Alla disperata caccia di soluzioni allo stop della cessione del credito. Così si potrebbero riassumere le ultime giornate, piuttosto convulse, del governo, alle prese con una questione che definire spinosa è poco: quella dello stop al superbonus.
A fronte del decreto 11 del 2023 approvato in data 16 febbraio 2023 si è creato un generale stato di allarme da parte degli operatori. Anche i privati si potrebbero trovare in difficoltà, perché impossibilitati a cedere il credito maturato, non trovando alcun operatore disponibile a scontarglielo in fattura o nessun cessionario a rilevarlo, almeno in questo momento.
Rimane poi estremamente rilevante l’impatto sugli operatori del settore. Per questo motivo il governo, dopo aver considerato che gli sconti in fattura e la cessione dei crediti fiscali sono insostenibili per le finanze statali, ha aperto un tavolo per cercare le soluzioni agli effetti del decreto, escludendo per il momento un dietrofront.
Possibili soluzioni
Tra le soluzioni più accreditate ma non ancora approvate ci sarebbero:
- la cartolarizzazione dei crediti
- la compensazione con modelli F24
- il mantenimento dei crediti per post sisma e incapienti
Cartolarizzazione dei crediti
Consiste nel cedere i crediti ad apposite società, che li acquisiranno in modalità ancora da determinare e che emetteranno a fronte del pagamento titoli obbligazionari. Questi titoli in genere vengono poi collocati presso il pubblico. Questa ipotesi pare accantonata, almeno per il momento, dopo l’incontro del 20 febbraio 2023 tra Governo e organizzazioni di categoria.
Compensazione con modelli F24
In questo caso i crediti, attraverso le banche, potrebbero essere utilizzati per pagare gli F24 dei propri clienti. Questo sistema di fatto è molto oneroso per lo Stato, che non riceverà alcuna liquidità a fronte del pagamento. Un’ipotesi che però sembra rimanere anche dopo l’incontro del 20 febbraio: quindi, una delle strade percorribili.
Post sisma e incapienti
Tra le ipotesi ventilate, anche quella di mantenere i crediti per le ricostruzioni post sisma e per gli incapienti.
Insomma, la fase è ancora quella di un work in progress (forse ci si poteva pensare prima, come fanno rilevare le associazioni del settore). Imprese e privati cittadini attendono le disposizioni e gli strumenti definitivi per alleviare le conseguenze del decreto, necessario anche secondo Banca d’Italia a salvaguardare i conti pubblici.