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Prima di entrare nel merito di quali siano le 5 nazioni più inquinate del mondo, forse, sarà bene chiarire, cosa sia questo PM2.5, come si produce e perché sia così devastante per la salute dell’uomo.
Quando si parla di inquinamento dell’aria, è necessario precisare che ci sono varie sostanze che contribuiscono a rendere sempre più irrespirabile il nostro ambiente esterno, per esempio: gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo, il monossido di carbonio e, in alcuni casi specifici, perfino tracce di arsenico e i PM2.5 e PM10, noti a molti di noi perché la loro concentrazione nell’aria è causa del fermo del traffico dei mezzi di trasporto più anziani nel periodo invernale.
Le particelle PM2.5, chiamate anche polveri sottili, sono particolarmente pericolose per la salute dell’uomo, in particolare per le categorie più fragili come bambini e anziani. Quando si parla di queste particelle, ci si riferisce a particelle sottili o “fine particulate matter”, che hanno un diametro aerodinamico inferiore a 2,5 micrometri.
Queste particelle sono così minute che possono penetrare profondamente nel sistema respiratorio, raggiungendo gli alveoli e diffondendosi nel flusso sanguigno. Le ricerche indicano che l’esposizione prolungata alle polveri PM2.5 può causare effetti deleteri sulla salute, inclusi problemi cardiovascolari e respiratori, asma e riduzione della funzione polmonare.
Le polveri sottili sono prodotte principalmente da combustioni di vario tipo, come quelle dei motori a combustione interna, delle centrali termoelettriche, della combustione di biomasse e carbone per riscaldamento domestico, nonché da processi industriali che includono emissioni non completamente filtrate.
Come dobbiamo misurare questa concentrazione di particelle? L’unità di grandezza per misurare la concentrazione di PM2.5 è il microgrammo per metro cubo (µg/m³). Questa grandezza esprime la massa di particelle sospese per ogni metro cubo d’aria, permettendo di valutare la qualità dell’aria e di monitorare i livelli di inquinamento in conformità con le linee guida per la salute pubblica indicate dall’ OMS.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha stabilito che il valore medio annuale tollerabile di PM2.5 non dovrebbe superare i 10 µg/m³, mentre il termine di legge iè più elevato, pari a 25 µg/m3.
Nel contesto globale del 2024, emerge un quadro preoccupante riguardo alla concentrazione di polveri sottili PM2.5 nel mondo, con alcune nazioni che evidenziano livelli esageratamente elevati.
Nel 2024 con riferimento ai dati rilevati nell’anno precedentemente, le cinque nazioni più inquinate del mondo, basate sulla concentrazione media di polveri sottili PM2.5, sono:
- Bangladesh – Con una concentrazione di PM2.5 di 83,3 µg/m³, il Bangladesh supera di gran lunga i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando gravi problemi di qualità dell’aria che rappresentano un rischio per la salute della popolazione.
- Pakistan – Il Pakistan registra una concentrazione di PM2.5 di 65,81 µg/m³. L’inquinamento atmosferico nel paese è aggravato da fattori come le emissioni industriali e l’inquinamento veicolare.
- Mongolia – La Mongolia ha una concentrazione di PM2.5 di 62,00 µg/m³, dovuta in gran parte al pesante utilizzo del carbone per il riscaldamento durante i mesi freddi, specialmente a Ulaanbaatar.
- Afghanistan – L’Afghanistan ha una concentrazione media di PM2.5 di 58,80 µg/m³. La qualità dell’aria è fortemente influenzata dalle tempeste di sabbia e dalla combustione di combustibili solidi per riscaldamento e cucina.
- India – Completando la top five, l’India presenta una concentrazione di PM2.5 di 58,08 µg/m³. L’inquinamento atmosferico è guidato da attività industriali, emissioni di veicoli e combustione di biomassa.
Probabilmente vi chiederete come siamo messi in Italia. Fortunatamente non male, siamo molto lontani dai valori sopra indicati contenuti nella sfortunata lista. I dati di rilevamento per l’anno 2023 ci fanno essere, addirittura, moderatamente ottimisti, in considerazione del fatto che la tendenza rispetto gli anni precedenti sembra orientarsi verso la diminuzione delle particelle nell’aria. Infatti, secondo l’SNPA, “Il valore limite annuale, pari a 25 µg/m³, è stato rispettato in tutte le stazioni tranne una (311 stazioni su 312, pari al 99,7% dei casi)”.
Fonti di approfondimento sui dati nazionali e internazionali: