Donne protagoniste del green: 8 storie di pioniere della sostenibilità

Le donne hanno da sempre giocato un ruolo fondamentale nella battaglia per la difesa del pianeta. Ecco le storie di otto figure femminili che, con il loro coraggio e le loro azioni, hanno segnato la storia del movimento ecologista. Con qualche risorsa e consiglio di lettura a fine articolo.

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Sin dagli albori del movimento ecologista, le donne hanno spesso lottato in prima linea per la causa
ambientale, talvolta anticipando notevolmente i tempi e trattando di tematiche che, solo diversi anni dopo,
sarebbero entrate nella coscienza collettiva. Alcune di queste protagoniste del green sono molto note, altre sono invece più dimenticate. Ecco allora le loro storie:

Rachel Carson (1907-1964)
Biologa marina e scrittrice statunitense, Rachel Carson è una delle figure più influenti nella storia
dell’ambientalismo e si può considerare la “capostipite” nella genealogia delle donne ecologiste. Nata in Pennsylvania nel 1907, fin da giovane sviluppò una forte passione per la natura, iniziando la sua carriera come scienziata per il governo degli Stati Uniti, presso il Servizio di Pesca e Fauna Selvatica, dove si occupò dello studio della fauna marina. Parallelamente, iniziò un’attività di scrittura e divulgazione scientifica, pubblicando numerosi testi in cui denunciava il disequilibrio del rapporto tra uomo e ambiente e l’ideologia occidentale del progresso.


La sua fama è legata soprattutto alla pubblicazione del libro “Silent Spring” (“Primavera silenziosa”) nel 1962, che rappresentò una vera e propria rivoluzione culturale e scientifica. In esso, Carson mise in luce un concetto che a noi oggi può sembrare banale, ma che non lo era affatto all’epoca: l’uomo è parte di un ecosistema e per sopravvivere deve vivere in armonia con esso. A tal proposito, Carson denunciò l’uso e gli effetti devastanti dei pesticidi chimici utilizzati al tempo, in particolare il DDT, evidenziando come questi prodotti contaminassero il suolo, l’acqua e la catena alimentare, mettendo a rischio la salute umana e la biodiversità.


Il libro fu un fulmine a ciel sereno e scatenò subito un accesissimo dibattito pubblico. Inizialmente, fu
accolto con grande ostilità da parte dell’industria chimica, che tentò di screditare Carson, accusandola di allarmismo e di voler ostacolare il progresso tecnologico. Tuttavia, a distanza di dieci anni dalla pubblicazione di Silent Spring l’uso del DDT fu, in effetti, vietato negli Stati Uniti. Purtroppo, Carson non fece in tempo a veder vinta la sua battaglia, poiché morì prematuramente nel 1964. Le sue ricerche hanno però, senza dubbio, contribuito a cambiare la percezione del rapporto tra uomo e ambiente e hanno gettato le basi per la nascita dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA), fondata nel 1970.

La sua eredità continua a influenzare le politiche ambientali in tutto il mondo e il suo libro Silent Spring è tornato da qualche anno nei primi posti delle classifiche di vendita in Occidente.

Indira Gandhi (1917-1984)
Decisamente più nota di Rachel Carson, Indira Gandhi fu una leader politica di grande carisma che divenne, nel 1966, la prima (e ad ora unica) donna a ricoprire la carica di Primo Ministro dell’India. Figlia del primo ministro indiano Jawaharlal Nehru, Gandhi crebbe in un contesto politico e sviluppò fin da giovane una forte sensibilità per le questioni sociali ed ecologiche, ritenute fondamentali per il progresso dell’India.
Durante il suo mandato, durato dieci anni, promosse, infatti, numerose misure per la tutela delle risorse naturali e della biodiversità.

Tra le sue iniziative più significative ci fu, ad esempio, il lancio di programmi di riforestazione su larga scala per combattere la desertificazione e la perdita degli ecosistemi. Il pensiero di Gandhi era che tutela dell’ambiente e lotta contro la povertà fossero due facce della stessa medaglia. Tutelare l’ambiente avrebbe, dunque, significato migliorare le condizioni umane, soprattutto delle fasce più povere della popolazione.


Uno dei suoi discorsi più celebri, pronunciato alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente del 1972 a Stoccolma, sottolineava proprio la necessità di coniugare sviluppo economico e protezione dell’ambiente. In quell’occasione, Gandhi disse: “La povertà è la peggiore forma di inquinamento”, evidenziando come le questioni ambientali fossero inseparabili dalle questioni sociali ed economiche.

Nonostante le controversie legate al suo governo, Indira Gandhi rimane un punto di riferimento per chi
sostiene che sviluppo e sostenibilità non debbano essere in contrasto.

Laura Conti (1921-1993)
Anche Laura Conti, come molte delle altre protagoniste del green, non è forse conosciuta come dovrebbe.
Eppure, può a buon diritto essere considerata una delle fondatrici dell’ambientalismo in Italia. Tutti noi
conosciamo Legambiente, giusto? Ebbene, tra i fondatori dell’associazione ci fu proprio Conti!
La sua vita non fu facile: partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale, Conti subì l’esperienza
drammatica della deportazione nel campo di concentramento di Bolzano.

Terminato il conflitto, divenne medico e si dedicò parallelamente alla politica, entrando a far parte del Partito Comunista Italiano. Il suo contributo all’ecologismo iniziò negli anni Settanta, quando denunciò le disastrose conseguenze del disastro di Seveso, uno dei più gravi incidenti industriali avvenuti in Europa, che causò la dispersione nell’aria di una nube tossica di diossina. Ancora oggi, in quelle zone, la popolazione e l’ambiente continuano purtroppo a pagare il prezzo di quanto accaduto nel 1976.


Conti non si limitò a criticare, ma si impegnò attivamente per promuovere leggi sulla sicurezza ambientale
e per garantire giustizia alle vittime del disastro. Attraverso i suoi libri e il suo lavoro politico, sensibilizzò
l’opinione pubblica sull’importanza della tutela ambientale.
Tra le sue opere più importanti, vi è il libro “Una lepre con la faccia di bambina” che tratta proprio della
fuoriuscita della nube tossica. La storia è, infatti, ambientata a Seveso e i suoi protagonisti sono due
ragazzini, Marco e Sara, che da un giorno all’altro si trovano a dover fronteggiare un disastro che cambierà
per sempre le loro giovani vite.


Il ruolo dei ragazzi e delle donne nella lotta alla causa ecologista fu un tema molto caro a Conti, che in un
celebre articolo del 1983, edito sull’Unità, osservava che: “c’è molto più consenso alle tesi degli ecologisti
fra le donne che fra gli uomini. Non mi riferisco alle azioni dei movimenti e gruppi organizzati, bensì al
modo di prendere parte a dibattiti, alle osservazioni sollevate, …”. Se pensiamo a quanto i giovani siano oggi attenti e disposti a lottare per un pianeta più pulito e per un futuro migliore possiamo affermare che Conti ciaveva visto giusto.

Jane Goodall (1934 – presente)
Jane Goodall è una delle primatologhe e antropologhe più famose al mondo, nota per il suo straordinario
lavoro di ricerca sugli scimpanzé in Tanzania, che la portò a scoprire l’utilizzo di strumenti da parte di
questa specie: abilità che si pensava fosse esclusiva degli esseri umani. Questa scoperta rivoluzionò la
percezione del confine tra uomo e animale, e le sue osservazioni cambiarono il corso della ricerca
scientifica, influenzando profondamente anche il movimento ambientalista.


Jane Goodall, in effetti, fu essa stessa in prima linea per la conservazione della natura e la tutela dei diritti
degli animali. Nel 1977, fondò il Jane Goodall Institute, ente non governativo che esiste tutt’ora ed è
presente in 25 paesi del mondo, tra cui l’Italia. Il suo programma Roots & Shoots (radici e germogli)
coinvolge, in particolare, giovani di tutto il mondo in attività legate alla tutela dell’ambiente.
Goodall, oggi novantenne, con i suoi libri, conferenze e documentari, continua a ispirare milioni di persone a prendersi cura del pianeta e degli esseri viventi che lo abitano.

Wangari Maathai (1940-2011)
Prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 2004, Wangari Maathai è stata
un’ecologista, attivista per i diritti delle donne e politica keniota. Nata nel villaggio di Ihithe, nella provincia
centrale del Kenya, Maathai crebbe in una comunità rurale e sviluppò un forte legame con la natura fin da
bambina. Studiò biologia negli Stati Uniti e in Germania, diventando la prima donna dell’Africa orientale
a ottenere un dottorato di ricerca.


Nel 1977 fondò il Green Belt Movement, un’organizzazione che aveva lo scopo di combattere la
deforestazione, promuovendo la riforestazione delle zone rurali al fine di migliorare la qualità della vita
delle sue comunità e di garantire una maggiore sicurezza alimentare.
Nel corso degli anni, il movimento, prevalentemente composto da donne, ha piantato milioni di alberi in
Kenya e in altri paesi africani. Nonostante arresti e intimidazioni, Maathai rimase sempre fedele ai suoi

ideali, diventando una pioniera della sostenibilità in Africa e nel mondo, e arrivando a vincere il
prestigioso riconoscimento del Nobel.

Vandana Shiva (1952 – presente)
Vandana Shiva è, tutt’oggi, una delle voci più influenti nella lotta contro le multinazionali
dell’agroalimentare. Nata nel 1952 nella città di Dehradun, in India, Shiva si laureò in fisica delle particelle
prima di dedicarsi all’ecologia e all’agricoltura sostenibile.
Nel 1982 fondò il Research Foundation for Science, Technology and Ecology, un istituto che promuove
l’agricoltura biologica e la conservazione delle risorse naturali. Uno dei suoi principali obiettivi è stato
quello di difendere i diritti dei contadini e delle comunità locali, incentivando l’uso di semi tradizionali e
la conservazione delle colture indigene.


Shiva ha scritto numerosi libri e articoli sull’agricoltura sostenibile e sulla giustizia sociale, contribuendo a
diffondere la consapevolezza sulla necessità di un approccio etico e rispettoso dell’ambiente in India e nel
mondo, a tal punto da essere definita dal Times “un eroe ambientale”.

Severn Cullis-Suzuki (1979 – presente)
Forse Severn Cullis-Suzuki è, ad oggi, molto meno conosciuta di Greta Thunberg, tuttavia anche lei, qualche anno prima di Greta, ha avuto il coraggio, a soli 12 anni, di parlare davanti ai leader mondiali, alla
Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo a Rio de Janeiro nel 1992, chiedendo loro di
prendere decisioni responsabili per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni.
Il discorso, conosciuto come “Il discorso che zittì il mondo per cinque minuti”, divenne virale e ancora
oggi è considerato uno dei momenti più potenti nella storia dell’attivismo ambientale. Denunciando la
distruzione dell’ambiente, gli effetti dell’inquinamento e le disuguaglianze sociali, Cullis-Suzuki ha
sottolineato la responsabilità che gli adulti hanno nel lasciare un pianeta vivibile ai loro figli.


Da allora, ha continuato a impegnarsi per il pianeta e la giustizia sociale. Ha studiato biologia evolutiva e
antropologia all’Università di Yale e ha fondato numerose organizzazioni ambientaliste, tra cui la
Environmental Children’s Organization (ECO), che mira a educare i giovani sui temi green.
Severn Cullis-Suzuki è un esempio di come, indipendentemente dall’età, tutti noi possiamo fare la differenza e lottare per un mondo migliore.

Greta Thunberg (2003 – presente)
Greta Thunberg è, senza dubbio, tra le attiviste per il clima più note oggigiorno. I suoi “Fridays for Future”
hanno, in effetti, ispirato milioni di giovani in tutto il mondo a scendere in piazza per chiedere misure
concrete contro il cambiamento climatico. Anche molti ragazzi italiani hanno, per protesta, scioperato da
scuola e manifestato per il pianeta seguendo l’esempio della loro coetanea, tuttavia in tempi recenti iniziative simili sono andate un po’ scemando.


A chi si chiede, però, che fine abbia fatto Greta Thunberg, possiamo rispondere che continua a lottare per
la causa green e a partecipare a molte proteste nel mondo, venendo a volte anche arrestata. Recentemente, ad esempio, ha manifestato a Tbilisi, contro la Cop 29 di Baku. Greta dunque c’è, forse fa solo meno notizia.


In ogni caso, può essere considerata senza mezzi termini una delle attiviste ambientali più influenti del
XXI secolo. Nata a Stoccolma, in Svezia, nel 2003, Thunberg è diventata famosa nel 2018, quando ha
iniziato a scioperare da scuola per protestare contro l’inazione dei governi di fronte alla crisi climatica.
Greta ha parlato in diverse occasioni davanti ai leader mondiali, tra cui il Parlamento Europeo, le Nazioni
Unite e il World Economic Forum.

Il suo discorso più celebre è quello pronunciato durante il Summit sul
Clima delle Nazioni Unite nel 2019, in cui accusò i leader mondiali di non fare abbastanza per affrontare
l’emergenza climatica: “Come osate? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote.” Thunberg ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno, tra cui la candidatura al Premio Nobel per la Pace. La sua determinazione e il suo coraggio hanno, in effetti, portato la crisi climatica al centro del dibattito pubblico globale.
La sua figura è diventata simbolo di una generazione che non vuole accettare passivamente il degrado del
pianeta.

Consigli di lettura

  1. “Silent Spring” di Rachel Carson – Un libro fondamentale per comprendere l’impatto dei pesticidi
    sull’ambiente.
  2. “Una lepre con la faccia di bambina” di Laura Conti – La storia del disastro di Seveso e delle sue
    conseguenze.
  3. “La dolce ala dell’ecologia” di Laura Conti da l’Unità, 1/08/1983 – Un articolo fondamentale sul
    ruolo dei giovani e delle donne nella lotta ecologista.
  4. “Unbowed: A Memoir” di Wangari Maathai – L’autobiografia della prima donna africana a vincere
    il Premio Nobel per la Pace.
  5. “Reason for Hope: A Spiritual Journey” di Jane Goodall – Un libro che riflette sull’importanza
    della conservazione della natura.
  6. “Soil Not Oil” di Vandana Shiva – Un saggio sull’agricoltura sostenibile e la giustizia sociale.
  7. “Greta’s Story: The Schoolgirl Who Went on Strike to Save the Planet” di Valentina Camerini –
    La storia di Greta Thunberg rivolta ai giovani lettori.
  8. “Prime. Dieci scienziate per l’ambiente” curato da Mirella Orsi e Sergio Ferraris – Per
    approfondire l’apporto delle donne scienziate alla causa ambientalista.
  9. “Le ragazze salveranno il mondo. Da Rachel Carson a Greta Thunberg: un secolo di lotta per
    la difesa dell’ambiente” di Annalisa Corrado – Per approfondire l’attivismo climatico da un punto
    di vista più politico-culturale.

Risorse web

  1. https://www.greentomeet.com/rachel-carson-grandi-discorsi-green/
  2. https://www.greentomeet.com/vandana-shiva/
  3. https://www.greentomeet.com/severn-cullis-suzuki/
  4. https://www.greentomeet.com/greta-thunberg-arrestata/

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Claudia Russo ha studiato storia dell’arte a Siena, Parigi e Bologna. Appassionata di viaggi rigorosamente culturali e di serate conviviali un po’ meno impegnate, curiosa, determinata e amante del bello, trova sempre il tempo per una buona tazza di tè e per interrogarsi, con sguardo critico, sugli avvenimenti del nostro tempo
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