La scoperta è di quelle clamorose, almeno per chi non si occupi professionalmente di microbiologia e non abbia a che fare normalmente con batteri e microrganismi.
Un microbo individuato in una sorgente termale vulcanica è in grado di divorare l’anidride carbonica. Non solo: lo fa in modo straordinariamente rapido ed efficiente.
Si tratta di un cianobatterio, ovvero di uno di quei batteri fotosintetici, in passato chiamati (impropriamente) alghe azzurre, alghe verdi-azzurre o cianoficee, che sono diffusi in ambienti marini, d’acqua dolce e terrestri.
Il nostro batterio “mangia-anidride” è stato scoperto a settembre nel Mediterraneo, in infiltrazioni vulcaniche vicino all’isola di Vulcano. Si tratta di una zona marina ad alta concentrazione di CO2. I ricercatori hanno accertato che il microrganismo è in grado di trasformare la CO2 in biomassa più velocemente di qualsiasi altro cianobatterio conosciuto.
Lo sforzo degli scienziati è adesso di capire se e come sia possibile utilizzare microbi provenienti dall’evoluzione naturale per assorbire la CO2 anche al di fuori degli ambienti in cui questi organismi si sono formati e vivono.
Si tratta di un settore di ricerca sostanzialmente nuovo, e di notevole interesse nell’ambito della sfida a trovare metodologie efficaci – ancor meglio se provenienti dalla natura stessa – per la riduzione dei gas serra nell’atmosfera.
Nel caso dei batteri, poi, la combinazione della microbiologia con l’ingegneria genetica potrebbe dare grandi risultati.
Batteri opportunamente modificati, oltre a intrappolare la CO2, potrebbero svolgere anche altre funzioni, come quella di produrre sostanze chimiche utili: per esempio biocarburanti, composti farmaceutici, o bioplastiche.
In realtà, in questo campo non siamo proprio all’anno zero. Ci sono già aziende, come la statunitense LanzaTech, che sono in grado di utilizzare batteri addirittura per convertire la CO2 in carburanti commerciali e prodotti chimici.
Non poteva mancare all’appello nemmeno Elon Musk, che con la CyanoCapture, azienda britannica voluta dal magnate di Tesla insieme a Shell, sta sfruttando i cianobatteri per produrre biomassa e oli biologici.
E l’orizzonte della ricerca si amplia di giorno in giorno. Recente è la scoperta di alcuni batteri trovati nelle grotte, che sono in grado di trasformare la CO2 in minerali. Altri scienziati mirano a utilizzare i batteri per ridurre le emissioni di CO2 dalla produzione di cemento. La strada è aperta.