Acquaponica – Risparmiare il suolo con un business sostenibile

Esiste una pratica innovativa che sta rivoluzionando il modo in cui potremmo coltivare i nostri cibi

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Ci si domanda spesso quali potrebbero essere le soluzioni pratiche al consumo del suolo e dell’acqua nel settore agricolo. A questo proposito esiste una pratica innovativa che sta rivoluzionando il modo in cui potremmo coltivare i nostri futuri cibi. Si chiama acquaponica, e forse molti non l’hanno mai sentita nemmeno nominare.
Si tratta di un sistema che combina la coltivazione idroponica delle piante con l’allevamento di pesci in vasche. I due ambienti sono collegati da un ciclo chiuso di acqua, consentendo alle piante di ricevere nutrienti dai rifiuti dei pesci e ai pesci di vivere in un ambiente pulito grazie alle radici delle piante che filtrano l’acqua.

E’ una tecnologia in pieno sviluppo e secondo gli esperti dalle notevoli potenzialità, perché permette non solo un risparmio del suolo ma anche lo sfruttamento delle aree costruite inerti, come terrazzi o balconi, per creare giardini e fattorie urbane autosufficienti. Ma procediamo per punti.

Come funziona

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Benché la tecnologia sia antichissima, solo negli anni ’70 iniziano studi su quella che potremmo definire l’acquaponica moderna. Dobbiamo poi aspettare gli anni ’80 per vedere le prime applicazioni significative. Ma come funziona? In sostanza, l’acqua usata per i pesci viene convogliata in una vasca di coltivazione dove le piante sono immerse nell’acqua ricca di nutrienti. I nutrienti sono gli stessi rifiuti dei pesci.
Questo processo crea un ambiente simbiotico perfetto tra le piante, i pesci e i batteri: le piante assorbono macronutrienti essenziali e micronutrienti presentI nell’acqua prodotti dai rifiuti dei pesci, purificando così l’ambiente dell’habitat dei nostri amici acquatici e fornendo ai vegetali tutti i nutrienti necessari alla loro crescita – creando allo stesso tempo un ciclo virtuoso. In questo modo non solo si evita lo spreco delle risorse idriche ma si riduce anche il consumo della terra grazie al sistema chiuso dell’impianto. Attraverso l’allevamento dei pesci otteniamo in modo naturale i nutrimenti necessari alle piante, che vengono coltivate con sistema idroponico (ovvero una tecnica di coltivazione fuori suolo, in cui terra è sostituita da un substrato inerte). Questa descrizione è certamente una semplificazione di un processo piuttosto complesso, in quanto l’acqua che sta alla base del sistema necessità di un controllo importante al fine del risultato; sono poi coinvolti altri parametri fondamentali quali ad esempio l’ossigeno, il PH, l’azoto nell’acqua e la durezza dell’acqua stessa.

Risparmio del suolo e risparmio d’acqua

Grazie a questa tecnologia, i terreni agricoli possono essere preservati, poiché la maggior parte delle piante viene coltivata in vasche d’acqua in modalità idroponica.
In questo modo si riduce significativamente l’impatto ambientale causato dalla coltivazione tradizionale, come la deforestazione e l’erosione del suolo.

Dato che questo metodo non richiede grandi quantità di acqua come nell’agricoltura tradizionale per irrigare il terreno circostante alle piante, si evita anche uno spreco considerevole di quest’ultima risorsa naturale.
La tecnica dell’acquaponica sembra perciò rappresentare una soluzione sostenibile ed ecologica per far fronte alle esigenze alimentari della popolazione mondiale senza compromettere l’integrità del nostro pianeta.

Utilizzo delle aree costruite e possibilità di business

Un altro vantaggio rilevante è quello di potere utilizzare aree costruite. Ci sono vastissime aree urbane con terrazzi e tetti che si presterebbero a questa tipologia di coltivazione. In questi ultimi anni imprenditori, soprattutto fuori del nostro Paese, hanno sfruttato questa soluzione per creare, ad esempio, ristoranti su palazzi che producono i propri ortaggi con un doppio beneficio. La salvaguardia dell’ ambiente e il marketing.

Il precursore di ristorante, nato a San Francisco, sembrerebbe oggi definitivamente chiuso; altri però ne stanno aprendo. In italia si stanno diffondendo realtà interessanti nella produzione di alimentari ad alto valore aggiunto destinati ai privati e alla ristorazione. Date le premesse, non ci si può che augurare che le attività intorno a questo sistema si sviluppino maggiormente. La diffusione permetterà uno sviluppo sempre maggiore della tecnica, rendendola sempre più sicura e consolidata – oltre che probabilmente meno costosa.
Con la diffusione, però, saranno necessari anche sistemi di controllo che certificheranno le migliori pratiche, dato che stiamo parlando di prodotti alimentari. Si potranno abbattere anche criticità come una ripida curva di apprendimento che necessita di una solida conoscenza degli organismi coinvolti (pesci, piante e batteri); Questo potrebbe avvenire con una maggiore diffusione del tema, anche nel sistema scolastico pubblico (primi fra tutti gli istituti tecnici ad indirizzo agrario).
Si dovranno poi chiarire alcune questioni che potrebbero impattare sulla sostenibilità ambientale: ad esempio un’elevata richiesta di energia per il mantenimento dei valori termici necessari. Interessante anche l’ipotesi di disaccoppiare le due tecnologie, essendo l’acquaponica la somma di 2 sistemi, allevamento ittico in vasca e cultura idroponica.

Da G.T.M.
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