Ciclovia del Garda: il progetto della discordia

Il progetto per la ciclabile del Garda suscita aspre polemiche. Costi enormi e impatto ambientale. Ne parliamo con lo scrittore trentino Mattia Mascher

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Nell’intervista esclusiva concessa a Green to Meet, il noto educatore ambientale e scrittore trentino, Mattia Mascher, discute del suo recente lavoro letterario e, nel contempo, esplora tematiche controverse legate alla ciclovia del Garda.

Questo ambizioso progetto ciclabile, che si snoda lungo l’incantevole percorso del lago di Garda, prometteva di essere un modello di sostenibilità. Tuttavia, ha suscitato intense polemiche e sollevato preoccupazioni significative tra ambientalisti e associazioni, compresa Italia Nostra. Cosa sta alimentando questo crescente dissenso? Quali sono le implicazioni per la comunità locale e l’ambiente?

Mascher evidenzia il suo legame personale con la zona del Garda, avendo residenza ad Arco, e descrive la ciclovia come simbolo delle attuali sfide ambientali, economiche e culturali. Il progetto, discusso per anni e ora vicino alla fase esecutiva. Lo scrittore fa notare che è innegabile che il progetto abbia subito un esorbitante aumento dei costi. Questo marcato incremento solleva interrogativi significativi sia sul motivo degli aumenti che delle possibili alternative di utilizzo di questi importanti fondi.

Di fatto, Mascher si interroga sulla gestione del progetto, non solo per il sovradimensionamento economico ma anche per le implicazioni culturali e di sicurezza. La ciclovia, costruita in un’area geologicamente fragile, comporta rischi significativi di frane, oltre a impatti visivi sul paesaggio naturale del lago, particolarmente caro a Mascher e agli abitanti locali.

L’ambientalista, scrittore ed educatore espone ulteriormente come il progetto, pur volto a incentivare il turismo ciclistico, potrebbe non servire adeguatamente le esigenze della comunità locale. Pone inoltre il tema dell’alternativa. Invece di concentrarsi su infrastrutture grandiose, suggerisce di investire in miglioramenti più pratici e urgenti, come sistemi di trasporto sostenibili e infrastrutture essenziali, riflettendo la necessità di un approccio più equilibrato e considerato verso lo sviluppo sostenibile e l’uso del territorio.


Un piccolo estratto dell’ Intervista:

Alessandro Di Nuzzo: Buongiorno a Mattia Mascher. Grazie per essere qui; il tuo è un volto noto ai frequentatori di Green to Meet.

Mattia Mascher: Grazie a te, Alessandro, per l’ospitalità qui a Green to Meet.

Alessandro Di Nuzzo: Tempo fa hai presentato un tuo libro di successo. Puoi raccontarci qualcosa di più sui tuoi ultimi lavori, “2050, Ritorno al Futuro” e “Nonni con Giudizio”?

Mattia Mascher: Sono entrambi frutto del mio impegno nel campo educativo e ambientale. Come educatore e attivista, lavoro molto con le scuole e le istituzioni educative. Questi libri riflettono le mie visioni sulle prospettive ambientali e sul nostro futuro.

Alessandro Di Nuzzo: Oggi vorremmo parlare di un tema ambientale importante, la cosiddetta ciclovia del Garda. C’è una certa contrarietà a questo progetto, nonostante sembri promuovere un turismo ciclistico sostenibile. Puoi spiegarci le ragioni di questa opposizione?

La ciclovia del Garda è un progetto che si sta discutendo da anni e che ora sembra prossimo alla fase esecutiva. Nonostante l’idea di una pista ciclabile lungo il lago di Garda sembri ideale per gli ambientalisti, ha suscitato polemiche. Organizzazioni come Italia Nostra e molti attivisti ambientali, incluso io stesso, sono preoccupati per vari motivi.. Quali sono questi motivi?

Mattia Mascher: Primo, il costo del progetto è aumentato enormemente, da un preventivo iniziale di 64 milioni di euro a quasi un miliardo e duecento milioni. Inoltre, la ciclovia richiederebbe ingenti lavori di manutenzione a causa della fragilità geologica del territorio, con costoni rocciosi a sbalzo che spesso franano. Questo presenta un rischio idrogeologico elevato e, naturalmente, una preoccupante spesa economica.

Alessandro Di Nuzzo: Quindi, ci sono anche preoccupazioni legate al paesaggio?

Mattia Mascher: Esatto. La costruzione potrebbe alterare drasticamente il paesaggio del Lago di Garda, uno dei più amati e pittoreschi. La presenza di strutture a sbalzo con piloni in acciaio è vista come un’offesa visiva, un vero pugno nell’occhio. Proprio la scorsa settimana c’è stata una grande manifestazione contro la ciclovia. Stiamo chiedendo un ripensamento del progetto, soprattutto considerando che ci sono altre priorità per i fondi, come il miglioramento delle infrastrutture locali e il rinnovo dei sistemi di depurazione.

Alessandro Di Nuzzo: Quindi, quali sono le alternative che suggeriresti?

Mattia Mascher: Le alternative potrebbero includere il miglioramento delle infrastrutture esistenti per i cittadini, come vie sicure per spostarsi tra casa, lavoro e scuola, o investimenti in trasporti pubblici come il tram. Inoltre, credo che dovremmo concentrarci su una visione più sostenibile e rispettosa del paesaggio naturale, piuttosto che trasformarlo drasticamente per il turismo.

Alessandro Di Nuzzo: Grazie, Mattia, per le tue riflessioni e per condividere la tua esperienza e le tue idee con noi oggi.

Ascolta la video intervista completa per sapere tutti i dettagli.

Credit
sfondo immagine [faber1893] © 123RF.com].

Da G.T.M.
Greentomeet
Mattia Mascher, esperto di educazione ambientale, cooperativa e di comunicazione sociale. Classe 1983, ha studiato a Roma e a Bologna. Vive in Trentino con Elena e due bambine che sbriciolano il tempo per darlo agli uccellini. Negli ultimi anni si è occupato di progetti che intrecciano eco-sostenibilità, cultura, economia solidale e cittadinanza digitale. Ha collaborato con EDUCA – il Festival dell’educazione di Rovereto (TN) – ed è stato co-autore di alcune trasmissioni tv per ragazzi per un’emittente locale. Nel 2019 ha partecipato al gruppo di lavoro coordinato da Consolida – Consorzio della cooperazione sociale trentina – per la stesura del Manifesto per la comunicazione della disabilità e curato la campagna video del progetto Etika per l’abitare autonomo. Nel mezzo, si fa ogni anno un pezzetto di Italia a piedi (insieme a un gruppo inossidabile di amici) e ascolta tanto blues.
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