10 punti da sviluppare entro il 2026 : La strategia nazionale per l’economia circolare

Risale allo scorso giugno la definizione e la pubblicazione, da parte del governo Draghi allora in carica, della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, una riforma tra le più importanti previste nel PNRR.

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Immagine di : Tumisu from Pixabay

Risale allo scorso giugno la definizione e la pubblicazione, da parte del governo Draghi allora in carica, della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, una riforma tra le più importanti previste nel PNRR.

A questo ha fatto seguito l’uscita (tramite il Dm 19 settembre 2022, n. 342) di un cronoprogramma che indica 10 obiettivi da perseguire entro il 2026, in corrispondenza con il termine del programma europeo Next Generation Eu.

Che cosa prevede la Strategia per l’economia circolare

Il documento di partenza, che delinea il panorama generale della questione, è del 2017 e si intitola: “Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Documento di inquadramento e di posizionamento strategico”. Il Ministero della Transizione ecologica del governo Draghi guidato da Roberto Cingolani lo ha aggiornato e sottoposto ad una consultazione pubblica, che ha visto pervenire oltre 100 contributi.

“Con la Strategia – spiega il ministero – si intende, in particolare, definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, affinché siano competitive in termini di disponibilità, prestazioni e costi rispetto alle materie prime vergini.

A tal fine, la Strategia agisce sulla catena di acquisto dei materiali (Criteri Ambientali Minimi per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione), sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), sulla responsabilità estesa del produttore e sul ruolo del consumatore, sulla diffusione di pratiche di condivisione e di prodotto come servizio. La Strategia, inoltre, costituisce uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e definisce una roadmap di azioni e di target misurabili da qui al 2035″.

Una strategia in 10 punti

1) Governance della strategia

2) Nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti

3) Incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclo e utilizzo di materie prime secondarie

4) Revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti al fine di rendere più conveniente il riciclaggio rispetto al conferimento in discarica e all’incenerimento sul territorio nazionale

5) Diritto al riutilizzo e alla riparazione

6) Riforma del sistema EPR (Extended Producer Responsibility) e dei Consorzi attraverso la creazione di uno specifico organismo di vigilanza, sotto la presidenza del MiTE

7) Supporto alla normativa esistente, dalle leggi sui rifiuti (regionali e nazionali) allo sviluppo dei Criteri Ambientali Minimi (CAM)

8) Sostegno ai progetti di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari

9) Misure per l’uso del suolo in ottica di economia circolare

10) Misure per l’uso delle risorse idriche in ottica di economia circolare

Nel provvedimento, che è appunto un “cronoprogramma”, sono indicate le tempistiche per l’adozione delle riforme delineate dalla Strategia nazionale per l’economia circolare di giugno. E’ da rilevare l’impegno alla trasmissione dello schema di decreto ministeriale che definisce la disciplina del Registro elettronico nazionale di tracciabilità dei rifiuti (Rentri) entro il 30 settembre 2022 al Consiglio di Stato e alla Commissione europea.

C’è poi l’impegno all’individuazione – nel secondo trimestre 2023 — dei sussidi dannosi all’ambiente che ostacolano l’implementazione della Strategia nazionale per l’economia circolare definendo interventi normativi per la loro eliminazione.


Il Ministero si impegnava inoltre a definire schemi di decreto per l’istituzione di sistemi di responsabilità estesa del produttore (Epr) per filiere strategiche “circolari”: tessile (entro fine 2022) e plastiche non imballaggio (nel quarto trimestre 2022).
Sempre entro fine 2022 era prevista l’adozione del regolamento ex articolo 214-ter, comma 2, del Dlgs 152/2006 sulla autorizzazione semplificata alla preparazione per il riutilizzo.

Resta ora da vedere se e come questi impegni saranno fatti propri dal governo Meloni e dal nuovo ministero.
L’ex ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è stato reclutato dal nuovo premier come consulente a titolo gratuito, sia pure per fronteggiare l’emergenza energetica fino alla fine dell’inverno. Vedremo dunque se il cronoprogramma andrà avanti.

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