Il buco nell’ozono, il presente e il futuro

Il buco dell'ozono antartico, che compare ogni primavera dell'emisfero meridionale, dovrebbe avere raggiunto il picco di dimensioni e durata nel 2021. Questa è la prima previsione di un nuovo modello computerizzato sviluppato da scienziati della NASA, della National Oceanic and Atmospheric Administration e di altri partner.

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Il buco nell’ozono antartico, che compare ogni primavera dell’emisfero meridionale, dovrebbe avere raggiunto il picco di dimensioni e durata nel 2021. Questa è la prima previsione di un nuovo modello computerizzato sviluppato da scienziati della NASA, della National Oceanic and Atmospheric Administration e di altri partner. Il modello mostra che se queste condizioni persistono per un altro decennio circa, le condizioni saranno mature per un nuovo grande buco dell’ozono nel 2020. La nuova modellazione mostra anche che non si tratta di un evento isolato.

La riduzione dell’ozono intorno al Polo Sud diventerà un evento annuale, a meno che le attività umane non smettano di inquinare l’atmosfera con i clorofluorocarburi (CFC) e altre sostanze chimiche che danneggiano l’ozono. I nuovi modelli prevedono che se smettiamo di inquinare l’atmosfera con i CFC, il buco dell’ozono antartico si riprenderà quasi completamente entro il 2060 circa. Ma finché ci saranno ancora dei CFC nella nostra atmosfera, possiamo aspettarci un buco dell’ozono annuale sull’Antartide almeno fino al 2070.

Che cos’è il buco dell’ozono

Che cos’è il buco dell’ozono? Lo strato di ozono è uno strato atmosferico naturale, situato nella stratosfera, che contiene la maggior parte dell’ozono del pianeta. Lo strato di ozono protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette (UV) del sole ed è quindi importante per prevenire i tumori della pelle e altre malattie, per gli ecosistemi e per la salute umana. Fortunatamente, nell’atmosfera è presente un altro tipo di ozono (O3) che costituisce circa il 90% dell’ozono totale presente nello strato di ozono stratosferico. L’ozono viene prodotto nella stratosfera quando le radiazioni ultraviolette (UV) del sole reagiscono con le molecole di ossigeno (O2). Normalmente, i livelli di ozono nella stratosfera sono più alti nell’emisfero meridionale che in quello settentrionale.

La riduzione dell’ozono che si osserva nell’emisfero settentrionale è nota come buco dell’ozono. Il buco dell’ozono è un’ampia diminuzione della quantità di ozono nella stratosfera che si osserva in tarda primavera e all’inizio dell’estate nell’emisfero meridionale. In primavera, l’aumento delle temperature porta a una maggiore disgregazione dell’ozono attraverso reazioni fotochimiche, mentre la riduzione dei raggi UV nell’atmosfera, dovuta all’accorciamento delle giornate, blocca la creazione di nuovo ozono. L’effetto netto è una rapida diminuzione della quantità di ozono nell’atmosfera. Il buco dell’ozono si osserva nell’Antartico a causa delle condizioni particolari che vi si trovano, tra cui il fatto che l’aria è molto fredda, quindi le reazioni avvengono più lentamente.

I CFC nella nostra vita

I CFC sono gas comunemente utilizzati come refrigeranti e come agenti espandenti per l’isolamento e altre applicazioni industriali. I CFC sono gas a effetto serra che contribuiscono al cambiamento climatico e causano la riduzione dello strato di ozono in tutto il mondo. Vengono rilasciati quando si utilizzano prodotti fabbricati prima del Protocollo di Montreal del 1987 o quando vecchi frigoriferi o altri apparecchi contenenti CFC perdono o vengono smaltiti in modo improprio.

I CFC sono la causa principale della riduzione dell’ozono perché sono gas a lunga vita che rimangono nell’atmosfera per decenni. I CFC sono come le vitamine: nutrienti essenziali che ci mantengono in salute. Ne abbiamo bisogno per sopravvivere, ma una quantità eccessiva può essere dannosa. I livelli di CFC nell’atmosfera sono aumentati a partire dagli anni Settanta. L’aumento dei CFC ha causato l’assottigliamento dello strato di ozono nella stratosfera superiore e nella mesosfera inferiore. Sebbene il Protocollo di Montreal sia ampiamente accreditato per aver contribuito a invertire il danno, i CFC sono gas a lunga vita che rimangono nell’atmosfera per decenni.

Come si misureranno le dimensioni del buco dell’ozono?

La dimensione del buco dell’ozono sarà misurata in base alla quantità totale di ozono che si prevede di perdere. La quantità totale di ozono nell’atmosfera sarà misurata con il Total Column Ozone Mapping Spectrometer (TCOMS) sul Polar-orbiting Environmental Satellite (POES) della NASA/NOAA. La quantità di ozono in un luogo specifico sarà misurata con l’Ozone Monitoring Instrument (OMI) sul satellite Suomi NPP della NASA/NOAA. Il valore sarà confrontato con quello dello stesso periodo dell’anno precedente e la differenza sarà utilizzata per determinare le dimensioni del buco dell’ozono.

Quanto tempo ci vorrà prima che si possa rilevare il recupero?

Ci vorranno 5-6 anni prima che la quantità di ozono nell’atmosfera torni alla normalità. I precedenti buchi dell’ozono del 1980 e del 1998 sono stati più piccoli del previsto e i modelli attuali prevedono un buco dell’ozono simile (ma più grande) nel 2021.

Questi precedenti buchi dell’ozono sono stati più piccoli del previsto, a causa del fatto che lo strato di ozono della Terra è in continua evoluzione. La quantità di ozono nell’atmosfera varia nel corso dell’anno e dei decenni a causa dei cicli naturali di variazione del clima. Nel 2021, il buco dell’ozono sarà probabilmente più grande rispetto agli anni precedenti a causa dei recenti minimi storici di ozono nel 2017 e nel 2018 e del fatto che le temperature nella stratosfera sono attualmente molto fredde. Il buco dell’ozono del 2021 sarà il primo previsto da un nuovo modello sviluppato da scienziati della NASA, della National Oceanic and Atmospheric Administration e di altri partner.

Cosa significa questo per le persone e gli animali che dipendono dallo strato di ozono?

Il buco dell’ozono è stato molto grande negli ultimi anni e probabilmente più grande c’è già stato nel 2021. Ciò causerà una maggiore diminuzione della quantità complessiva di ozono nell’atmosfera, con conseguente aumento dell’intensità dei raggi UV in superficie. L’indice UV e le previsioni UV sono strumenti utilizzati per informare le persone sul rischio di esposizione ai raggi UV. L’indice UV è una previsione giornaliera dell’intensità dei raggi UV al suolo basata sulle misurazioni della quantità di raggi UV nell’atmosfera. La previsione UV è una previsione settimanale dell’indice UV basata sulla quantità di ozono nell’atmosfera. Il buco dell’ozono e le previsioni UV vengono emesse quotidianamente da ottobre all’inizio di aprile dall’Ufficio Analisi e Previsioni UV dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

In conclusione

Il buco dell’ozono è il risultato di un processo naturale che si verifica ogni anno in primavera. La luce solare aumenta la produzione di sostanze chimiche che riducono l’ozono, mentre l’accorciarsi del giorno porta a una diminuzione della quantità di ozono nell’atmosfera. Sebbene le sostanze chimiche responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono siano presenti in natura, quelle prodotte dall’uomo hanno aumentato drasticamente questo processo.

Si prevede che il buco dell’ozono anche nel 2022 sarà uno dei più grandi e duraturi mai registrati, a causa dei livelli record di ozono nell’atmosfera. Il buco dell’ozono sarà misurato in base alla quantità totale di ozono che si prevede andrà persa, mentre la quantità di ozono in un luogo specifico sarà misurata con uno strumento satellitare. La quantità totale di ozono nell’atmosfera sarà misurata con il Total Column Ozone Mapping Spectrometer (TCOMS) sul Polar-orbiting Environmental Satellite (POES) della NASA/NOAA.

*Attenzione il presente articolo ha puro fine divulgativo è non si può considerare un’approfondita ricerca scientifica. E’ poco adatto perciò alle ricerche scolastiche senza ulteriori approfondimenti.

Da G.T.M.
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