BELPAESE INVIVIBILE. COME SARA’ IL CLIMA IN ITALIA NEL 2100 – Ep. 1

"Se a livello planetario non si invertiranno i consumi riducendo le emissioni di anidride carbonica, nel 2100 in Italia la temperatura aumenterà di 8 gradi".

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2017. L’allarme di Mercalli

“Se a livello planetario non si invertiranno i consumi riducendo le emissioni di anidride carbonica, nel 2100 in Italia la temperatura aumenterà di 8 gradi, la Pianura Padana avrà lo stesso clima del Pakistan e l’Adriatico salirà di un metro e mezzo. Venezia sarà sommersa con buona pace del Mose, ma anche Padova”.

Si può dire che il primo scenario drammatico sugli effetti dei cambiamenti climatici nel Belpaese lo abbia lanciato nel 2017 il meteorologo Luca Mercalli, in una serie di interviste e dichiarazioni che ebbero una larga eco sulla stampa.

Già sei anni fa, dunque, il climatologo torinese segnalava come i carotaggi del ghiaccio del Polo Sud indicassero che 800.000 anni fa l’atmosfera terrestre aveva 180 parti di anidride carbonica per milione, mentre prima della rivoluzione industriale il valore era di 280 e oggi, con il costante impiego del carbone fossile, di 410.
Il caldo prodotto da questo aumento, spiegava Mercalli, ci aveva già fatto perdere in cent’anni metà dei ghiacci delle Alpi, e avrebbe portato la penisola italiana verso un clima tropicale con la diffusione di nuove epidemie.

Agosto 2021. Le stime della NASA

Il Sea Level Change Portal è un portale voluto dalla NASA, l’ente spaziale americano, per studiare l’innalzamento del livello del mare servendosi delle informazioni e delle misurazioni dei satelliti, delle missioni aeree, delle navi e delle elaborazioni dei supercomputer.

Nell’agosto del 2021, il portale pubblicò una mappa dei mari che delineava scenari fino al 2100. La previsione era di un aumento di oltre mezzo metro, con valori ancora più alti nel caso le emissioni di gas serra dovessero aumentare ulteriormente rispetto allo stato attuale.
La stima si basava sui dati dell’IPCC (l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa al cambiamento climatico), con possibili variazioni dipendenti dalle città, dalle eventuali modifiche al modello economico, dagli interventi adottati o meno di riduzione delle emissioni di gas serra.
Qualsiasi scenario, comunque, prevedeva un innalzamento del livello del mare: più precisamente, da un minimo di circa 30 centimetri a un massimo di 80 nel 2100.

Il caso Venezia

Venendo all’Italia, la mappa della NASA indicava per Venezia un innalzamento del livello del mare nel 2100 di 0,41 metri nell’ipotesi migliore, di 0,87 in quella peggiore. Dati impressionanti, se si pensa alle conseguenze che comporterebbe un aumento di questa portata.
Nel 2150 la situazione per la “città più bella del mondo” potrebbe di molto peggiorare, con previsioni che vanno da 0,61 metri ad addirittura 1,94 metri in più, a seconda dello scenario che si verificherà.

Genova, Cagliari, Palermo

Le prospettive non sono certamente migliori per un’altra città sul mare come Genova: l’innalzamento previsto del mare nel 2100 potrebbe andare da 0,34 metri a 0,80 metri, e nel 2150 da 0,50 a 1,83 metri.
A Palermo
il mare potrebbe salire da 0,32 a 0,82 metri nel 2100, e da 0,47 a 1,89 metri nel 2150.

A Cagliari si andrebbe da 0,39 a 0,88 metri nel 2100, e da 0,58 a 1,98 metri nel 2150.

La prospettiva di innalzamento dei mari è, secondo gli esperti, particolarmente impattante proprio sul Mediterraneo.
Come ha sottolineato la climatologa del CNR Marina Baldi, “il Mediterraneo è una zona dove il cambiamento climatico e l’aumento del livello del mare è più sensibile e rapido rispetto ad altre zone. I parametri globali di crescita dello scioglimento dei ghiacci e dell’innalzamento del livello dei mari sono cresciuti più velocemente rispetto al passato, e se andiamo avanti così si procederà ancora più velocemente”.


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