Cos’è la biodiversità
La UE ha sancito che è fondamentale preservare la biodiversità per garantire la sostenibilità a lungo termine dei sistemi alimentari. La Comunità Economica Europea dispone di un corpus legislativo molto ampio dedicato alla protezione dell’ambiente e della biodiversità fin dal 1979. Si potrebbe fare riferimento all’iniziativa a favore degli impollinatori o quella sulle biodiversità marine. Ma tutta l’ambiziosa strategia del Green Deal al 2050 e le strategie intermedie, come il F2F o il Fit for 55, per esempio, contengono riferimenti e indicazioni a questo tema basilare, con l’obiettivo di non perderla.
Cos’è dunque la biodiversità e perchè è così importante per noi
La biodiversità è una parola composta da due termini: “bio” che, come sappiamo significa vita, e “diversità”, ovvero la varietà presente in natura.
Il termine si riferisce alla diversità di forme di vita presenti sul nostro pianeta Terra e include tutti gli organismi viventi: dai microscopici batteri alle piante ai più grandi e agli animali terrestri. La sua importanza per l’umanità è enorme poiché ci fornisce cibo, acqua pulita e aria respirabile, oltre a contribuire al benessere psicologico dell’uomo attraverso un effetto calmante e rilassante sull’umore, con diminuzione dello stress e un forte un senso di connessione con il mondo naturale e con gli altri esseri viventi.
La biodiversità rappresenta anche un patrimonio culturale e storico essenziale per molte società tradizionalmente legate alla natura e all’agricoltura. Non dimentichiamo che uno degli obiettivi dell’agricoltura sostenibile è quello di contribuire alla conservazione della biodiversità, attraverso la promozione di pratiche agricole che proteggono gli habitat naturali e riducono l’impatto ambientale. L’agricoltura massiva, al contrario, tende alla coltivazione di una sola tipologia di prodotto, con il solo obiettivo di avere maggiore produzione con la conseguente riduzione del prezzo del prodotto finale.
Fortunatamente l’Italia è uno dei paesi al mondo che tende a mantenere una maggiore diversità di prodotto. Nel nostro Paese si coltivano ancora oltre 500 tipi di olive per la produzione dell’olio; in Spagna sono 400, anche se poi ne vengono coltivate massivamente uno o 2 tipi per favorire un’alta resa del prodotto. Altro esempio è la produzione di uva: in Italia esistono complessivamente oltre 700 tipi di uva autoctona per vino e da pasto.
La biodiversità in agricoltura è “sostenuta” dal mercato che riconosce nella diversità un valore aggiunto, come testimoniano le fortune dei vari IGP o DOP. L’export italiano nel settore agroalimentare è trainato da questa caratteristica, molto apprezzata soprattutto da Paesi ad alto reddito.
Tuttavia negli ultimi decenni la perdita della biodiversità sta diventando sempre più evidente. La causa è nel cambiamento climatico globale. Senza questa diversità, il pianeta non riesce a garantire a se stesso l’equilibrio degli ecosistemi.
Le cause della perdita di biodiversità
Una delle principali cause della perdita di biodiversità è la distruzione degli habitat naturali. Quando le foreste vengono abbattute per far spazio alle attività agricole e all’urbanizzazione, quando le zone costiere vengono distrutte dalla costruzione di dighe e porti turistici, il risultato è appunto una forte perdita in termini di biodiversità.
Un’altra causa è l’inquinamento ambientale causato dall’uomo con le emissione di sostanze chimiche tossiche nell’aria e nell’acqua.
Il surriscaldamento globale poi – con l’aumento del livello dei mari e la deregolamentazione dei cicli stagionali – è in grado di alterare gli equilibri ecologici esistenti e causare lo spostamento o addirittura la scomparsa di molte specie.
Non è da dimenticare poi il commercio illegale di fauna selvatica, che contribuisce alla riduzione degli animali presenti nelle aree naturalistiche protette.
Gli effetti della perdita della biodiversità
La perdita della biodiversità può avere effetti disastrosi sull’ecosistema e sulla vita umana. Uno dei principali, è la diminuzione della resilienza degli ecosistemi, ovvero la loro capacità di resistere allo stress ambientale. Ciò significa che i cambiamenti climatici, la deforestazione o altri fattori possono avere un impatto più forte sugli ecosistemi che risultano privati della loro diversità biologica.
La perdita di specie animali e vegetali può portare alla scomparsa di alimenti essenziali per l’uomo, oltre a ridurre le possibilità di scoprire nuove proprietà terapeutiche delle piante. La biodiversità ha infatti un ruolo fondamentale nella produzione di farmaci naturali.
Il fenomeno può anche avere ripercussioni economiche negative su molte comunità locali che dipendono dalle risorse naturali per il proprio sostentamento. Ciò accade in particolare nei Paesi in via di sviluppo, dove le risorse forestali o ittiche rappresentano una fonte spesso primaria di reddito e occupazione.
Infine, non dobbiamo dimenticare l’impatto psicologico che può causare la sparizione delle specie animali e vegetali più amate sugli esseri umani: una questione di cui si parla forse troppo poco. La biodiversità ha quindi anche un valore estetico-emozionale insostituibile per molte persone. E’ bene non dimenticare che l’uomo fa parte del regno animale e, come tale, dell’ecosistema globale.