Faggete vetuste – Gli alberi, radicati a terra ma protesi verso il cielo, con la loro forza e la loro capacità di resistere al tempo e alle intemperie, sono considerati un simbolo della vita. Quante volte abbiamo sentito parlare di piante secolari, addirittura millenarie? “Quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire” cantava Roberto Vecchioni.
Sono, in effetti, tanti gli alberi capaci di sfidare i secoli, ma alcuni fecero addirittura la loro comparsa in Europa un milione di anni fa, nel periodo delle grandi glaciazioni, resistendo ai climi più sfavorevoli e, anzi, diffondendosi sempre di più in tutto il continente. Questi alberi sono i faggi, specie antichissima tutt’ora in espansione, con esemplari che arrivano anche a 500 anni d’età.
Faggete antichissime si estendono in ben 18 nazioni europee, Italia compresa. Esse, in quanto polmoni verdi e paradisi di biodiversità, costituiscono una ricchezza unica per il pianeta, a tal punto da essere inserite nel 2007 nella World Heritage List, la lista dei beni patrimonio dell’umanità, dell’UNESCO.
Il criterio per il quale UNESCO ha scelto di preservare le faggete vetuste dei Carpazi e delle altre regioni d’Europa è il seguente: esse rientrano negli “esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto, nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini” (UNESCO – Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe).
L’ingresso nella lista UNESCO di queste faggete, del valore ecologico, storico e culturale unico, è fondamentale, poiché le preserva dalla deforestazione, dall’abusivismo edilizio e da altre attività nocive dell’uomo.
Proprio ai fini della loro tutela, queste foreste di faggi, spesso, non sono accessibili nella loro interezza, ma solo parzialmente: i sentieri percorribili sono comunque tantissimi, e gli enti che si occupano della loro gestione offrono numerosi servizi, quali trekking guidato, percorsi in bicicletta o attività didattiche e di sensibilizzazione.
Gli appassionati di vacanze green, rilassanti, e a contatto con la natura non devono quindi preoccuparsi. Anzi, rifugiarsi in una faggeta vetusta può essere un’idea di viaggio originale e perfetta per chi vuole ritrovare un senso di comunione con il creato. Oltretutto, non c’è nemmeno bisogno di lunghi, faticosi e inquinanti spostamenti, poiché la nostra Penisola è piena di faggete, da Nord a Sud.
Custodite e tutelate grazie alla creazione di aree protette o parchi nazionali, le nostre faggete vetuste sono le seguenti:
- Valle Infernale, nel Parco Nazionale dell’Aspromonte (Parco Nazionale Aspromonte);
- foresta di Cozzo Ferriero, nel Parco Nazionale del Pollino (Parco Nazionale Pollino);
- Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano (Parco Nazionale Gargano);
- foresta vetusta di Monte Cimino, provincia di Viterbo (Faggeta del Monte Cimino);
- foresta di Monte Raschio, nel Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano (Parco di Bracciano);
- faggete di Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Parco Nazionale d’Abruzzo);
- Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (Parco Foreste Casentinesi).
Caratterizzati da alberi maestosi e secolari, che raggiungono altezze impressionanti, questi boschi, un vero e proprio paradiso per la flora e la fauna, svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità, essendo un habitat ideale per numerose specie di piante e animali, molti dei quali anche a rischio di estinzione.
Si pensi, ad esempio, al capriolo italico o garganico, il più piccolo cervide italiano, che è presente unicamente nella Foresta Umbra, in poche centinaia di esemplari.
Le faggete vetuste, inoltre, sono veri e propri polmoni verdi d’Europa, poiché hanno anche un’importante funzione ecologica, contribuendo alla regolazione del clima, alla purificazione dell’aria e all’assorbimento di anidride carbonica, e aiutando a contrastare i cambiamenti climatici, preservando l’equilibrio dell’ecosistema.
Insomma, un luogo ideale dove organizzare una vacanza slow, riscoprendo un patrimonio dal valore inestimabile per noi e per il pianeta. Questi stupendi boschi sono, infatti, testimoni di un tempo antico, in cui l’uomo non aveva ancora lasciato il segno sulla natura. Una passeggiata tra questi alberi, ci ricorda la bellezza e la potenza del creato, e ci invita a prendercene cura con rispetto e gratitudine, affinché anche le prossime generazioni possano continuare a stupirsi di queste meraviglie.