Secondo uno studio, le stufe a legna sono più costose, oltre che dannose per l’ambiente, rispetto alle caldaie a gas.

I dati di una ricerca inglese sfatano un mito. Oltre che molto dannosi per l’ambiente e per la salute, gli impianti a legna fanno spendere di più una famiglia-tipo per il riscaldamento domestico.

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Stufe a legna – Si avvicina l’inverno, e con tutta probabilità anche l’annosa questione che riguarda l’accensione di impianti di riscaldamento domestico alternativi al tradizionale gas metano. Le limitazioni all’utilizzo di impianti di combustione a legna o a pellet non di ultima generazione fanno infatti sempre discutere, se non insorgere, alcuni settori dell’opinione pubblica.

E’ di questi giorni la pubblicazione di uno studio proveniente dal Regno Unito e finanziato dalla charity Impact on Urban Health destinato a far riflettere, visti i suoi risultati abbastanza clamorosi – per quanto, secondo molti, non inaspettati.

Li spiega senza mezzi termini Rachel Pidgeon, responsabile dell’organizzazione che ha promosso la ricerca: “L’inquinamento atmosferico dovuto alla combustione del legno nel Regno Unito è raddoppiato negli ultimi dieci anni, con gravi conseguenze per la salute delle persone”.

Non solo: oltre che dannoso all’ambiente e alla salute umana, il riscaldamento a legna è secondo questa ricerca anche più costoso degli altri metodi, e sostanzialmente anti-economico.

“La nostra ricerca dissipa il mito secondo cui la combustione del legno è un’alternativa energetica più economica” afferma la Pidgeon. “Infatti, è almeno il 15% più costoso riscaldare una casa utilizzando una stufa a legna anziché una caldaia a gas o una pompa di calore”.

Nel solo Regno Unito, tra il 2021 e il 2022 si è registrato un aumento del 40% nelle vendite di stufe a legna. Oltre al fattore (presunto, come si è detto) del risparmio economico, c’è indubbiamente anche il fascino estetico di veder ardere il fuoco in casa: e in questo non ci sarebbe certo nulla di male.


Tuttavia gli scienziati sono ormai concordi nell’affermare che le persone che bruciano legna sottopongono se stesse – e i loro quartieri – a livelli elevati del più pericoloso inquinamento da particolato fine, il PM2.5, che può essere causa di gravi problemi di salute: dalle malattie cardiache, all’ ictus, all’asma, fino al cancro.

Secondo uno studio pubblicato in UK l’anno scorso, le stufe a legna – anche quelle “eco designed”, si badi bene – producono 450 volte più inquinamento atmosferico rispetto al riscaldamento centralizzato a gas. Le stufe di vecchia generazione, poi, ne producevano ben 3.700 volte di più.

Il che, tradotto, significa che la combustione del legno nelle case produce più inquinamento da particelle fini rispetto a tutto il traffico stradale.

Ma almeno la combustione del legno è una fonte di energia più economica, si è sempre detto. E invece nemmeno questo è vero. Anzi.

La responsabile della ricerca presso il Global Action Plan, Lucy Anderson, conferma che “la combustione del legno è quasi sempre più costosa rispetto ad altre forme di riscaldamento nel Regno Unito”.

Infatti, quando una famiglia inglese utilizza un bruciatore a legna (appena installato e approvato) per il 20% del proprio riscaldamento, il costo annuale risulta essere il 24% in più rispetto al funzionamento di una tipica caldaia a gas. Se poi si utilizzano bruciatori a legna (di nuova generazione) per l’80% del calore domestico, il costo aumenta fino a quasi il 50%.

Insomma, in Gran Bretagna i bruciatori a legna (vecchi e nuovi) sono più costosi delle caldaie a gas e delle pompe di calore ad aria, oltre che molto più inquinanti. E – fatte salve le differenze di clima e di temperatura e quelle del costo della legna – in Italia? Aspettiamo una ricerca e qualche dato illuminante.

Da G.T.M.
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