…Ecco ad un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco d’una collina simile ad un enorme cumulo di ruderi, apparire le rovine del castello… L’occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico, roseo di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col campanile in mezzo come il pistillo nel fiore…
Così scriveva Grazia Deledda, la grande scrittrice sarda premio Nobel nel 1926, nel suo capolavoro Canne al vento.
Nata a Nuoro nel 1871 da una famiglia della classe media (il padre era un imprenditore e un politico locale, Sindaco della cittadina sarda), la Deledda ebbe una formazione ampia e variegata, fatta non solo di letteratura ma di diverse altre discipline. Le disgrazie familiari, dalla morte prematura del padre a quella della sorellina, passando per l’arresto di uno tra i fratelli, la segnarono profondamente.
Dall’età dei diciassette anni, nel 1888, Grazia Deledda iniziò ad essere pubblicata su alcune riviste con poesie e brevi racconti. In poco tempo, la sua fama tra letterati e intellettuali crebbe, e Deledda si dedicò ai romanzi. Sposatasi nel 1900, si trasferì a Roma; negli anni successivi pubblicherà decine di opere teatrali e romanzi di successo, come L’edera e Canne al vento, il suo libro più celebre, che le valse il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura. Fu la seconda donna in assoluto (e la prima italiana) a vincerlo.
Morì di tumore al seno nel 1936, a 65 anni.
Canne al vento, uscito a puntate nel 1913, è una sorta di antecedente dei noir in terra sarda. Nella Sardegna rurale del primo Novecento, un padre di famiglia viene ritrovato misteriosamente senza vita. Si tratta di un atroce delitto o di uno sfortunato incidente? La vicenda viene così ripercorsa e chiarita, intrecciando la misera condizione femminile, il destino, la fragilità umana e l’ambizione.
Il Parco letterario dedicato alla Deledda e a Canne al vento è un percorso di grande suggestione nel cuore della Sardegna centro-orientale: precisamente nel paese di Galtellì (con l’accento sulla i).
Situato in posizione dominante e panoramica fra le pendici del Monte Tuttavista e le sponde del fiume Cedrino, a non più di una decina di km dalle incantate spiagge del Golfo di Orosei, circondato dai colori e profumi di una terra unica, Galtellì è un paese capace di evocare ancora oggi un’aura di mistero.
Grazia fu spesso ospite tra queste mura e queste viuzze della famiglia Pintor. E da qui trasse ispirazione per concepire l’ambientazione del suo romanzo più famoso, che si svolge appunto in un borgo chiamato Galte.
Passeggiando tra le viuzze e i vicoli, il visitatore può riconoscere, attraverso una serie di indicazioni, le tappe e i luoghi salienti del romanzo. L’itinerario parte dal Museo Etnografico: anch’esso un piccolo gioiello, ospitato nella vecchia casa Marras, che raccoglie testimonianze della civiltà contadina e pastorale sarda, dalla lavorazione del grano, alla tessitura e alla lavorazione della vigna.
Punto di arrivo della full immersion nell’antica Sardegna deleddiana è il parco della Chiesa di San Pietro, altro gioiello di Galtellì. In stile romanico pisano, la chiesetta vanta al suo interno antichi affreschi riscoperti da non molti anni, che rappresentano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento: sono considerati tra i piú antichi in tutta la Sardegna.
Non si potrà poi mancare la visita (e magari il soggiorno per qualche notte) in uno dei castelli che sorgono nel territorio del paese.
I fantasmi degli antichi Baroni scendevano dalle rovine del castello sopra il paese di Galte. Così scriveva Grazia Deledda nel romanzo.
E infatti a Galtellì sorge un fascinoso maniero: il Castello Malicas, risalente al 1900. Voluto da un nobiluomo lombardo, Paolo Guzzetti, che stregato dal paese decise di stabilirsi qui e costruire la propria residenza di caccia, oggi ospita un caratteristico albergo, le cui stanze sono arredate in stile sardo e ognuna prende il nome dei vari personaggi di alcuni dei romanzi di Grazia Deledda.
Per info e prenotazioni: https://www.castellomalicas.com/
Attenzione, però. Se volete fare un tour completo dei luoghi deleddiani, non potete fermarvi alla pur bellissima Galtellì.
Ci sono in Sardegna altri parchi letterari dedicati a Grazia Deledda: come quello di Nuoro e quello di Orune. Anche questi offrono importanti itinerari ricchi di fascino, basati sulle pagine della grande scrittrice e donna sarda: una delle madrine letterarie del Novecento non solo italiano, ma europeo.
Il Parco Grazia Deledda:
https://www.parchiletterari.com/parchi/grazia-deledda/index.php
Dove si trova Galtellì:
Galtellì si trova al centro del meraviglioso Golfo di Orosei, a soli 8 Km dalle più suggestive spiagge della costa orientale dell’isola.
Riverito di recente della bandiera arancione dal Touring Club Italiano e inserito nel circuito dei Borghi Autentici d’Italia, è dotato di accoglienti strutture ricettive (agriturismi, b&b, residence, hotel).