ormai vitale, di una svolta che dia priorità alla questione ambientale in ogni campo, attività, pratica comune e privata.
Molti governi di nazioni grandi e piccole stanno cercando di adeguare le proprie leggi per tutelare la natura e contrastare i cambiamenti climatici in atto.
Negli ultimi anni, abbiamo certamente assistito a un aumento della produzione di energie rinnovabili, così come ad un impulso verso la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica.
Ma la sensazione che queste azioni siano solo un punto di partenza è confermata dai fatti e dai dati, che continuano a offrirci un saldo negativo, un quadro in peggioramento.
Dobbiamo fare molto di più se vogliamo arrestare il climate clock.

Il nostro mondo, d’altra parte, ha e avrà sempre più bisogno di energia. L’automazione dei processi produttivi e delle attività commerciali è in aumento, i robot hanno sostituito da tempo gli esseri umani in molte attività. Si stima che circa il 47% dei lavori a livello globale saranno automatizzati entro il 2025.
La necessità di energia è sempre più vitale se vogliamo mantenere questi livelli di sviluppo tecnologico ed economico. Ma dobbiamo “remare” tutti nella stessa direzione. E la direzione giusta, è una sola.

Il climate clock è un orologio che mostra quanto tempo rimane prima che il riscaldamento globale causato dall’attività umana diventi irreversibile. L’orologio tiene conto del tasso di aumento delle emissioni di CO2 e della temperatura media globale. E’ questo un modo chiaro e immediato, dunque, per capire l’importanza di diminuire le emissioni.
Il carbon footprint (l’impronta carbonica) è la misura di quanta CO2 ogni azienda o privato emette nell’aria, nel processo produttivo, nell’erogazione dei servizi o nella vita di tutti i giorni di un individuo.
E’ un altro parametro oggettivo importante, che consente di determinare se ognuno di noi sta andando nella direzione giusta. Le aziende e le organizzazioni, ad esempio, grazie al calcolo del CFO (Carbon Footprint di Organizzazione) e del CFP (Carbon Footprint di Prodotto) potranno dimostrare ai loro clienti che si stanno muovendo nella direzione giusta.

La maggior parte degli studiosi e degli esperti che si occupano della questione ha individuato concordemente una serie di azioni che possiamo/dobbiamo porre in atto se vogliamo fermare l’orologio della crisi globale.

  • Innanzitutto, dobbiamo essere consapevoli del problema e acquistare sempre maggiore consapevolezza, soprattutto attraverso la corretta informazione;
  • Dobbiamo parlarne con gli altri e cercare di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile;
  • Possiamo sostenere, attraverso donazioni o altre forme di aiuto, enti e società che si occupano delle questioni legate all’ambiente;
  • Possiamo impegnarci in prima persona e fare volontariato;
  • Possiamo cercare di aprire canali di contatto con i nostri rappresentanti politici e chiedere loro di agire concretamente;
  • Ma soprattutto possiamo, attivamente e nella vita di ogni giorno, cambiare quelle abitudini, quelle attitudini e quella mentalità personali che sono in grado di fare la differenza.

E’ chiaro dunque che ognuno di noi può/deve fare la propria parte: che sia un’azienda, un’organizzazione, una comunità, un professionista, un privato cittadino.
Green to meet si candida come piattaforma di approfondimento e magazine per fornire informazione e utilità a chi vuole attivamente partecipare a questo cambiamento.
Si rivolge anche a chi, forte della propria conoscenza, preparazione e professionalità, vuole dare un contributo di informazione tramite la community che si creerà grazie alla piattaforma. “Dalla community” è infatti lo spazio in cui ogni membro può informare gli altri delle novità o portare le proprie esperienze.
Green to meet sarà anche sui social come instagram e facebook per chiunque voglia condividere l’esperienza della piattaforma.
Se non ami i social, abbiamo creato un’area personale all’interno del magazine dove potrai condividere esperienze e informazioni con gli altri i membri attraverso chat e creazione di gruppi.
Ogni cosa al mondo è migliorabile, lo sappiamo. Da parte nostra possiamo garantire il massimo impegno per migliorare ogni giorno. E miglioreremo, grazie anche al tuo contributo e a quello dei membri della community, che vogliamo che siano la nostra maggiore forza. Partiamo, adesso.

Alessandro Di Nuzzo
Direttore Responsabile

Direttore Editoriale. Alessandro Di Nuzzo è giornalista, scrittore e responsabile editoriale di Aliberti editore dal 2001. Ha curato diversi volumi sulla letteratura italiana e straniera, come Leopardi. Ricette per la felicità (2015); Poeti francesi del vino (2016); Dante e la medicina (2021). Il suo primo romanzo, La stanza del principe (Wingsbert House-Aliberti, 2015), ha vinto il Premio Mazara del Vallo Opera prima. È autore con Alessandro Scillitani del docufilm Centoventi contro Novecento. Pasolini contro Bertolucci (2019). Tra i suoi libri: Francesco da Buenos Aires. La rivoluzione dell'uguaglianza.
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