A dispetto degli scettici per i quali i ghiacciai del pianeta non è che poi si stiano restringendo così tanto, e comunque non in maniera preoccupante, arrivano nuovi drammatici dati che questa volta riguardano nientemeno che la Groenlandia, cioè la più estesa terra artica nonché la maggiore isola della Terra.
La sua calotta glaciale sta perdendo in media 30 milioni di tonnellate di ghiaccio all’ora – sì avete capito bene, ogni ora. La causa, secondo gi scienziati che stanno monitorando il fenomeno, è naturalmente la crisi climatica.
Il dato è tanto più impressionante se si pensa che, rispetto alle previsioni dei decenni precedenti, l’entità dello scioglimento è del 20% più alta di quanto si pensasse.
Se poi qualcuno rispondesse che, tutto sommato la cosa non sembra così grave visto che in Groenlandia di ghiaccio ce n’è ancora tanto, gli scienziati ci avvertono che tutta questa massa di acqua dolce che si riversa nel Nord Atlantico potrebbe dare vita entro breve ad un vero e proprio collasso del sistema di circolazione oceanico che regola il clima di Europa e Nord America: la cosiddetta AMOC (Atlantic meridional overturning circulation), una sorta di invisibile nastro trasportatore che manda le acque calde, leggere e salate della Corrente del Golfo verso il Nord Atlantico e ridistribuisce le più fredde e pesanti acque polari in direzione sud.
Negli studi degli ultimi decenni, gli scienziati si sono principalmente serviti delle foto satellitari per determinare la posizione finale dei ghiacciai della Groenlandia ogni mese dal 1985 al 2022.
Il risultato era chiarissimo sotto i loro occhi: un accorciamento ampio e diffuso, di trilioni di tonnellate di ghiaccio perso.
“È logico che se si scarica acqua dolce nell’Oceano Atlantico settentrionale, si ottiene sicuramente un indebolimento dell’Amoc, anche se non ho un’intuizione di quanto indebolimento”, ha affermato il dottor Chad Greene, che lavora alla Nasa ed è il coordinatore della ricerca.
Era già noto come l’Amoc fosse al suo punto più debole in 1.600 anni: ma nel 2021 i ricercatori hanno individuato i segnali di un vero e proprio collasso, che potrebbe verificarsi già nel 2025, nello scenario peggiore.
Cosa succede, in sostanza? L’afflusso di acqua dolce meno densa nel mare rallenta il normale processo di sprofondamento dell’acqua salata più pesante nella regione polare, ciò che spinge l’Amoc.
Questo fenomeno, nelle previsioni degli scienziati, avrebbe profondi impatti sul clima del Regno Unito, dell’Europa occidentale, di parti del Nord America e della regione del Sahel, dove il monsone dell’Africa occidentale potrebbe essere gravemente interrotto.
Come se non bastasse i ricercatori ritengono che una parte significativa della calotta glaciale della Groenlandia sia vicina a un punto critico, oltre il quale il fenomeno di scioglimento sarebbe irreversibile.
Anche in questo caso, l’AI ha supportato lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Nature. Più di 235.000 posizioni finali dei ghiacciai nell’arco di 38 anni sono state mappate, con una risoluzione di 120 metri. In definitiva, la calotta glaciale della Groenlandia ha perso un’area di circa 5.000 kmq di ghiaccio ai suoi margini dal 1985, equivalente come si è detto a un trilione di tonnellate di ghiaccio.
La scoperta della enorme perdita di ghiaccio è importante anche per calcolare lo squilibrio energetico della Terra, cioè quanto calore solare extra la Terra sta intrappolando a causa delle emissioni di gas serra causate dall’uomo.
“Ci vuole molta energia per sciogliere 1 trilione di tonnellate di ghiaccio” spiegano i ricercatori del team. “Quindi, se vogliamo modelli molto precisi di equilibrio energetico per la Terra, questo deve essere tenuto in considerazione”.
Gli scienziati hanno anche analizzato l’estensione delle piattaforme di ghiaccio dell’Antartide nel tempo, in uno studio pubblicato nel 2022. Hanno scoperto che la perdita totale delle piattaforme di ghiaccio dal 1997 è raddoppiata a circa 12 trilioni di tonnellate.