Decarbonizzare il trasporto aereo. Nasce il progetto “Financing the airport of tomorrow”

Per accelerare la transizione green degli aeroporti e dei voli, il World Economic Forum lancia un ambizioso progetto internazionale. E il futuro sarà degli aerei “ibridi”.

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[dbrus] © 123RF.com

Decarbonizzare il trasporto aereo. In un’estate come questa 2023, con il Covid che sembra ormai un brutto ricordo alle spalle, i cittadini di tutto il mondo occidentale (e non solo) hanno ricominciato a programmare mete di viaggio sulle distanze lunghe e medio-lunghe. Tornando ad utilizzare, dunque, l’aereo in maniera massiccia.

Così il tema della sostenibilità del trasporto aereo è tornato alla ribalta, se mai qualcuno se ne fosse dimenticato.

La decarbonizzazione di questo settore è una sfida fondamentale e non più rimandabile, se si vuole davvero attuare la transizione energetica globale.

E’ vero che le emissioni globali prodotte dai voli rappresentano una quota compresa tra il 2% e il 2,5% di quelle complessive, quindi apparentemente poco rilevante. Ma è chiaro che, con questo trend di utilizzo dell’aereo per spostamenti anche interni ad un Paese (e a volte di 7-800 chiliometri), raggiungere il net zero entro il 2050 sarà assai arduo, se non impossibile.

Per giungere infatti ad avere una flotta globale di aerei elettrici o a idrogeno, comprese le necessarie infrastrutture, si stima che siano da trovare capitali per non meno di 1,7 trilioni di dollari.
E’ evidente, infatti, che la decarbonizzazione del trasporto aereo non riguarda solo i veicoli, ma anche gli aeroporti.

Per rispondere a questa grande sfida, ha preso forma il progetto “Financing the airport of tomorrow”, un’iniziativa targata World Economic Forum (in particolare il World Economic Forum’s Center for Nature and Climate) e Airport Council International.

Di cosa si tratta?

Il progetto si concentra, prima di tutto, su una trasformazione radicale delle strutture aeroportuali, che ad oggi sono infrastrutture potentemente energivore.

L’idea è di farli diventare degli energy hub in grado di autoprodurre, accumulare e distribuire energia green.

Il secondo punto del progetto riguarda le strategie per l’adozione su larga scala dei carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione (Saf, Sustainable Aviation Fuel). Quindi l’elaborazione per questo obiettivo di strumenti di finanziamento innovativi.

“Esaminando la distribuzione delle emissioni delineata nel rapporto Waypoint 2050 dell’Air Transport Action Group” scrivono gli estensori del progetto “scopriamo che il 96% delle emissioni del trasporto aereo proviene da aeromobili con più di 100 posti. Sorprendentemente, il 66% di queste emissioni è attribuito a velivoli a corridoio singolo di grande successo che dominano il mercato.

Il restante 4% è associato ad aeromobili fino a 100 posti, comunemente impiegati per rotte regionali. Pertanto, per decarbonizzare la maggior parte di tali emissioni, a breve termine, l’attenzione si concentra sui SAF, che offrono una soluzione tecnicamente fattibile utilizzando l’attuale infrastruttura di aeromobili e aeroporti”.

Dunque una delle sfide cruciali consiste proprio nell’aumentare la produzione e la fornitura di SAF. Secondo il rapporto “Making Net-Zero Aviation Possible”, soddisfare la domanda richiederà 300 impianti di produzione SAF entro il 2030, con un fabbisogno previsto fino a 3.400 impianti entro il 2050. “Questa esigenza” scrive il rapporto “rappresenta una sfida significativa per quanto riguarda la disponibilità di materie prime, in particolare perché le risorse di biomassa sono limitate”.

Sempre secondo il progetto, “se si considera il contesto più ampio della decarbonizzazione, l’importanza dell’elettrificazione può superare le stime iniziali. In particolare, i velivoli elettrici a batteria offrono il vantaggio di eliminare le emissioni in volo.

Negli ultimi anni sono emersi numerosi progetti per veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale. Entro il 2035, i velivoli elettrici con batteria agli ioni di litio dovrebbero avere un raggio operativo massimo di circa 400 chilometri, che aumenterà a 600 chilometri entro il 2050”.

I motori elettrici, combinati con altre tecnologie, come la propulsione elettrica con SAF o a idrogeno in velivoli ibridi, potranno estendere significativamente l’autonomia del velivolo.

Anche l’Italia farà la sua parte

In tutto questo, si prospetta (e ci si auspica) un ruolo importante per il nostro Paese.
Infatti Mundys, realtà capo-gruppo che controlla diversi scali internazionali tra cui Aeroporti di Roma, è il corporate leader che guiderà la parte riguardante i temi di finanziamento.

L’introduzione dei necessari nuovi strumenti di finanziamento sarà guidata proprio da Mundys, che si è già segnalata positivamente sul fronte della gestione e dello sviluppo sostenibile delle infrastrutture e delle pratiche di finanza sostenibile.

Dovrebbero essere qualcosa come 18 mila, gli aeroporti civili coinvolti nella sfida della decarbonizzazione. Le linee guida per l’attuazione concreta saranno presentate nel corso della prossima COP 28 in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.

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