In diverse regioni del Mezzogiorno è già emergenza siccità: la cattiva gestione delle reti idriche e il cambiamento climatico hanno inferto anche quest’anno un duro colpo al nostro Paese.
La scarsità delle risorse idriche è purtroppo un problema ormai cronico nella Penisola, tuttavia la questione assume caratteri sempre più preoccupanti: c’è stato, in effetti, un progressivo aggravamento, dovuto soprattutto al cambiamento climatico.
Le temperature sempre più calde, la diminuzione delle precipitazioni, e l’aumento di fenomeni climatici estremi hanno portato a una riduzione significativa dei livelli di acqua disponibile, mettendo a rischio la fornitura idrica per la popolazione e per le attività agricole e industriali. Oltre alla diminuzione delle piogge, si registrano periodi di siccità più prolungati, e ondate di calore che accelerano l’evaporazione dell’acqua, rendendo la situazione critica.
La Sicilia è corsa ai ripari razionando l’acqua
Un esempio lampante, a tal proposito, è la Sicilia, dove la siccità è già diventata una grave emergenza. La Regione sta facendo i conti con un importante deficit idrico: le riserve scarseggiano e aumenta il rischio di fenomeni critici quali, ad esempio, incendi boschivi. Per evitare un ulteriore aggravamento della situazione, è diventato necessario adottare un piano di risparmio idrico, che comporta delle limitazioni all’uso dell’acqua.

Il razionamento, in vigore fino al 31 dicembre, coinvolge sei province (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani), e prevede una riduzione forzata della fornitura di acqua potabile da parte dell’ente che gestisce le reti idriche siciliane, la Siciliacque.
Ma quali sono le cause di questa crisi idrica? Come emerge da una recentissima inchiesta di Greenpeace (In Sicilia è emergenza siccità – Greenpeace), il razionamento, in primis, è senza dubbio causa del cambiamento climatico: da quattro anni sull’isola le precipitazioni sono, infatti, al di sotto della media storica; ma non solo.
La cattiva gestione delle reti idriche e i problemi infrastrutturali che da anni paralizzano l’isola sono anch’essi causa di questa grave situazione.
Ad oggi, gli invasi siciliani si sono riempiti solo al 30% (è il dato peggiore dal 2010), e in alcuni bacini di acqua potabile c’è addirittura una carenza del 90%. Insomma, i dati, davvero terribili, impongono una seria riflessione sulla gestione dell’acqua nel nostro Paese e sulle azioni di contrasto al cambiamento climatico.
Il Sud Italia è a rischio
Oltretutto, questa situazione non è presente solo in Sicilia, ma si estende a quasi tutto il Sud Italia: i dati sulle risorse idriche sono, infatti, preoccupanti anche in Calabria, Basilicata e Puglia, dove la portata dei fiumi è ai minimi storici e l’acqua trattenuta dalle dighe è sempre di meno.
In Puglia, a febbraio, Coldiretti ha lanciato l’allarme, sottolineando come la carenza idrica e le temperature in aumento stiano alterando tutti i ritmi della natura (Siccità in Puglia – Coldiretti). In particolare, i pascoli, a causa delle mancate piogge, sono secchi, costringendo gli allevatori a ricorrere a mangimi per sfamare gli animali.
Le temperature sopra la media di questo inverno hanno, inoltre, causato una “finta primavera” che ha ingannato le coltivazioni. In maniera totalmente anomala, i mandorli sono già in fiore e anche gli ulivi sono già floridi, attirando sciami d’api che si sono risvegliate in anticipo. Ritmi del tutto sbagliati, dunque, con gravi ripercussioni sull’ecosistema e sull’economia.
La Sardegna ha rischiato grosso
All’inizio dell’anno, anche i dati della Sardegna non erano per nulla rosei, a tal punto che in alcune zone sono state imposte delle restrizioni. In alcune aree della Sardegna centrale, ad esempio, è stato vietato l’utilizzo per irrigazione dell’acqua immagazzinata nelle riserve, poiché eccessivamente scarsa.

Fortunatamente, la situazione è andata migliorando grazie alle piogge e alle nevicate di febbraio e marzo, che hanno permesso all’isola di tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia, in alcuni invasi medio-piccoli, la criticità rimane, e l’emergenza siccità continua a pendere come una spada di Damocle sulla Sardegna, considerato anche l’avvicinarsi della stagione estiva.
La situazione di emergenza idrica è, in definitiva, sempre più diffusa e preoccupante. Per questo motivo, è fondamentale adottare una gestione sostenibile, efficace e integrata delle risorse idriche, che garantisca un equilibrio tra le diverse esigenze. È indispensabile, inoltre, sensibilizzare la popolazione sull’importanza di un uso responsabile dell’acqua, e promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative per il trattamento delle acque reflue, riducendo così la pressione sulle reti idriche disponibili.
Queste misure però, per far fronte alle sfide poste dal cambiamento climatico, vanno prese con urgenza. La scarsità delle risorse idriche è, infatti, una sfida che dobbiamo affrontare con determinazione e coesione, un problema che non possiamo più permetterci di ignorare. Ogni anno, la situazione si aggrava, e l’unico modo per garantire un futuro green alle prossime generazioni è agire subito e in maniera efficace