Le microplastiche sono sempre più presenti nell’ambiente: ma cosa sappiamo realmente su di esse? Scopriamo in breve quali sono le principali caratteristiche delle microplastiche, da dove derivano e quali sono i loro effetti sull’ambiente e sulla salute.
Cosa sono le microplastiche?
E’ stato lo scienziato marino Richard Thompson dell’Università di Plymouth, ad aver coniato il termine nel 2004, dopo aver trovato cumuli di residui di plastica piccoli come chicchi di riso su una spiaggia in Inghilterra.
Le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 mm. Sono prodotte in modo artificiale e si trovano in molti oggetti di plastica come le bottiglie d’acqua, i sacchetti di plastica e i cosmetici. La maggior parte delle microplastiche finisce nell’ambiente, dove può causare danni agli organismi viventi e al nostro ecosistema.
Le microplastiche sono state trovate all’interno di acqua potabile e cibo
Le microplastiche sono state trovate in acqua potabile e cibo. Queste particelle possono derivare da diverse attività umane, come l’uso di detergenti e cosmetici o rifiuti. Vari studi hanno analizzato la presenza di microplastiche nell’acqua potabile ed è stata riscontrata la loro presenza nella maggior parte di esse. Si parla di più dell’80%.
E’ evidente, dunque, che siamo in contatto continuo con queste microplastiche, in pressoché tutte le attività quotidiane.
Le microplastiche sono molto presenti anche nel suolo, nei mangimi e nelle acque per gli animali. Da qui l’ingestione di queste da parte di animali, e di conseguenza anche degli umani che consumano carne.
Il pesce contiene microplastiche
La plastica gettata nei mari si disintegra in microplastiche. Queste particelle di plastica vengono poi ingerite dai pesci e immesse nella catena alimentare. È importante notare che non tutte le microplastiche sono visibili a occhio nudo: alcune sono così piccole da essere invisibili, tanto che sono state ritrovate addirittura nel plancton marino.
Le particelle possono causano notevoli danni ai pesci e all’ambiente marino. Nella catena alimentare, poi, che arriva sino a noi, si stima che ogni persona consumi circa 50 grammi di plastica all’anno attraverso il pesce e altri prodotti ittici.
Gli effetti delle microplastiche sulla salute
Per la presenza nelle acque e per quella nella catena alimentare, le microplastiche vengono ingerite dall’uomo o entrano in contatto con l’essere umano per via cutanea.
Nella primavera del 2022, alcuni scienziati di Paesi Bassi e Regno Unito hanno annunciato di aver ritrovato minuscole particelle di plastica in due punti del corpo di esseri umani viventi, in cui non erano mai state viste prima: in profondità nei polmoni di un paziente sottoposto a intervento chirurgico e nel sangue di donatori anonimi.
Gli effetti sulla salute di queste particelle non sono ancora del tutto chiari. Ci sono varie ipotesi sul tavolo.
Le analisi più recenti hanno identificato oltre 10.000 singole sostanze chimiche utilizzate nelle plastiche: almeno 2.400 di queste sono potenzialmente pericolose, e molte, secondo gli scienziati, non sarebbero adeguatamente regolamentate in diversi Paesi.
La potenziale nocività delle sostanze rilasciate dalle microplastiche è comunque certa: possono ad esempio causare infiammazione, con tutte le conseguenze che questa comporta. Ci sono potenziali effetti sul sistema immunitario, circolatorio, respiratorio, digestivo, neurologico ecc.
Addirittura le particelle più piccole possono anche attraversare la placenta. Un recente articolo sulla rivista “Focus”, che ha suscitato una notevole eco, parla proprio del ritrovamento di microplastiche nelle prime feci di un neonato.
Sono molte le ricerche in corso sulle tossine rinvenute nelle materie plastiche. Solo presso la National Organization for Health Research and Development olandese se ne contano 15, alcuni in fase avanzata.
Uno studio dell’Università di Hull, in Regno Unito, ha dimostrato quanto possono essere invasive le particelle volatili: gli scienziati hanno ritrovato le più grandi quantità, di varie forme e misure (una addirittura di due millimetri), in profondità nel lobo polmonare inferiore.
Per approfondire la nocività delle microplastiche:
(https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0025326X22005148#s0115)