Parlare di un'economia che non cresce può sembrare un'eresia. Da decenni, l'associazione tra crescita e benessere ha permeato la nostra vita in modo così profondo che immaginare di non seguire questa logica appare a molti utopistico e destabilizzante. Eppure, il concetto di "Beyond Growth" (Oltre la Crescita) sta guadagnando terreno nel dibattito pubblico.
Nel contesto dell'attuale discussione globale su questioni ambientali e sviluppo sostenibile, la "decrescita" emerge come una sfida provocatoria e un'alternativa al modello dominante di crescita economica continua. Questa idea propone un ripensamento radicale dei fondamenti su cui si basa la nostra economia e il nostro stile di vita.
Dal punto di vista ambientale, l'idea di decrescita si fonda sulla convinzione che il pianeta Terra abbia limitazioni fisiche insormontabili. Un concetto non nuovo, già affrontato da Aurelio Peccei, industriale e filantropo italiano noto come cofondatore del Club di Roma, nel rapporto del 1972 intitolato "I Limiti dello Sviluppo" ("The Limits to Growth"). In quel rapporto si esploravano le conseguenze della continua crescita economica e demografica in un mondo con risorse limitate, utilizzando modelli informatici per prevedere diversi scenari futuri. Il messaggio centrale era che, se le tendenze di crescita dell'epoca fossero continuate senza controllo, avrebbero portato a una serie di crisi globali, tra cui la scarsità di risorse, l'inquinamento e il collasso economico.
Un contributo significativo viene anche da Serge Latouche, economista e filosofo francese che ha coniato il termine "decrescita felice" ("décroissance soutenable"). Latouche critica l'ossessione per la crescita economica e propone invece un modello basato su otto "R": Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Rilocalizzare, Ridistribuire, Rivalutare, Ridimensionare e Ripensare. Il termine, ormai sdoganato, viene utilizzato spesso anche in contesti politici o istituzionali.
Il concetto di "Beyond Growth" sta ora entrando nel dibattito di molti parlamenti europei, incluso il Parlamento Europeo stesso. Nel maggio del 2023 si è tenuto a Bruxelles un evento che ha coinvolto parlamentari di diverse correnti politiche e oltre 7.000 partecipanti. Questo evento avrà un seguito quest'anno con incontri presso i parlamenti nazionali di diversi Paesi europei. In Italia, il dibattito si è già tenuto il 19 aprile 2024 presso la Camera dei Deputati.
Implementare un'economia di decrescita richiede politiche innovative e coraggiose, come la ridistribuzione della ricchezza a livello globale, la riduzione delle ore lavorative a favore di una redistribuzione del lavoro, l'incremento della produzione e del consumo locale e l'investimento in tecnologie pulite e infrastrutture sostenibili.
Inoltre, richiede un cambiamento nelle abitudini individuali e nella mentalità collettiva, valorizzando concetti come sobrietà, solidarietà e generosità, necessari per affrontare profondi cambiamenti a favore delle future generazioni.
Tuttavia, emergono domande inquietanti. Come può essere garantita la stabilità economica in un sistema che non si basa sulla crescita? Quali meccanismi possono assicurare che la riduzione del consumo non si traduca in un aumento della disuguaglianza o in una recessione economica? E ancora, come possono le nazioni in via di sviluppo perseguire la decrescita senza compromettere il miglioramento delle condizioni di vita delle loro popolazioni?
È innegabile che un'economia basata sulla crescita abbia portato miglioramenti concreti nella vita di molte persone nel mondo. Lo sviluppo economico degli ultimi decenni ha migliorato le condizioni di vita di una parte significativa dell'umanità. Purtroppo, questo sviluppo ha avuto come contraltare costi ambientali e sociali considerevoli a livello globale.
La globalizzazione ha avvicinato culture e popolazioni, ma ha anche facilitato l'esaurimento delle risorse naturali in aree che non hanno tratto vantaggio dalla loro stessa ricchezza. Prendiamo ad esempio l'Amazzonia: la sua deforestazione porta conseguenze sia dirette che indirette a livello mondiale, influenzando il clima, la biodiversità e le popolazioni locali, senza garantire un'equa distribuzione dei profitti generati a favore delle comunità indigene.
È evidente, quindi, che il concetto di "Beyond Growth" nasce e si sviluppa, data la sua complessità, da una varietà di contributi teorici in diverse discipline, quali economia, sociologia, ecologia e filosofia politica. La sua applicazione, che sembra ormai inevitabile per far fronte ai cambiamenti climatici, non può essere lasciata al caso. Spetta a noi decidere se vogliamo che avvenga in modo casuale e caotico, subendone le conseguenze, o in maniera controllata, per un'auspicabile "decrescita felice".