In Svizzera vincono i si. Che in Svizzera il referendum sia l’istituto politico fondamentale per decidere su molte questioni cruciali della vita nazionale – e che qualche volta i risultati possano essere discutibili – è un fatto conosciuto.
Domenica scorsa, però, la popolazione svizzera si è recata alle urne per esprimersi sulla crisi ambientale, che nel Paese assume una chiara evidenza di fronte al fenomeno assai rilevante dello scioglimento dei ghiacciai.
Gli svizzeri di tutti i cantoni sono andati dunque a votare per approvare o respingere un disegno di legge che impone al Paese di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050.
La nuova legge, che è una delle più rigorose in materia fra quelle sinora adottate dai diversi Stati in tema di transizione green, mira a ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili e raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2050. Hanno vinto i sostenitori, con una maggioranza del 59% dei votanti (dati di SRF).
E’ previsto un sostegno finanziario di due miliardi di franchi svizzeri in dieci anni per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a gas o a olio con sistemi più rispettosi del clima, nonché un incentivo per incoraggiare l’innovazione tecnologica nelle imprese. D’altra parte, il testo della legge elimina quelle tasse che avevano portato gli elettori svizzeri a respingere la legge sulla CO2 nel giugno 2021.
Anche nella Confederazione elvetica si è riproposta la spaccatura ormai netta tra forze politiche di destra e di sinistra in campo ambientale. Descrivendo la legge come una “divoratrice di elettricità”, l’Unione democratica di centro (UDC) è stata l’unico partito a opporsi frontalmente, con la principale motivazione che le misure avrebbero portato un significativo aumento dei costi delle bollette energetiche.
Al fianco dei gruppi ambientalisti sono però scesi in campo gli scienziati, opponendo alle stime (presunte) economiche la forza dei numeri reali: i ghiacciai svizzeri hanno registrato uno scioglimento record lo scorso anno, perdendo oltre il 6% del loro volume.
Insieme alle disposizioni in materia di emissioni, gli elettori hanno anche approvato il progetto Ocse-G20 che riguarda l’introduzione di un’aliquota fiscale minima del 15% per le imprese multinazionali.
L’80% si è detto favorevole alla nuova aliquota. E così la Svizzera, che aveva un’aliquota fiscale dell’11%, aumenterà di 4 punti la tassazione sulle società, pur mantenendo ancora uno dei livelli di imposta sulle imprese più bassi al mondo.
ha dichiarato: “La Svizzera non perderà alcun gettito fiscale a favore dell’estero” ha dichiarato la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter. “Questa nuova legge, inoltre, creerà certezza giuridica e un quadro più stabile”.