Facciamo chiarezza sulle emissioni

Ormai quotidianamente sentiamo parlare di gas serra e delle loro emissioni. Ma cosa sono esattamente i gas serra? E chi inquina emettendone di più?

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Cosa sono i gas serra

Ormai quotidianamente sentiamo parlare di gas serra e delle loro emissioni. Ma cosa sono esattamente i gas serra? E chi inquina emettendone di più?
I gas serra sono quei gas, presenti in atmosfera, che lasciano passare molte delle radiazioni che dal Sole raggiungono la Terra, ma che trattengono parzialmente le radiazioni infrarosse emesse dalla Terra stessa. Da qui origina il cosiddetto effetto serra.

Effetto serra che cosè

I gas serra possono risultare da processi naturali (ad es. il vapore acqueo) o da processi naturali e artificiali, come l’anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4), oppure da processi soltanto artificiali, come nel caso dei gas fluorurati.
Nel fenomeno del riscaldamento globale, però, la prima “indiziata” è l’anidride carbonica, che rappresenta oltre il 75 per cento delle emissioni causate dall’uomo ed è appunto il principale responsabile dell’aumento della temperatura sul pianeta.


Si tratta di un fenomeno naturale, che permette di regolare la temperatura del pianeta e quindi la vita sulla Terra. Il fatto è che l’attività umana si è resa responsabile di un innaturale aumento dell’effetto serra, con conseguente aumento delle temperature.
E’ questa la causa principale che sta alla base del riscaldamento globale. Ma da quali attività è generato questo effetto?

Ci si potrebbe chiedere quale sia la percentuale di origine naturale e quale quella di origine artificiale nell’effetto serra. Le stime in realtà non sono univoche; ma è un fatto ormai assodato dalla scienza che sia proprio l’attività umana la principale responsabile dei fenomeni che portano al riscaldamento globale. Dunque è una necessità inevitabile e logica concentrarsi sulla composizione e le fonti delle emissioni di gas serra di origine antropica. È ovvio che, come esseri umani, possiamo intervenire solo su questa parte del problema, qualsiasi sia, in definitiva, la sua portata.

I settori che producono gas serra

Le valutazioni circa l’impatto dei diversi settori sulle emissioni totali di gas serra sono complesse e variabili a seconda dei parametri considerati.
Le stime del’IPCC (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, formato nel 1988 dalle Nazioni Unite allo scopo di studiare il riscaldamento globale) basato su dati del 2010, da’ questa ripartizione:

il 25 per cento deriva dalla produzione di elettricità e calore, dalla combustione di carbone, gas naturali o petrolio; il 24 per cento dall’agricoltura, dall’allevamento e dalla deforestazione; il 21 per cento dall’industria; il 14 per cento dai trasporti; il 6 per cento dal consumo di combustibili fossili per uso residenziale e commerciale; il 10 per cento da altre attività: l’estrazione di combustibili fossili, la raffinazione del petrolio, la sua lavorazione e il suo trasporto.

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IPCC

L’Università della California, a sua volta, ha tenuto conto nella propria stima anche delle emissioni dovute alla produzione di cibo che viene poi sprecato. Si tratta del 6,7 per cento delle emissioni globali.

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University of California

Si deve anche rilevare come i dati possano essere raggruppati in modo diverso: quello sull’elettricità, per esempio, può essere più o meno inserito nei settori delle attività umane che la utilizzano, dai trasporti all’industria alle abitazioni.

Se prendiamo il caso degli USA, ridistribuendo le emissioni della produzione di elettricità nei vari settori si ottiene un grafico diverso. Il settore con più emissioni diventa con il 31% quello delle abitazioni e degli esercizi commerciali; l’industria diventa il secondo settore, con il 30%, seguito dai trasporti con il 29% e dall’energia con il 10%.

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EPA

Trasporti

Le stime per quel che riguarda il settore dei trasporti non sono univoche. Se prendiamo gli Stati Uniti, troviamo che la ripartizione è così fatta: il 59% delle emissioni è causato da auto, furgoni e piccoli camion; il 23% da camion di medie e grandi dimensioni; il 9% dagli aerei; il 3% da barche e navi; il 2% dai treni; il 4% da altri mezzi di trasporto.

In Europa, il settore dei trasporti, secondo la EEA (l’Agenzia continentale dell’Ambiente), è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale.
Ecco il grafico della ripartizione, sempre secondo questa fonte:

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Agenzia europea dell’ambiente

Agricoltura, allevamento e deforestazione

Secondo le stime della FAO, gli allevamenti contribuiscono per più del 14% al totale delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo.
La fetta più rilevante, di gran lunga, cioè il 65%, è rappresentata dagli allevamenti di bovini, sia per la carne che per il latte (gli allevamenti per la carne hanno emissioni quasi doppie di quelli per il latte).

Seguono con il 9% gli allevamenti di suini, con l’8% i bufali, con l’8% polli e galline, e con il 6% da pecore, capre e altre specie. Le emissioni legate all’allevamento sono causate per la massima parte dalla produzione di mangimi e dalla loro digestione.
Il gas serra più prodotto dall’allevamento è il metano (per il 44%), seguito da ossido di diazoto e anidride carbonica, entrambi sotto il 30%.

Anche l’utilizzo dei terreni impatta, ovviamente, sulle emissioni: perché le piante e il suolo immagazzinano carbonio, sottraendolo all’atmosfera.
E’ noto che negli Stati Uniti, dal 1990 a oggi, è avvenuta un’ampia riconversione di terreni agricoli in praterie e foreste, così che in totale il settore dello sfruttamento delle terre e delle foreste ha contribuito a ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Non accade però lo stesso in molte altre parti del mondo.

Le emissioni nel mondo

E veniamo al tema sempre molto discusso della distribuzione delle emissioni per paesi, cioè chi sono i maggiori “colpevoli”.
E’ noto che, in termini assoluti, il principale responsabile globale sia la Cina, con circa il 28% delle emissioni totali. Al secondo posto ci sono gli Stati Uniti, con il 15%, seguiti dall’India con il 6%, dalla Russia con il 5% e dal Giappone con il 4%. L’Unione Europea a 28 paesi rappresenta il 9%, con i suoi 15 paesi più industrializzati che arrivano quasi al 7,5%. L’Italia ha emissioni di poco inferiori all’1%, come la Francia.

Naturalmente il dato globale non tenendo conto del numero di abitanti è a dir poco relativo ai fini di una corretta valutazione. La Cina ha infatti 1,5 miliardi di persone, gli Stati Uniti circa 330 milioni.
E’ importante dunque considerare anche il dato delle emissioni pro capite.

Ai primi posti di questa poco invidiabile classifica ci sono i paesi mediorientali produttori di petrolio, con il Kuwait in testa (con oltre 50 tonnellate di anidride carbonica pro capite all’anno). In cima alla classifica troviamo anche altri Stati piccoli o piccolissimi come Brunei e Belize.
Il primo grande paese è l’Australia, con 25 tonnellate pro capite all’anno. Canada e USA la tallonano con 21 e 20 tonnellate.
Pin questa lista la Cina è molto più in basso: i suoi abitanti causano in media l’emissione di 8,4 tonnellate di CO2 pro capite.
L’Italia è stimata a circa 7 tonnellate pro capite. La Germania è a 11.

Contributore: Passo la maggiore parte della mia vita lavornado su una macchina a controllo numerico. Amo molto il mio lavoro ma, appena riesco, "inforco" le mie scarpe da ginnastica e vado a correre nella natura. Credo che ognuno di noi debba contribuire fermare degrado ecologico prima che sia troppo tardi con sue azioni personali ogni giorno. Adoro scrivere davanti alla mia tazza di te.
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