Bere molta acqua e non uscire di casa a mezzogiorno. Queste raccomandazioni, che sembrano ovvie e dettate dal più comune buon senso, sono ormai oggetto di ironie da molti di noi, quando le sentiamo ripetute ad ogni inizio d’estate da giornali, telegiornali e media vari.
C’è però poco da scherzare con il colpo di calore. L’allarme heatstroke, come lo chiamano gli anglosassoni, è una cosa talmente seria in tempi di global warming e di aumento costante e progressivo sia delle temperature medie che dei picchi di calore, che anche il serissimo Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti ha diramato nelle ultime settimane una serie di bollettini stampa con raccomandazioni stringenti.
Heat stroke can kill. Non è il titolo di una canzone di hard rock, ma lo slogan con cui il Servizio meteorologico USA mette in guardia gli americani, e quindi tutti noi, dai rischi potenzialmente letali delle ondate di calore sulla salute umana.
Le statistiche lo confermano. Il colpo di calore è stato la causa diretta o indiretta di circa 1.670 decessi negli Stati Uniti nel 2022, secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Rappresenta il rischio più mortale durante gli episodi di alte temperature, come l’ondata di calore che sta attualmente colpendo diversi Stati del centro e dell’est del Paese.
Rapidità e virulenza nell’insorgere dei sintomi: sono queste le due caratteristiche da non sottovalutare (e da non liquidare con un “sei tutto rosso… hai preso un bel po’ di sole, eh…”) che possono porre fine alla vita di una persona anche sana in brevissimo tempo.
Il colpo di calore si verifica quando la temperatura corporea supera i 40°C. Da questo momento in poi, diversi processi fisiologici dell’organismo vengono alterati, con infiammazioni e un’esplosione di enzimi che interferiscono con il regolare funzionamento degli organi vitali.
Il punto è che, secondo il parere unanime dei medici, questa condizione, una volta iniziata, è difficile da far regredire. Si comincia dal mal di testa, confusione e stordimento. Sintomi che possono degenerare in breve tempo in perdita di coscienza, convulsioni, fino all’insufficienza cardiaca.
A quel punto, se una persona che è con noi o vicina a noi ne è colpita, non c’è tempo da perdere: bisogna chiamare subito i servizi d’emergenza.
Le raccomandazioni.
Senza timore di risultare ovvio o banale, il Servizio meteorologico nazionale USA elenca le principali raccomandazioni da tenere strettamente presenti in caso di punte di caldo esterno eccessive: esortandoci allo stesso tempo a non prenderle assolutamente sottogamba.
Evitare attività fisiche faticose: anche, per esempio, lavori all’esterno della casa che ci sembrano improrogabili e che, a volte, ci prende l’uzzolo di fare proprio d’estate sotto il solleone, quando non c’è alcuna necessità.
Le categorie di persone che devono assolutamente vivere in ambienti freschi durante il periodo più caldo dell’anno essendo particolarmente vulnerabili al calore, sono: i bambini, i neonati, gli anziani (tutti, ma soprattutto quelli che soffrono di malattie preesistenti, assumono determinati farmaci, vivono da soli o hanno una mobilità limitata), i malati cronici di qualsiasi età, le donne in gravidanza. Siamo sicuri che lo facciano davvero? Ad esempio, gli anziani soli, si preoccupano, o qualcuno si preoccupa per loro, di vivere in ambienti con una temperatura accettabile a tutte le ore del giorno?
Anche quella di indossare abiti leggeri e di colore chiaro è una raccomandazione rinnovata dall’Agenzia USA, da non sottovalutare. Come di avere un regime alimentare per l’estate fatto di cibi leggeri, freschi e facilmente digeribili. Bere molta acqua è ovvio, un po’ meno il fatto che non dev’essere troppo fredda, cosa che spesso dimentichiamo e che può avere conseguenze. No alcool e ridurre al minimo anche la dose quotidiana di caffeina.
Ambienti climatizzati o con ventilatori elettrici: il flusso del ventilatore non deve mai essere diretto verso se stessi quando la temperatura ambiente è superiore a 90°F, cioè 32°C. Questo perché l’aria secca provoca una maggiore disidratazione. Se il vostro datore di lavoro non ne è convinto e vi spara addosso l’aria delle pale, fategli leggere questo articolo.
Per i lavoratori all’aperto c’è ancora meno da prendere sottogamba la situazione. Devono idratarsi costantemente, rinfrescarsi in zone ombreggiate durante le pause e aumentare solo gradualmente il carico di lavoro. L’Agenzia USA raccomanda che ogni azienda In questo senso si doti di un protocollo per evitare malattie e decessi legati al caldo. In Italia, è notizia di questi giorni che il governo ha rinnovato anche per il 2024 un pacchetto di cassa integrazione-caldo di 13 milioni di euro per i lavoratori più esposti, agricoltura ed edilizia in primis. Speriamo che le aziende vi facciano ricorso.
Tra le raccomandazioni più specifiche che i medici ci forniscono su come affrontare il caldo, è importante quella che riguarda i farmaci e le medicine che assumiamo.
I diuretici, ad esempio, spesso prescritti per trattare le malattie renali o l’ipertensione, possono innescare la disidratazione e portare a una carenza di potassio e sodio: questo renderà più difficile la regolazione della temperatura corporea.
Altri farmaci che possono innescare squilibri durante gli episodi di calore sono i trattamenti per le allergie e i farmaci contro i disturbi depressivi. Molti di essi provocano un aumento della sudorazione, impedendo al corpo di raffreddarsi.
La raccomandazione per tutti coloro che li assumono è di idratarsi ancora più del necessario. Se il malessere legato all’aumento della temperatura persiste, conviene consultare il medico, che potrà modificare la dose durante l’allerta caldo.
Un’ultima raccomandazione. Attenzione al calore nell’interno dei veicoli auto.
Alcuni studi hanno dimostrato che la temperatura all’interno di un’automobile può salire a livelli pericolosi durante un’ondata di caldo estremo. Secondo i dati del National Weather Service americano, un sedile scuro dell’auto può raggiungere rapidamente temperature comprese tra i 180°F (82°C) e i 200°F (93°C).
Il riscaldamento dei sedili provoca l’aumento della temperatura dell’aria adiacente: si emettono radiazioni a onde lunghe, che poi riscaldano l’aria intrappolata all’interno del veicolo. Così l’auto diventa letteralmente un forno.
A quel punto è meglio non scherzare facendo foto col telefonino alla temperatura segnata dal cruscotto (chi non l’ha mai fatto?…). Conviene uscire dal veicolo, soprattutto non rimanerci per lunghi periodi di tempo.