Il 21 maggio del 2020, la comunità economica europea ha presentato a Bruxelles le strategie per ottenere un sistema alimentare più sostenibile, equo e rispettoso dell’ambiente. Il nome assegnato a questo progetto, “Farm to Fork”, chiarisce già quali siano i punti focali: dall’azienda agricola alla forchetta.
Nel documento presentato, “Farm to Fork Strategy” al paragrafo 1 “Need for action”, cioè la necessità di azione, si afferma: “La Strategia Farm to Fork è al centro del Green Deal. Affronta in modo completo le sfide dei sistemi alimentari sostenibili e riconosce i legami indissolubili tra persone sane, società sane e un pianeta sano”. Tale obiettivo dovrebbe essere raggiunto entro il 2030 ed essere in linea con l’obiettivo di un’Unione climaticamente neutra nel 2050.
Mettere in pratica gli indirizzi dell’UE e farli atterrare su ogni singola nazione con le sue peculiarità può essere complicato perché mettono in discussione metodi di lavoro consolidati nel tempo, abitudini, interessi economici di alcune categorie. In tutto questo è evidente il ruolo chiave degli agricoltori, ma non solo: anche pescatori, acquacoltori e allevatori sono fondamentali nel rendere i sistemi alimentari sostenibili. Agli agricoltori spetta, quindi, la responsabilità di mettere in pratica gli indirizzi che sono o diventeranno regolamenti legislativi.
La riduzione dei pesticidi è uno di questi indirizzi. I pesticidi sono sostanze chimiche o biologiche utilizzate per proteggere le colture agricole e gli alimenti dalla distruzione causata da insetti, malattie, erbacce e altri organismi dannosi. Sono ampiamente utilizzati in agricoltura per aumentare la resa delle colture e proteggere i raccolti dagli attacchi dei parassiti. Vengono utilizzati per uccidere gli insetti dannosi, le infezioni fungine, per eliminare le erbacce, per il controllo dei roditori e per controllare i nematodi, che sono piccoli vermi parassiti, tra gli altri.
È comprensibile quanto sia strategico per gli agricoltori il loro utilizzo, ma è necessario considerare anche i potenziali rischi associati al loro impiego.
Alcuni pesticidi o il loro uso eccessivo o improprio possono esporre i consumatori a sostanze chimiche nocive. Possono contaminare le acque sotterranee e superficiali, danneggiare la biodiversità e avere effetti avversi sugli ecosistemi. L’effetto dei pesticidi sugli impollinatori, in particolare sulle api e altri insetti impollinatori, è una questione di crescente preoccupazione a livello globale.
Gli impollinatori svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema in generale, poiché favoriscono la fertilizzazione delle piante attraverso l’impollinazione, che permette la formazione di frutti e semi. Le api, ad esempio, sono tra gli impollinatori più noti e importanti.
Questi effetti possono essere anche subletali: pur rimanendo vivi, gli impollinatori di fatto perdono la loro capacità funzionale. I pesticidi provocano la perdita della capacità di navigazione, della memoria, della capacità di raccolta del cibo e, in alcuni casi, della riproduzione. L’utilizzo dei pesticidi ha anche effetti sui fiori, riducendo la qualità e la quantità del polline.
Per questo motivo, per mitigare gli effetti dei pesticidi sugli impollinatori, sono state proposte misure quali la riduzione dell’uso dei pesticidi, la scelta di pesticidi meno dannosi per gli insetti impollinatori, l’adozione di pratiche agricole più sostenibili e la promozione di habitat e alimenti adeguati per gli impollinatori nelle aree agricole. La protezione degli impollinatori è essenziale per garantire la salute degli ecosistemi e la sicurezza alimentare globale.
La riduzione repentina dei pesticidi ha, però, degli effetti sull’economia degli agricoltori, i quali protestano. Ricordiamo, per esempio, la manifestazione in Francia nel 2023 contro la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea di vietare le eccezioni all’applicazione dei pesticidi a causa dell’uccisione delle api. Il governo si adeguò, eliminando qualsiasi esenzione, e questo fu sufficiente per portare gli agricoltori, soprattutto i produttori di barbabietole da zucchero, in piazza. In questo caso, si trattava di rinunciare ai neonicotinoidi.
Le lamentele in tutta Europa continuano anche nel 2024. Gli agricoltori lamentano l’impossibilità di mantenere un’economia a causa dei prezzi troppo bassi dei loro prodotti ma anche a causa delle norme imposte dalla UE che secondo gli agricoltori, a fronte di un beneficio futuro, metterebbero in discussione la sopravvivenza immediata delle aziende.
La riduzione dei pesticidi comporta il cambiamento dei paradigmi consolidati da decenni nel mondo agricolo. Per evitarli, è necessario selezionare coltivazioni più resistenti alle malattie e agli insetti, ruotare le colture con il beneficio di ridurre l’accumulo di parassiti, controllare biologicamente con l’utilizzo di insetti predatori o organismi antagonisti, usare compost e letame al posto dei fertilizzanti chimici, coprire il suolo e praticare il mulching per la riduzione della crescita dell’erba e adottare l’agricoltura di precisione.
È evidente che tutto questo comporta uno sforzo, in alcuni casi notevole, per gli agricoltori. Questo sforzo di solito è tanto più grande quanto più piccola è l’azienda agricola. Ricordiamo che, secondo il report di Cesiagri del 2022, la dimensione media di un’azienda agricola italiana è di 11 ettari, dimensione che non sempre permette di realizzare economie di scala sufficienti a mantenere la redditività
L’agricoltura biologica, auspicabile e sostenuta nelle strategie del Farm to Fork (F2F), può avere ricadute economiche positive oltre che ambientali su alcuni prodotti, ma può essere molto più complicata con ricadute economiche negative immediate su altri. Per questo motivo, è necessario un intervento governativo che agevoli e sostenga il cambiamento in una logica di sostenibilità.
L’agricoltura biologica è incoraggiata supportata dalle strategie del Farm to Fork (F2F) può portare benefici economici e miglioramenti ambientali per certi tipi di prodotti. Tuttavia, la transizione all’agricoltura biologica può risultare complessa e potrebbe avere conseguenze economiche sfavorevoli a breve termine per altri prodotti.
Affinché il passaggio all’agricoltura biologica sia realizzabile e meno oneroso per gli agricoltori, è fondamentale che il governo intervenga con misure di supporto efficaci. Questo può includere incentivi finanziari, sovvenzioni, agevolazioni fiscali o contributi diretti che aiutino a coprire i costi iniziali della transizione e compensino le potenziali perdite di reddito.
Inoltre, programmi di formazione e assistenza tecnica possono essere cruciale per aiutare gli agricoltori ad adottare nuove tecniche che rispettino i principi dell’agricoltura biologica e sostenibile.
La promozione di politiche che incrementino la domanda di prodotti biologici, garantendo così un mercato più ampio e stabile per gli agricoltori che si impegnano in questo percorso potrebbe essere, in parte, una soluzione ad un prezzo di prodotto troppo basso.
I consumatori possono influenzare le scelte di mercato orientandosi verso prodotti rispettosi dell’ambiente a scapito di quelli che non lo sono.